martedì 21 maggio 2024

Alla scoperta del Cammino dei Tre Villaggi

 

IL CAMMINO DEI TRE VILLAGGI
Il cammino più corto d'Italia

Le foto sono state fatte da me e dai miei compagni di viaggio.
Non condividete senza permesso, grazie.

Salve, cari lettori! Oggi voglio parlarvi di questa mia ultima esperienza nel campo dell'escursionismo.
Volevo fare qualcosa di piccolo, niente di lungo o troppo impegnativo. Qualcosa che stesse vicino casa. Perciò notai dei reel su Instagram riguardo a questo nuovo cammino, nato tre anni fa, e che ha come scopo dare ancora più valore alla civiltà etrusca e a quello che era il suo territorio. Quindi che ho fatto? Da sola non volevo andarci dunque ho proposto questo cammino su Meetravel, app che uso spesso e in cui mi trovo bene. Grazie a questa applicazione sono riuscita sempre a trovare ottimi compagni di viaggio con cui instaurare amicizia, e anche stavolta non ha fatto eccezione. Alla fine si è formato un gruppo ben assortito e volenteroso di sette persone, di ogni età e parte di Italia. 
Ci siamo dati appuntamento alle 8:30 davanti alla sede Freedom a Villa San Giovanni in Tuscia. Tempo di prendere le credenziali e le mappe, sentire la spiegazione del percorso e fatto la foto di inizio, che siamo partiti. Ok, no, abbiamo prima fatto sosta caffè. Più che altro per me che sono caffeinomane e non ne avevo abbastanza in circolo. E dunque, siamo partiti che erano circa le 9:00. 


Il primo tratto fino al punto ristoro Caiolo è semplice e si fa in un'oretta scarsa perché è un po' di asfalto misto a campagna fino a entrare nella riserva del Marturanum. Dopo una piccola pausa e aver messo il timbro, ci siamo inoltrati nel pieno splendore della riserva. Non appena si scende dal Caiolo, si trovano tombe etrusche in ogni angolo e roccia, ma quelli più importanti da vedere sono quella della Regina, del Cervo e quella più grande all'entrata principale della Riserva. Ci fermiamo davanti alla Fonte del Pisciarello e ci godiamo il nostro pranzo al sacco.












Non appena si esce dalla riserva, ci troviamo a Barbarano Romano. Si entra nella Porta Romana e ci godiamo il centro storico. Il museo etrusco era chiuso per lavori quindi non abbiamo potuto visitarlo ma non mancheranno le occasioni per rimediare. Tempo per un caffè e continuiamo la nostra strada.


Da Barbarano a Blera, il tratto è stato più impegnativo con guadate sul fiume, discese un pochino più ripide, caverne e mole. Ci è sembrato di stare nella foresta amazzonica o, per citare Jules Verne, al centro della Terra. Un percorso che sembrava non finire mai per poi trovare il famoso Ponte del Diavolo che si intravede benissimo giù quando si percorre il ponte che collega a Blera
Si sale per il paese dove si possono visitare i giardini, il centro storico e il museo. E qui ci siamo concessi un gelato al Bar Paradiso, dove abbiamo ricevuto anche il timbro. 
Finita la pausa, ci siamo incamminati per l'ultimo pezzo di cammino. Da Blera a Villa San Giovanni in Tuscia ci si mette circa un'oretta. Niente bosco, solo sali e scendi su strade sterrate e asfaltate ma che ci sono sembrati infiniti per via della stanchezza. Ma ormai il peggio era passato.







Siamo arrivati alla fine del percorso per le 17:30. Ritiriamo l'attestato e ci facciamo un'ultima foto per celebrare il traguardo. Questo è stato solo l'inizio perché vorrò fare altre esperienze con loro. Mi sono trovata davvero bene con il mio gruppo. La loro simpatia ha alleggerito la mia fatica e ha reso il cammino ancora più ricco di emozioni. Fare il Cammino dei Tre Villaggi è come fare un viaggio nel tempo, immaginarsi vite passate e godere della pace che la Natura offre. Poi i "villaggi" che si attraversano sono dei veri gioiellini della Tuscia. Questo cammino è solo la punta dell'iceberg perché il territorio etrusco nasconde ancora tanto ma per cominciare a scoprire va più che bene.




PICCOLO RIASSUNTO E CONSIGLI




- Ci si mette circa 8 ore a fare questo cammino. Ovviamente dipende dalla durata delle soste e di quanto uno si perda ad ammirare e fare le foto. In una giornata si fa benissimo ma ovviamente parlo per i mesi con più ore di luce. Magari per l'autunno e inverno potete fare il percorso diviso in due giornate. 

- E' un percorso che si può fare tutto l'anno ma lo sconsiglio d'estate. Non tanto per il caldo visto che la maggior parte si è riparati dal bosco ma per gli insetti e l'umidità che si trovano nella Riserva e nelle Gole del Biedano. Se ci volete andare comunque in quel periodo, munitevi di insetticida, oltre che di crema solare e cappello. E attenzione alle ortiche. 

- Se venite da fuori e avete bisogno di un alloggio, non esitate a chiedere all'associazione Freedom, che vi fornirà un elenco di strutture convenzionate. Trovate i numeri per contattarli tramite Whatsapp sulla pagina facebook del cammino. E ovviamente prenotate in anticipo soprattutto per i periodi più affollati. Potete chiedergli qualsiasi cosa, anche consigli su dove mangiare.

- Il percorso è ben segnalato, impossibile perdersi, ma comunque nella credenziale si ha tutto quello che serve. Sia la mappa che numeri di telefono utili, consigli su cosa visitare e i locali dove apporre il timbro (e anche dove riprendere le forze con cibo e bevande).

- Il Cammino non è da sottovalutare solo perché corto. Ci sono tratti impegnativi nel bosco da non sottovalutare. C'è da guadare il fiume, da reggersi su una corda in un punto per scendere dalle rocce. Insomma, avrete occasioni di sentirvi Indiana Jones

- Se siete alle prime armi, questo cammino fa per voi. E' un ottimo allenamento per fare escursioni più lunghe. Almeno per questo vi basterà uno zainetto con borraccia, pranzo al sacco e snack. 

- Se vi siete stufati di viaggiare in solitaria e volete condividere esperienze come questa in compagnia, vi consiglio l'app Meetravel. Tramite lei ho conosciuto tante persone con i miei stessi interessi e ho viaggiato più spesso nell'ultimo periodo. Ma attenzione, non scambiatelo per Meetic o Tinder. Questa è un app che ha come scopo trovare compagni di viaggio non per la vita. Principalmente è per trovare compagnia piacevole e godere della bellezza dei viaggi e se poi nasce qualcosa di più ben venga. Dico questo perché mi sono capitati soggetti che erano interessati a proposte di viaggio solo per rimorchiare e lì, mi spiace, ma è un grosso NO. L'app, per fortuna, è fatta bene e ti fa conversare in chat con le persone prima di valutare se è ok o no. 

Ok, mi sembra di aver finito con le mie ciance. Se qualcuno ha intenzione di intraprendere questo cammino e ha domande, non esitate a commentare il mio articolo o a contattarmi nei social. Non sono esperta  o allenatissima nel trekking ma ne sono appassionata perciò, come io posso aiutarvi, voi potete anche darmi delle dritte o suggerimenti per altre escursioni. 

Alla prossima avventura.



domenica 12 maggio 2024

Uscite Rizzoli che voglio leggere

Non è una novità che allargo la wishlist ma questa volta lo faccio con ben due libri appena usciti dalla Rizzoli. Le copertine sono magnifiche, e sì, all'inizio mi hanno attirato loro, ma leggendo le trame ne sono rimasta affascinata. 


Titolo - Spark of the everflame
Autore - Penn Cole
Editore - Rizzoli
Uscita - 30 Aprile 2024 
Pagine - 464
Prezzo - 18,90 € cartaceo

In un mondo colonizzato dagli dei e governato dalla loro spietata prole, i Discesi, Diem Bellator vuole sfuggire alla vita isolata del suo misero villaggio.
L’improvvisa scomparsa della madre e la scoperta di un pericoloso segreto legato al suo passato offrono a Diem l’inaspettata opportunità di entrare nel mondo oscuro dei Discesi e di svelare la fitta rete di misteri che sua madre ha lasciato dietro di sé.
Con l’affascinante e enigmatico erede al trono che osserva ogni sua mossa, e un’alleanza con la fazione ribelle che la recluta per unirsi all’imminente guerra civile, Diem dovrà destreggiarsi tra le regole non scritte dell’amore, del potere e della politica per salvare la propria famiglia e tutti i mortali. #slowburn #enemiestolovers
Spark of the Everflame è il primo libro della “Saga degli Eletti”, una serie fantasy epica in quattro volumi che segue Diem Bellator nella sua battaglia contro l’ingiustizia e l’oppressione, nel viaggio alla scoperta di sé stessa e alla ricerca del vero amore. CON UN CAPITOLO BONUS INEDITO.


Titolo - Half a soul. Metà di un’anima.
Autore - Olivia Atwater
Editore - Rizzoli
Uscita - 30 Aprile 2024 
Pagine - 416
Prezzo - 18,90 € cartaceo

Da quando è stata maledetta da un fae che le ha rubato metà dell’anima, Theodora Ettings non sente più emozioni come paura o imbarazzo, cosa che la espone a ogni tipo di scandali involontari nella raffinata Inghilterra dell’epoca Regency.
Per questo, l’unico obiettivo di Dora per la stagione mondana londinese è quello di non attirare l’attenzione e non compromettere le possibilità di sua cugina di trovare un marito. Ma quando Lord Elias Wilder, il Lord Sorcier d’Inghilterra, viene a sapere della sua condizione, Dora si trova trascinata in tumultuose vicende di maghi e creature fatate. Lord Elias è un uomo bellissimo, bizzarro e incredibilmente sgarbato, ma gira voce che compia tre prodigi inverosimili ogni giorno, ed è disposto ad aiutare Dora a recuperare la sua metà mancante.
Se il buon nome di Dora riuscirà a sopravvivere sia alla maledizione che la tormenta che al nuovo legame con l’uomo meno amato di tutta l’alta società londinese, forse la ragazza potrà reclamare il suo legittimo posto nel mondo; ma quanto più tempo Dora passa con Elias, tanto più comincia a sospettare che, in fondo, per innamorarsi può bastare anche metà anima…



domenica 5 maggio 2024

Alla scoperto di un pezzetto di Sicilia

UN PEZZETTO DI SICILIA


Cominciamo con il dire che non è vero che in Sicilia fa sempre caldo. Sfatiamo questo mito perché pure la nostra amata isola ha risentito quest'anno degli strani sbalzi metereologici. Non appena sono atterrata a Trapani mi sono trovata vento freddo e pioggia. Mi sono rifiutata di portarmi l'ombrello nella speranza di un tempo magnanimo ma alla fine è andata così. Ma ciò nonostante, ho potuto comunque visitare la città con calma dopo essermi rifocillata con un panino con panelle e arancine (sì, ci sono andata leggera e questo è stato solo l'inizio). Avevo prenotato per una notte all'affittacamere A Quattro di Mazze (lo trovate su Booking) e grazie ai consigli del proprietario e all'ottima posizione della struttura ho potuto visitare in mezza giornata il centro storico, il porto e il bellissimo borgo di Erice.

Ma andiamo per gradi. Dopo aver lasciato il bagaglio, ho riposato un oretta visto che fuori pioveva di brutto. Una volta che il tempo si era calmato, sono uscita che erano le 16 e mi sono subito avviata verso il centro storico che ho raggiunto in meno di dieci minuti. La prima cosa che ho visto è stato l'Orologio Astronomico e la Porta Oscura. Mi piacciono troppo gli orologi astronomici e anche questo non ha deluso le mie aspettative. Poi, proseguendo per la strada principali, ci sono le varie chiese e più in là ancora troviamo la Torre del Ligny. Sono passata anche lungo le mura di Tramontana dove si gode di una vista mozzafiato per poi andare alla parte opposta dove si trova il porto. Dall'aeroporto, prima, avevo preso il bus AST (si trova in uno spiazzo proseguendo a sinistra dopo essere usciti dal terminal, alla fine del parcheggio) che mi ha lasciato proprio alla fermata del porto, quindi avevo avuto modo di passeggiare per esso prima di raggiungere l'alloggio ma comunque mi ha fatto piacere passarci di nuovo. 




Si erano fatte le 18 e sì, è stato un azzardo, ma ho voluto comunque provare ad andare a Erice. A cinque minuti a piedi dalla mia struttura, c'è una fermata, quella di via XXX Gennaio, e la linea 21 arriva proprio davanti alla funivia per Erice. La corsa impiega circa una quindicina/ventina di minuti per raggiungere la destinazione e una volta giunta lì, ho preso il biglietto andata/ritorno per la funivia e sono salita per la cima del monte. Ci vogliono circa dieci/quindici minuti per raggiungere Erice e una volta lì, si ha un'enorme porta di pietra come entrata del borgo. Questo paesino si gira in circa un'oretta e si può ammirare come il tempo sembri essersi fermato tra queste quattro mura. 
Si fanno le 19:40 e mi appresto a riprendere la funivia per scendere e aspettare il bus di ritorno. Devo dire che ho trovato i mezzi abbastanza precisi con gli orari e per le 20:40 ero tornata in alloggio. 
Ceno con due arancine che avevo preso non appena arrivata a Trapani, doccia calda e mi addormento dopo aver visto in tv La Mummia Il Ritorno (per la milionesima volta ma che ci posso fare se è uno dei miei film preferiti?). Sono crollata per la stanchezza del viaggio e dei giri fatti ma ero anche contenta di ciò che avevo visto.





Il giorno dopo avevo appuntamento con un'amica conosciuta tramite l'app Meetravel, siciliana ma di Palermo, con cui avrei trascorso il resto della vacanza fino a domenica mattina. Abbiamo preso il traghetto, prenotato ovviamente in anticipo, alle 11:40 e siamo giunte a Favignana per le 12:20. 
Non appena attraccate, siamo andate verso la nostra sistemazione sull'isola, Orsolinda Favignana (Booking) per lasciare i bagagli. Una volta sistemate, siamo andate in paese per prenderci qualcosa da mangiare e abbiamo optato per una schiacciata con porchetta di tonno, stracciatella e songino. Una vera goduria. Era la prima volta che sentivo parlare di porchetta di tonno e il gusto ha superato le mie aspettative.
Una volta finito di pranzare, abbiamo girato per il paesino e siamo giunte davanti alla Tonnara (o Ex stabilimento Florio), trovandola chiusa. Fu vano anche andare al Palazzo Florio visto che è aperto solo la mattina quindi non avevamo scelta che girare il resto dell'isola per quella mezza giornata che ci rimaneva. Presa la decisione di noleggiare bici elettriche, siamo poi andate alla scoperta della costa. Fu la prima volta che usai una bici elettrica e sembrai una vera impedita all'inizio ma poi ci presi la mano (abituai il sedere al dolore) e mi godetti paesaggi meravigliosi. Abbiamo fatto i vari itinerari (cale, spiagge e snorkeling) in due mezze giornate. Il pomeriggio del 25 Aprile siamo andate a vedere Cala Graziosa, Cala San Nicola, Scalo Cavallo, Cala Rossa, Bue Marino; siamo passate anche al faro di punta Marsala, alla Cala Azzurra, a Lido Burrone fino alla Spiaggia di Calamori in cui si devia su per tornare al centro storico di Favignana. Insomma, ci siamo girati tutta la metà destra dell'isola e il Belvedere prima di tornare a casa, riposarci e poi cenare a 210 Grammi, ristorante prenotato tramite l'app The Fork, e dove abbiamo mangiato degli ottimi piatti di pesce e un parfait di mandorle paradisiaco. 










Il giorno dopo, siamo andate di mattina a Levanzo con il traghetto delle 9:40 e tempo dieci minuti eravamo lì. Siamo salite per il borgo fino a un'estesa zona di campagna ma non avendo tanto tempo prima di tornare a Favignana, abbiamo deciso di vedere l'essenziale lì vicino come la Torre Saracena e la Cala Minnola, per poi tornare al paese e girare l'altra parte della costa fino al Faraglione. 





Ritorniamo a Favignana per l'ora di pranzo e subito ci fiondiamo alla paninoteca che avevamo adocchiato il giorno prima, Paninoteca Costanza, dove ci hanno fatto kebab di tonno con pesto di pistacchi che ricorderò per il resto della mia vita per quanto era delizioso. Uno spettacolo per gli occhi e il palato. Una volta soddisfatta la fame, ci siamo riposate a casa per un'oretta per poi riprendere il giro in bici dell'isola da dove avevamo interrotto. Il tempo non era a nostro favore, lo ammetto. C'era un vento molto forte e nuvoloni neri che non rendeva il giro facile ma sia benedetta la pedalata assistita che ci ha fatto superare l'impresa. Da Favignana si riscende verso la Spiaggia Calamori e si prosegue poi a destra per Cala Rotonda e la Cala Grande. Questo itinerario (Snorkeling) fa fare un bel giro vicino alle scogliere, vicino a una galleria che taglia il monte, per poi trovarsi in terreni di campagna e spiagge. Arrivo fino al Faro di Punta Sottile per poi riprendere la strada per casa (sempre dritti per la strada provinciale Punta Sottile poi stradina laterale alla galleria). Così posso dire che ho visto tutta l'isola o comunque la maggior parte perché oltre al faro non credo che ci fosse più che roccia e faraglioni. Doccia e riposo e ceniamo di nuovo da 210 Grammi visto che ci è piaciuta tanto la loro cucina e simpatia. Se ci andate, vi consiglio le loro busiate con gamberi e pistacchio e i ravioli di patate con scorfano e pomodorini.




La mattina di sabato siamo finalmente riuscite a visitare almeno l'Ex Stabilimento Florio. Un pezzo di storia che un tempo aveva contribuito molto all'economia del paese e alla fortuna dei Leoni di Sicilia. I Florio, si sa, è una famiglia caduta in rovina da molti anni ormai ma entrare nella loro tonnara mi ha fatto sentire come se fossi tornata indietro nel tempo e visto il loro periodo d'oro. 
Purtroppo avevamo il traghetto di ritorno per Trapani per le 11:10 e non facevamo in tempo a visitare anche il loro palazzo ma, leggendo le recensioni, non penso che ci siamo perse chissà che da vedere. 






Tornate a Trapani, siamo subito andate nel nostro alloggio, Appartamento Giglio (Booking). Sistemati i bagagli e mangiato un panino con polpo e panelle, abbiamo preso il bus per andare a fare un'escursione sull'isola di Mozia. Per raggiungere l'imbarcadero storico nella Riserva dello Stagnone abbiamo avuto varie peripezie dovute a un'incomprensione di percorso su Google. In parole povere, ci siamo trovate a fare una scarpinata in mezzo alla campagna dalla fermata sbagliata. Ci aspettava un tragitto a piedi di quasi un ora ma sul nostro cammino ecco che sbucano dei cani. Potete immaginare la nostra paura e la nostra rabbia verso le persone che lasciano i cani sciolti. Non sapevamo che pesci prendere visto che non potevamo passare con loro davanti che ci intimavano di restare ferme. Ma per fortuna, in nostro soccorso è giunto un ragazzo che ci ha offerto un passaggio con la sua Panda fino alla Riserva
Giunte all'Imbarcadero e ammirato le Saline abbiamo poi preso il traghetto per visitare la Riserva e i punti più importanti dell'isola di Mozia. Non potevamo fare altro visto che l'isola non era visitabile per via di un matrimonio ma tutto sommato ci è andata bene, il tour è stato molto interessante. Sapevate che i Fenici sacrificavano i primogeniti maschi agli Dei? Storia molto tragica ma vera. 



Finito il tour, diamo un'occhiata alle bancarelle nell'attesa che arrivi il taxi (di riprendere il bus non se ne parlava proprio e neanche di affidarci a Google maps). Abbiamo scelto la comodità per ritornare a Trapani e in un quarto d'ora eravamo di nuovo al porto. L'autista è stato così gentile da passare anche per le Saline di Trapani che eravamo curiose di vedere, rimanendo deluse per la mancanza delle montagne di sale. A quanto pare l'unico periodo in cui si possono vedere è agosto. 
Dal porto, abbiamo fatto un giro nel centro storico (il secondo per me ma vabbè, una passeggiata di ripasso non fa male). Siamo arrivate fino all'ex mercato del pesce per poi godere del tramonto dalla Torre del Ligny. Torniamo poi all'appartamento per rilassarci un paio di ore prima di cenare da Il Pilota, ristorante prenotato sempre tramite The Fork e che si trova dentro la Stazione Marittima, al secondo piano. Anche loro ci hanno soddisfatto con i loro piatti di pesce e la location è molto bella. Si ammira un bel panorama dalle loro finestre.


Domenica mattina abbiamo giusto il tempo di fare colazione e andare a prendere i cannoli che avevo prenotato, da portare ai miei genitori, e un pane cunzato per il mio pranzo. Preso il biglietto da EgaTour per l'aeroporto, abbiamo aspettato i nostri rispettivi bus e ci siamo salutate alla fermata che si trova proprio davanti all'ufficio turistico. 
Giunta all'aeroporto, ci si mette niente a salire ai controlli e ad aspettare al gate. Quello di Trapani è un buco. Appena entri, sali al piano superiore, ci sono due piccoli macchinari per i controlli e subito dopo un piccolo spiazzo con bar/gastronomia e i gate. E' l'aeroporto più piccolo che ho visto finora.
Tardiamo un quarto d'ora tra imbarco e partenza ma tempo neanche un'ora e ritorno a Roma. Chiamo la navetta per andare a riprendere la mia macchina al parcheggio e me ne ritorno a casa, stanca ma felice (e più grassa).


PICCOLI APPUNTI
- Il tempo non è stato generoso con noi. E' stato bello e con le temperature più calde solo quando siamo andate via da Favignana. Ma questo per dire che se non c'è il tempo ideale per il mare, ci sono altre attività alternative. Toglietevi dalla testa che a Favignana si va solo per farsi il bagno e prendere la tintarella. Sì, magari avremo avuto anche noi questa occasione, ma in mancanza di questo, in due giorni si gira l'isola sia a piedi che in bici. I paesaggi che regala Favignana sono davvero tanti e tutti di gran bellezza. Noi andandoci fuori stagione non abbiamo speso praticamente niente in alloggio e se faceva caldo sarebbe stato un colpo di fortuna.
- Prenotando tramite The Fork si ha ulteriore sconto sui pasti ma comunque in Sicilia non si spende niente per mangiare. E voi direte "grazie al caxxo" ma ve lo dico uguale. Tipo, abbiamo pranzato sempre con panini e arancine spendendo in media 5-10 euro. Per colazione sempre cappuccino con cornetto al pistacchio e cannoli. Cosa NON ho mangiato? L'insalata. Per il resto direi che ho assaggiato tutto quello che volevo. La mia dieta è stata in stand by per quei giorni.
- Uno dei problemi della Sicilia sono i collegamenti non sempre buoni. Per arrivare alle Saline di Trapani dal centro non c'è nessun mezzo pubblico obbligandoti a farti una scarpinata di 40 minuti o noleggiare bici o auto o chiamare un taxi. Stesso discorso per raggiungere la Riserva dello Stagnone e l'isola di Mozia. Non c'è niente di diretto che dia modo ai turisti di raggiungerle. 
- Altro problema è che non seguono degli orari di apertura definitivi e su internet non si trova niente di sicuro. A Favignana non sapevamo mai quando apriva il Palazzo Florio e la Tonnara. Chi diceva un orario e chi un altro, chi diceva che il biglietto costava così e chi cosà. Ci è sembrato che aprissero quando gli girava a loro lasciandoci deluse per le mancate occasioni. 
- Per muoversi a Favignana, evitate di noleggiare auto. Molto più comoda la bici o lo scooter vista la presenza di molte stradine sterrate. 
- Per completare il giro delle isole Egadi ci mancava Marettimo ma era più lontana e con il mare mosso era troppo un'azzardo. D'estate vale di più la pena da visitare perché è un'isola selvaggia con niente da visitare, solo vegetazione e due case, ideale per le immersioni e snorkeling. 
- Molti, a quanto pare, non sanno che le famose montagne di sale nelle Saline si trovano solo ad Agosto (informazione data dal tassista) e quindi si giunge lì senza poter fare delle foto degne da ricordare. Altra informazione utile: se volete provare a vedere i fenicotteri nella Riserva dello Stagnone e nelle saline, aspettate il tramonto.
- I siciliani sono molto cordiali e alla mano quindi non esitate a chiedere indicazioni e info. Io chiesi sia a una fornaia per trovare i migliori cannoli della città che all'autista del bus per sapere a quale fermata scendere per la funivia. Per non parlare poi del buon cuore del ragazzo che ci ha accompagnato alla Riserva. Fidatevi se vi dico che non è scontata tale disponibilità e gentilezza.
- Erice è un borgo che vale la pena visitare, una volta che stai a Trapani. La funivia poi è un'esperienza da fare assolutamente. Certo, per chi soffre di vertigini può benissimo usare la macchina per arrivare su, ma per chi non ha problemi si gode di una vista dall'alto che vale, soprattutto al tramonto. Questo borgo non è stato Borgo dei Borghi per niente.

Con questo, penso di aver finito. E voi ci siete stati in questo pezzo di Sicilia o avete visitato un'altra parte? Avete intenzione di andarci? In tal caso, spero di esservi stata utile. Per altre domande o anche solo per farmi sapere della vostra esperienza, basta che mi lasciate un commento.
A presto!