mercoledì 30 dicembre 2020

Storytelling Chronicles #2

 


Questa è la seconda volta che mi cimento nella rubrica che ha preso il via grazie al blog La Nicchia Letteraria curiosa di vedere quanto sarei stata capace di centrare l'obbiettivo in quest'occasione, forse però ero talmente emozionata da non rendermi conto che sarebbe stato più complesso del previsto. Non ditelo a nessuno ma nelle parole a seguire ci sarebbe un spunto autobiografico. 😜🙊


Titolo: (Ridammi) quello che mi appartiene

Trama: Rose era da poco passata dall'essere una bambina ad un'adolescente con le prime consapevolezze, quando un ragazzino le ha strappato via qualcosa che per molti è decisamente importante: la sua prima cotta ed il primo bacio, mai ricevuto. Non aveva la benché minima idea di come una voce alimentata potesse costarle il suo rendimento a scuola, una media alta e la sua reputazione. Tutti da quel maledetto giorno, il 14 febbraio, avevano iniziato ad etichettarla come la ragazza di Nate e lui dal canto suo non aveva certo smentito, solo che non era la sua ragazza: non era che una sconosciuta per lui, pronto a farla passare per una fidanzata tradita e più vigliaccamente come una pazza che aveva immaginato tutto. Adesso, dieci anni dopo, era venuto il momento del faccia a faccia che fino a quel momento nel corso degli anni era solo stato accennato. Nate infatti, non si era mai scusato nemmeno quando circa cinque anni prima, guardandosi indietro, Rose gli aveva chiesto il perché di quelle bugie. Non erano più dei ragazzini ma per Rose quella era una cicatrice, una macchia indelebile che sbandierava al modo che anche lei era stata tanto sciocca da cadere nella trappola di un mentecatto.

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Qualcuno ha presente quegli attimi che sembrano eterni, tipo fermo immagine? Mi sembra di essere esattamente la protagonista di una scena al rallentatore: gli sguardi che s'incrociano, il respiro che s'incastra nei polmoni prima di fuoriuscire tutto d'un fiato, l'esitazione nel muoversi anche solo di un millimetro... 

Tutto molto bello eh! Però non avvampo e né tantomeno il cuore s'impenna. Avverto solo una folata d'aria fresca accarezzarmi il viso, ma resta uno di quegli attimi infiniti. 

Una volta non era così, perfino in autunno, nel vederlo avevo percepito una brezza calda e accogliente, questo testimoniava come negli anni le cose fossero cambiate.

Non avevo nessun presentimento che proprio oggi l'avrei incontrato dopo almeno tre anni dall'ultima volta che l'ho incrociato di sfuggita ad una festa, ed il modo in cui mi guarda, ogni rara volta in cui capita, m'infastidisce. Comunque, qualcuno o qualcosa deve aver tentato di avvisarmi: il nuovo collega con il suo stesso nome, il fascicolo sulla sua famiglia spuntato almeno una settimana fa sulla scrivania di un secondo mio collega, io che ripenso alla stupida idea avuta una decina di anni fa di compragli dei cioccolatini, gli stessi che vendono in questo periodo durante le feste; doveva essere un avviso ma ho scelto di non coglierlo, di non dargli tutta questa importanza, anche perché lui non la merita; come non lo merita il periodo durante il quale sono rimasta infatuata di lui, ma allora perché sono qui a pensarci? Perché non riesco a muovermi? Perché lui non si muove? Perché restiamo a fissarci?

Chiudo gli occhi il tempo necessario per riaprirli e vederlo andare via. Mi volto e vado via anche io, non mi volto, respingo il passato riemerso appena, soffocandolo del tutto ora che non fa più male. La cicatrice ha perso l'intensità del rosso, è passata al rosa chiaro ed ora al bianco. Le domande muoiono come sono nate in attesa di un nuovo incontro, perché abitiamo nella stessa citta e da quello che ho sentito dire, si è trasferito a pochi isolati dalla zona che solitamente frequento, ecco un altro indizio che ho trascurato. 

Una settimana dopo ritornando in ufficio, con in mano il mio solito bicchiere pieno di tè nero, cerco di capire cosa sia accaduto in mia assenza, mentre ero in pausa pranzo. I vari reparti sono deserti, fatta eccezione per alcuni tirocinanti che si trovano spaesati a non avere una guida...

Camilla, una ragazza delle risorse umane mi viene incontro, ed è lei a spiegarmi, vedendomi quantomeno perplessa, cosa è successo: tutti in permesso o meglio in malattia per intossicazione alimentare. Davvero fantastico! Gran parte del personale ieri sembra essersi fermato per il pranzo nello stesso posto e da qui quanto ne segue. 

Ora io ho ancora del lavoro da svolgere, per cui occupo la mia posizione e mi metto a lavoro come ogni giorno. Sono le 16:03 quando dal centralino vengo informata che si sono degli utenti che avevano un appuntamento per oggi e l'unica disponibile a riceverli nell'ambito finanziario sono io. Quindi per quanto non mi entusiasmi l'idea di essere interrotta e svolgere del lavoro che spetterebbe ad altri, armata di pazienza, chiedo di far salire chi aveva preso questo appuntamento. Nessuno potrebbe mai e poi mai immaginarsi il mio stupore nel ritrovarmi davanti per la seconda volta, a distanza di sette giorni, Nate. 

A differenza della scorsa volta, quando eravamo in strada, oggi è nel mio mondo, nella piccola stanza in cui svolgo il mio lavoro, non mi sfuggono i cambiamenti nel suo aspetto... Non credo di aver mai potuto notare, in questi anni, nelle occasioni fuggenti, tutti questi dettagli, ma i cambiamenti nei suoi lineamenti sono molto più marcati. Gli occhi che mi avevano chiesti ambrati se avessi un interesse erano ora più cupi, ma non spenti. La sua fronte nel vedermi si era aggrottata e lo imbruttiva così tanto da chiedermi: perché ho scelto lui?

"R-Rose?" chiede incerto.

Il fatto che ricordi il mio nome non mi scalfisce più di tanto, anche se è passato molto tempo.

"Nate" lo saluto.

Dopo un silenzio prolungato mi decido a comportarmi come mio solito: dipendente pratica e concisa. Gli chiedo il motivo dell'appuntamento, cercando di capire la ragione per cui si trova qui e come sbrigare la faccenda. Riesco ad inserire con facilità il suo nucleo famigliare tra i prossimi beneficiari di un incentivo nel settore della ristorazione. In pratica hanno intenzione di aprire un'attività  e devo solo caricare delle informazioni a questo punto...

Quando sta per girare i tacchi e sparire, a lavoro finito, mi sorge spontanea sulle labbra, una domanda che non riesco a trattenere: "Perché?". 

"Non lo so" risponde esattamente come l'ultima volta in cui ho tentato di chiederlo, con la differenza che appare sincero o forse sono io che voglio credere lo sia.

"Ma mi dispiace" aggiunge lanciandomi un ultimo sguardo.

Ho aspettato questa risposta così a lungo e mi rendo ora conto che non è niente di speciale, che non esiste una ragione all'idiozia, qualsiasi risposta mi avrebbe dato. Le sue scuse non so definirle, ma credo non avessi davvero bisogno di riceverle. Ciò che mi ha "rubato" resta nel passato ma da quel punto sono andata avanti e continuerò a farlo. 

Il ricordo di lui che strilla di avermi baciata davanti all'intera scuola e che io fossi la sua ragazza si sgretola, come tutto ciò che di negativo associavo a quell'evento: gli sguardi compiaciuti dei ragazzini, le strofe su noi due duranti i viaggi in pullman, tutto scompare anche le frasi offensive della sua vera ragazza rivolte a me che non avevo idea di come difendermi, spaventata da qualcosa che andava oltre le mie capacità. In quel momento è così che mi sentivo: non riuscivo a schernirmi a difendermi dalle menzogne che mi venivano associate, dalle attenzione non volute che mi venivano riservate e mi sentivo una marionetta in mani estranee. 

A fine turno esco dall'ufficio e  in strada, la prima cosa che faccio è dirigermi in pasticceria e premiarmi per quella che sono oggi: perché quella ragazzina incapace di spiegare la verità oggi è stata capace di ricevere le sue risposte, che si aspettasse o meno quelle parole, sapeva già - in cuor suo -  che niente sarebbe cambiato e che non aveva affatto bisogno di affrontare quella persona ma sono ugualmente orgogliosa di chi sono diventata, di come ho gestito la sua presenza e di essere soprattutto una me diversa, che non si nasconde davanti ai problemi, che per quanto grandi siano cerca di trovare una via d'uscita. Non che questo fosse un problemone, ma per me era importante dimostrare a me stessa che non mi sarei tirata indietro questa volta, avrei dunque riavuto indietro il senso di libertà che mi era stato sottratto. 




martedì 29 dicembre 2020

Quattro Lady per un libro #4 - C'era una volta un duca di Erica Ridley


Salve, readers! Anche durante le feste, abbiamo desiderato non perderci la puntata di questa rubrica. Stavolta, vi parleremo di un libro autopubblicato, primo di una delle tanti serie di Erica Ridley, che ci porterà a conoscere dei duchi piuttosto problematici. A me il dovere di illustrarvi in particolare l'ambientazione.


Titolo: C'era una volta un duca 
Autrice - Erica Ridley
Editore - Self
Prezzo - 0,99 € ebook
Link d'acquisto: QUI

Attenzione ai romantici spiriti dei Natali passati…

A causa delle condizioni previste dal testamento di un parente ormai a lui estraneo, il duca di Silkridge si vede costretto a rivisitare le fredde e spietate montagne in cui ha perso tutto ciò che amava un tempo. Non appena avrà recuperato l’eredità della sua famiglia se ne tornerà a Londra, dove è il suo posto. Di certo non riaccenderà la scintilla proibita che crepita tra di lui e l’irresistibile peperina che si è lasciato alle spalle…

Noelle Pratchett è immune agli affascinanti farabutti della schiatta dell’arrogante duca. Lui le ha rubato il cuore, le ha rubato un bacio e poi se n’è andato di notte per non tornare mai più. Ora ha fatto ritorno… ed entrambi sanno che non resterà. Ma come farà Noelle a mantenere i suoi gelidi scudi quando ogni singola occhiata ardente la scioglie fin nel profondo?

“I Duchi di Natale” è una serie di commoventi avventure Regency ambientate in un pittoresco villaggio innevato. Dopotutto, nulla scalda una notte invernale come trovarsi tra le braccia di un duca!

Come si può non amare il Natale? Con la sua atmosfera di pace e serenità, con il calore di chi ci è caro. Sembra impossibile che qualcuno possa disprezzarlo, ma è così. La nostra storia inizia con un duca che odia il Natale e ha le sue buone ragioni per farlo.  

Il Duca di Silkridge, Benjamin, è un affascinante cinico che detesta con tutto se stesso la festa del Natale. Gli ricorda la morte dei genitori e, come se non bastasse, il suo odiato nonno ha creato un villaggio proprio dedicato alla festività. A Nashtale, chiamato dai suoi abitanti Natale, è festa tutto l'anno, e dopo vari anni, il Duca deve farne ritorno. Suo nonno è morto e c'è la lettura del testamento. Non si aspetta in eredità terre o soldi, visto il rapporto astioso tra loro, ma Benjamin rivuole un medaglione indietro, un ricordo della defunta madre che gli è stato sottratto dal vecchio eccentrico. Il testamento è rivelato e lui potrà riavere indietro il medaglione ma per ottenerlo dovrà sottostare a delle condizioni, aiutato da una sua vecchia fiamma, Noelle  Pratchett. Quest'ultima è un'orfana di Nashtale che ha condiviso con il bel Duca, quattro anni prima, un meraviglioso bacio. Pensava che poteva esserci qualcosa ma lui invece scappò, lasciandola con il cuore spezzato. Non voleva ricascarci ma l'attrazione tra loro ritorna più forte che mai e, stavolta, per il Duca sarà difficile di andarsene.

Noelle e Benjamin sono uno l'opposto dell'altro. Una ama il natale, il suo villaggio festoso e ricco di amore, mentre lui odia quello che ama lei e non vuole scendere a compromessi. Tuttavia, entrambi sono capaci di fare qualsiasi cosa per ciò a cui tengono. Noelle per i suoi amici e Benjamin per il popolo britannico, come Lord del Parlamento e ottimo politico. Quest'ultimo non sa cosa sia l'amore. Sua madre è morta nel darlo alla luce e, a causa di questo, suo nonno l'ha sempre biasimato. Suo padre, invece, è morto presto, lasciandolo solo con il titolo e le ricchezze. L'unica volta che ha conosciuto la felicità è stato proprio a Nashtale e questa felicità ha il nome di Noelle. Rivederla dopo anni, risveglia in lui sentimenti mai del tutto sopiti ma stare con lei equivarebbe accettare il villaggio e la festa che tanto odia. 

Benvenuti a Natale! Il nostro pittoresco villaggio si annida attorno a Marlowe Castle, sulla vetta della splendida montagna che noi chiamiamo casa. Nashtale è noto soprattutto per l’allegria natalizia che lo contraddistingue durante l’intero anno. Qui, tutti sono una famiglia. La leggenda dei dodici duchi? È assolutamente vera! Ma forse non è esattamente come ce la si aspetta…

Nashtale è un pittoresco villaggio tra le montagne, creato dal bizzarro Lord Marlowe, nonno di Benjamin.  I suoi abitanti sono tutti amici e si festeggia Natale tutto l'anno. Ha un gazzettino ed ospita il festival del Yuletide dal sei di dicembre fino al cinque gennaio. Ricevono turisti da ogni dove per respirare la loro calda allegria e festeggiare in compagnia. Un'ambientazione davvero invitante e particolare. Uno dei punti a favore di questa storia.

Ma a parte l'ambientazione e qualche romantica e dolce scena che ho molto apprezzato, ho provato noia e indifferenza. Non succede niente di spettacolare, è stata una lettura semplice dove un freddo Duca scopre la felicità e va oltre il suo disprezzo per il Natale, dove una ragazza semplice e allegra può riuscire a fare questa magia. Una storia fiabesca che si legge in un attimo grazie allo stile scorrevole della Ridley. È stato il primo libro che ho provato di lei e penso che ne leggerò altri. Ma senza troppe pretese.





sabato 26 dicembre 2020

A Chaotic Blogger's Reflections - La serie Netflix "Bridgerton"

 

Io amo Julia Quinn da tanto tempo. Ero solo un'adolescente assettata di amore, affascinata da uomini prestanti e meravigliosi, quando lessi per la prima volta "Il duca e io". La serie dei "Bridgerton" è, di sicuro, tra le più riuscite della Quinn, per non dire la migliore. Tramite ciò, si è fatta conoscere a milioni di lettrici, il suo stile ironico e frizzante ha fatto breccia nei loro cuori all'istante. Io sono una di quelle lettrici, una di quelle che smania per ogni suo libro, una di quelle che vuole leggere le sue storie per ritrovare il buon umore. Quindi, a questo punto, potete immaginare il mio scetticismo riguardo a questa serie Netflix. Non sapevo se esserne felice o amareggiata. Temevo che potessero rovinare la storia che ho tanto amato ma allo stesso tempo ne ero intrigata. Non ci troviamo sempre a questo punto quando sappiamo di una serie tv "ispirata" a romanzi che rientrano tra i nostri preferiti? Ho cercato di dimenticarmi dei romanzi e dedicarmi a questa curiosa trasposizione e devo dire che i risultati sono stati abbastanza buoni.


Quando scoprii del cast scelto per questa serie, non posso negare di non aver storto un po' il naso riguardo alla scelta di un Simon di colore, per non parlare di molti nobili, tra cui la regina. Questa mia reazione non è per razzismo, ci tengo a sottolineare. Sono una che crede nei pari diritti e non ho assolutamente niente contro le persone che hanno il colore della pelle diversa dalla mia. Il fatto è che questo rappresenta un'incongruenza storica pazzesca. Siamo nel periodo della Reggenza, i neri non potevano ambire a posizioni sociali così elevate, ma questa serie ha scombussolato la storia a favore di una serie che rappresenta anche principi che abbraccio volentieri ma che non approvo vedere in uno storico. E' palese che Netflix abbia voluto far vedere una società integra, senza pregiudizi, in cui neri e bianchi hanno pari diritti, e, nonostante il mio lato amante della storia stia ancora ruggendo frustrato, sono andata ad accettarlo fino a provare apprezzamento. Tutti gli attori sono stati magnifici, hanno superato le mie aspettative e quel Simon, su cui avevo dei dubbi, ha saputo conquistarmi con il suo charme. 

La prima cosa che ho pensato quando ho visto il trailer è stato che potesse essere una specie di Gossip Girl in ambientazione storica. Non che la mia opinione non sia stata veritiera alla fine ma, almeno per Gossip Girl, abbiamo scoperto dopo molti episodi chi fosse "la talpa" mentre qui abbiamo una Lady Wistledown che fa parlare di sé e che purtroppo ne scopriremo l'identità nell'ultima puntata della prima stagione dei Bridgerton, composta da soli otto episodi. Ma dove sono finite le serie lunghe? Dove è finita la suspence? A questo punto voglio mettere in avviso chi non ha ancora letto i libri e non vuole rovinarsi la sorpresa. NON guardate la serie o comunque l'ultima puntata. Questa è stata una scelta che non ho gradito per niente. Per scoprire l'identità di Lady Wistledown, si deve arrivare a leggere il quarto libro della serie e il telefilm lo spiattella come se niente fosse. Questo è stato uno dei misteri che ha incuriosito milioni di lettrici all'epoca e ci è voluto Netflix, a fine 2020, per rendere la cosa di poco conto. Davvero, grazie tante.



Daphne è la quartogenita dei Bridgerton, prima delle ragazze a debuttare in società. Il suo esito matrimoniale determina il futuro delle sue sorelle ed è gestito da un fratello maggiore piuttosto protettivo. Una vera sfortuna visto che si ritrova senza pretendenti ma in suo aiuto arriva un caro amico di suo fratello, Simon, divenuto Duca e, di conseguenza, preda più ambita dalle madri di fanciulle in età da marito. Nasce un accordo tra loro, per rendere desiderabile lei a ottimi pretendenti e inavvicinabile a lui nel mercato matrimoniale. Si fingono una coppia felicemente innamorata ma la finzione fa presto a diventare realtà. Tuttavia giungono ombre dal passato di Simon che impediscono il raggiungimento della felicità nella coppia. Le menzogne hanno vita breve ma, alla fine, l'amore può superare l'odio più profondo?
A differenza del romanzo che predilige l'ironia, nel telefilm abbiamo più dramma. Fa vedere aspetti più cupi e scandalosi di come la Quinn ci aveva abituate. Il telefilm non lascia scampo, fa vedere la freddezza nei matrimoni combinati dell'epoca, la dissolutezza dei gentiluomini fuori dalle mura domestiche e di come le donne nate senza sangue blu avessero poche aspettative per il futuro. Nonostante, questa prima stagione ricopra la storia del primo libro "Il duca e io" e i protagonisti siano Daphne e Simon, vediamo in questi otto episodi anche altre storie che possono fare da prologo per le prossime stagioni. Anthony, il primogenito Bridgerton, ha il dovere di provvedere alla sua famiglia, è sommerso di responsabilità, e dentro di sé c'è una guerra tra sentimenti e doveri. Benedict si sente fortunato a essere il secondo figlio per non essere costretto a sposarsi e mettere al mondo un erede ma anche lui vorrebbe seguire i suoi desideri. Mentre Colin ancora non sa niente del mondo ma è un gentiluomo gentile che desidera sempre fare la cosa giusta. Poi abbiamo Eloise, il cervello della famiglia, che non desidera assolutamente trovare marito e fare figli. La posizione svantaggiosa della donna nella società le impedisce di fare quello che vuole e l'unica con cui riesce a scambiare opinioni è la sua amica Penelope. La cara Pen, lei avrà i suoi problemi in famiglia e in amore ma è un personaggio che fa tenerezza e che vorresti come migliore amica. Per i più piccoli Bridgerton, invece, ci sarà tempo di parlarne nelle future stagioni. Comunque, ho adorato i momenti tra fratelli e anche la dolcezza di mamma Violet. Gli attori hanno avuto una tale intesa da farmeli sembrare davvero una famiglia amorevole e invidiabile. 


Tirando le somme e tralasciando le incongruenze storiche, questa prima stagione è stata emozionante e piacevole. L'interpretazione del cast è stata ottima e l'intesa tra i protagonisti perfetta, a mio parere, tuttavia non perdonerò mai Netflix per aver dato un finale così rivelatore. E' stata la prima volta che ho aspettato il Natale per vedere una serie tv e, una volta iniziata, non sono riuscita a smettere di vederla fino alla fine. Una bella maratona, non c'è che dire. Questa serie ha i suoi difetti ma i punti più importanti del libro li ha mantenuti e ha saputo affascinarmi con tutti questi scandali e amori. Le canzoni poi... davvero magnifiche. 


Voglio dare un consiglio a chi ancora deve vedere la serie e ha letto i libri. Cercate di non pensare alla storia originale e prendete questa trasposizione come un "extra", un omaggio a Julia Quinn, senza cercare troppe differenze e 'peli nell'uovo'. A me è risultato difficile dimenticare le origini ma ci sono riuscita, almeno in parte.  Godetevi tutto questo, senza troppi paragoni, e aspettiamo impazienti la prossima stagione. Per chi, invece, ancora non conosce Julia Quinn, Netflix potrà portarle nuovi lettori, senza dubbio. 

GIUDIZIO FINALE: 
e poco più



giovedì 24 dicembre 2020

Recensione - Enola Holmes: Il caso del marchese scomparso di Nancy Springer


Titolo: Enola Holmes: Il caso del marchese scomparso
Autore: Nancy Springer
Genere: Young Adult, Mistery, Historical Fiction
Editore: DeA Planeta
Uscita: 15 Settembre 2020

Enola Holmes non augurerebbe a nessuno di essere la sorella minore dei due zucconi inglesi più famosi al mondo. Mycroft e Sherlock Holmes. Che la guardano sempre dall'alto e la credono una femminuccia capricciosa. Per fortuna la loro madre la pensa diversamente... Quando però la donna scompare nel nulla, le cose per Enola precipitano e i fratelli decidono di spedirla in collegio, convinti che quel posto farà di lei una docile signorina. Ma Enola, che non ha mai obbedito a Mycroft e Sherlock un solo giorno in vita sua, non inizierà certo adesso. E se quei due sono troppo ottusi per aiutarla nella ricerca della madre, ci penserà lei a indagare. Così, in sella alla sua bicicletta, Enola fugge di casa e si mette in viaggio verso Londra. E se sulla strada dovesse imbattersi nello strano rapimento di un giovane marchese, be'... sarebbe l'occasione perfetta per dimostrare quanto risolvere casi sia elementare, per una Holmes! Tra intrighi, indagini e inseguimenti mozzafiato, con questo romanzo iniziano le avventure di un'eroina intelligente e caparbia, capace di farla sotto il naso dello stesso Sherlock Holmes.

L'hype era alle stelle per questa serie che si prospettava molto interessante. Dalla prima volta che vidi il trailer del telefilm Netflix, con quel cast meraviglioso, decisi di vederlo. Piaciuto quello, volli leggere il libro e non è andata affatto male. Leggere di questo personaggio così coraggioso e astuto, un esempio lampante di come le donne possano andare al pari degli uomini, mi ha gratificato non poco. Temevo che fosse una lettura troppo "young" per me ma, invece, si è dimostrata una lettura adatta a tutti, sia per grandi che per piccoli lettori.

Enola Holmes è l'ultima nata in casa Holmes. Una ragazza sveglia, cresciuta dalla progressista madre Eudoria e ignorata dai fratelli maggiori Mycroft e Sherlock. Un giorno, sua madre scompare misteriosamente e si ritrova da sola nella residenza di famiglia, ormai in declino per la mancata manutenzione. A Enola non resta che chiedere aiuto ai suoi fratelli ma quando questi ultimi vedono le condizioni della casa e la mancanza di educazione della sorella, decidono di mandarla in collegio. Ovviamente lei non vuole diventare una signorina per bene, desidera solo ritrovare sua madre, e, di conseguenza, fugge via con la missione di trovarla da sola. Ma nel suo viaggio, le capita tra le mani un caso. Un marchese è scomparso e questa può essere l'occasione giusta per dimostrare alla società e ai suoi fratelli che anche una donna può essere intelligente e brava quanto un uomo. Anche la piccola Holmes ha le carte in regola per essere qualcuno.

Enola è cresciuta con idee che all'epoca era inconcepibili per una donna. Sua madre ha sempre creduto in lei e le ha insegnato ad usare l'ingegno e a combattere, invece che arti più raffinate come il ricamo. Ha la grinta per superare le regole imposte dalla società, di andare per la sua strada senza mai abbattersi. Mycroft e Sherlock la ignorano, reputandola un fastidio, ma non potranno far finta di niente ancora a lungo. Enola ha sete di giustizia e di conoscenza, una degna parente dell'investigatore che molti di noi abbiamo imparato ad amare.

La Springer ha voluto far nascere una piacevole aggiunta alla famiglia Holmes, omaggiando ciò che ha creato il grande Doyle e dando importanza alla figura della donna. Tramite Enola, vediamo il progresso, una rivincita contro una società dove le donne devono solo stare alle regole degli uomini e non possono dar voce ai loro desideri. 

Grazie mille alla DeA per la copia omaggio!


mercoledì 9 dicembre 2020

Recensione - Sulle tracce di Jack lo Squartatore di Kerri Maniscalco

 
Titolo: Sulle tracce di Jack lo Squartatore
Autore: Kerri Maniscalco
Genere: Storico, Mistero, Romantico
Editore: Mondadori
Uscita: 15 Settembre 2020
Pagine: 372
Prezzo: 20,00 €

È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.
Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d’esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.

È banale dirlo ma non credevo che mi sarebbe piaciuto così tanto questo libro. All'inizio ne avevo il timore, credevo fosse troppo 'creepy' per i miei gusti ma alla fine le scene più cupe, non solo sono state tollerabili ma addirittura interessanti. Audrey Rose e Thomas hanno fatto breccia nel mio cuore... ma stessero lontani da me con il bisturi.

Audrey Rose Wadsworth è una signorina di buona famiglia. Dietro al suo aspetto da perfetta lady inglese, però, si nasconde un'aspirante medico legale, e cerca, all'insaputa dell'ansioso padre, di seguire gli insegnamenti di suo zio. Ed è proprio grazie a lui che fa la conoscenza del misterioso, quanto attraente, Thomas Cresswell, altro studente di medicina legale dalla mente molto acuta. Quest'ultimo si rivelerà non solo un ottimo allievo di suo zio ma anche un perfetto complice nelle sue investigazioni riguardo a Jack lo Squartatore, il killer che continua ad uccidere donne e a spaventare Londra. 

Ho adorato la testardaggine di Audrey Rose, la sua ambizione nell'affermarsi nella medicina legale. A quel tempo, le nobildonne dovevano solo pensare a partecipare a balli e a tè pomeridiani, dare importanza alla casa, al lignaggio e al loro aspetto. Ma la nostra protagonista ha altre preferenze, una giovane donna fuori dalle righe, che ama maneggiare bisturi e non teme il sangue e i cadaveri. Non ho potuto che ammirarla tutto il tempo. Poi, con Thomas, crea un ottimo duo alla Holmes-Watson. Un intesa, un incontro di anime affini che sboccia presto in qualcosa di più forte. Due menti brillanti che, insieme, si addentrano di continuo nella morte. Loro dimostrano che anche tra i cadaveri, nei posti meno romantici dell'universo, può nascere l'amore. Thomas mi ha fatto battere il cuore all'impazzata. In lui ho visto un uomo tormentato dai suoi fantasmi, un genio che si crede un mostro. Il suo personaggio è complesso e affascinante come pochi. 

L'autrice ha creato una storia davvero avvincente, usando a suo piacimento fatti di cronaca realmente accaduti. Jack lo Squartatore rimane uno dei peggiori assassini che l'Inghilterra abbia mai conosciuto e la sua identità rimane tuttora un mistero. La sua storia mi ha sempre fatto venire i brividi ma anche incuriosito. Cosa spingeva quest'uomo a uccidere prostitute? Come ha fatto a non farsi mai catturare? Tutte domande a cui, a modo suo, la Maniscalco ha risposto. Il suo è un romanzo che ci porta nei meandri oscuri della morte, alla ricerca di verità amare, in grado di ridurre in pezzi l'animo. Una lettura bellissima che non lascia indifferente.

Grazie mille alla Mondadori per la copia omaggio!


domenica 6 dicembre 2020

Storytelling Chronicles #8

Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara della Nicchia Letteraria

Salve a tutti! Eccomi, di nuovo in ritardo e mi scuso per questo, con il racconto del mese di Novembre. Stavolta il tema era basato sulla poesia. Dovevamo scegliere tra alcuni versi e trarne qualcosa. Io ho scelto questo e, inoltre, ho deciso di continuare con la famiglia Johnson, conosciuta già in precedenti racconti. A gran voce mi hanno chiesto di dare spazio anche a Theo, il bambino in My Beautiful Teacher e poi uomo in Reality of Love, quindi perché non accontentare il gentile pubblico? ;) Spero mi perdonerete per gli errori ma ho avuto praticamente tempo zero per rileggere. Fatemeli presente, senza problemi nei commenti che provvederò a correggere.

Poesia da cui è tratto il racconto:
Quando si sente ridere sulla collina (William Blake)

Quando si sentono sul prato le voci dei bambini
e si sente ridere sulla collina
il mio cuore, qui dentro, è in pace
e tutto intorno è tranquillo.
“Bambini venite a casa, il sole è andato giù
e sale la rugiada della notte.
Venite, smettete di giocare e andiamo via
finché nel cielo non tornerà il mattino”.
“No no, lasciaci giocare, è ancora giorno
e non possiamo andare a dormire;
poi in cielo volano gli uccellini
e le colline son tutte piene di pecore!”.
Vedi le foto: Giochi all’aria aperta
“Va bene, continuate a giocare finché c’è luce
e poi venite a letto”.
I bambini saltavano e gridavano e ridevano
e tutte le colline risuonavano.

Family is everything


TRAMA: La famiglia Johnson ha organizzato un picnic e Theo ne approfitta per riflettere sulla sua vita.
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Le risate dei bambini. Era musica per le mie orecchie. Poi il sorriso di chi mi è caro. Era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento e che mi era mancato tanto. 
A causa del lavoro e di vari impegni, io e i miei famigliari non riuscivamo più tanto spesso a vederci quindi occasioni come queste erano oro.
I miei zii, Julian e Cecily, avevano avuto la splendida idea di organizzare un picnic al parco. Il giorno giusto era arrivato e il tempo era splendido. Era primavera e, insieme al calore del sole, ci avvolgeva una fresca brezza. Rimasi seduto, con la schiena schiacciata sulla corteccia di un albero. 
Guardai di fianco a me mia moglie, la mia Leah. Il vento, birichino, le scompigliava di continuo la sua bellissima chioma castana, facendomi sorridere ancora di più. Gli occhi luccicanti di amore mentre osservava il figlio che mi ha donato. Carl aveva solo sei anni ma era un vero e proprio uragano. Portava il suo cuginetto di due anni sulle spalle, per dimostrargli quanto era forte. 
Molte cose sono cambiate in questi anni e non pensavo di poter essere più felice. Quando pensavo di poter vivere solo per la mia famiglia, ecco che sulla mia strada si presenta una donna tutto pepe. Una donna che, non appena ha posato i suoi occhi azzurri su di me, mi ha avuto in pugno.
Leah era la figlia di uno dei fotografi che più ammiravo. Ci siamo incontrati per puro caso a un meeting e capii subito che era quella giusta. La sua risata era spontanea, la sua bellezza radiosa. La osservai per tutto il tempo. A un certo punto, si sentì fuori un rumore di gomme. Una macchina aveva urtato qualcosa. Ci avvicinammo tutti alla finestra e vedemmo che un cane era stato investito. Lei lo raggiunse, ignorando le misere proteste del guidatore e le occhiate della gente. Uscii anch'io. Controllò la povera bestiola con una professionalità notevole, che mi lasciò di stucco. 
E' una veterinaria, dunque.
Il suo sguardo si illuminò. Voleva dire che c'era speranza di sopravvivenza per lui. Non esitai oltre e la aiutai a sollevare l'animale. Non era tanto pesante, era un meticcio dal pelo bianco e marrone.  Non vedevo sangue ma forse la botta, oltre a farlo svenire, poteva avergli causato danni interni. La donna sgranò gli occhi e mi guardò interrogativamente.
-La mia macchina è quella lì. Possiamo usarla per portarlo dal veterinario.- dissi.
-Io sono una veterinaria.- Ebbi la mia conferma.
-Allora fatemi strada, signorina...-
-Dumphrey. Leah Dumphrey.-
Sdraiammo il cane sui sedili posteriori, lei si mise accanto a lui mentre io andai alla guida. In pochi minuti raggiungemmo il suo studio e da lì lasciai fare tutto alla professionista. Avevo provato un dolore al cuore nel vedere quell'animale. Mi ricordò di Hugo, il mio amico più caro. Quante ne avevamo combinate. Ero sicuro che adesso fosse in un posto migliore.
La visita durò più di mezz'ora e, nel frattempo, io rimasi nella sala d'attesa. Non credevo nei colpi di fulmine, credevo negli amori veri e perenni, ma quando vidi quella donna per la prima volta, provai emozioni mai provate prima. Avevo avuto qualche storia in precedenza ma nessuna era paragonabile a ciò. 
Lei uscì e, subito, cercò un contatto coi miei occhi. Mi sorrise e capii che era andato tutto bene. 
Chi l'avrebbe mai detto che poi, però, quel cane sarebbe diventato nostro, il nostro piccolo Jolly. Non risultava fosse di nessuno e quindi decisi di prenderlo con me. Fu come se Hugo mi avesse mandato un successore degno di stare al mio fianco. E allo stesso tempo, presi anche la decisione di corteggiare Leah Dumphrey. 
Usai tutto il mio fascino per conquistarla, ci frequentammo regolarmente per vari mesi, quando alla fine ottenni le parole che tanto avevo desiderato.
Ti amo.
E mi sentii completo. 
Me ne erano successe tante nella vita. Avevo perso i miei genitori da bambino, avevo sofferto, pianto, ma da quel dolore sono riuscito a rialzarmi ed essere felice. Ho visto la mia famiglia crescere sempre più ed ora, che sentivo le risate dei bambini riecheggiare tra le colline del parco, mi sentii grato al Destino. 
Inspirai il profumo dell'aria aperta e sorrisi a mia cugina che si mise seduta di fronte a me, sulla tovaglia da picnic.
Heather e Alan avevano avuto un figlio, Oliver, seguito due anni dopo da un secondo che ora stava dormendo beato tra le braccia della madre. Il primo era la copia della madre quanto il secondo quella del padre. 
Oliver seguiva il padre e il cugino Carl come un'ombra. Erano i suoi idoli e cercava di fare tutto quello che facevano loro. Ed era proprio questo il problema, non sempre quei due erano buoni esempi e questo faceva impazzire la povera Heather che cercava di far capire al figlio che non poteva fare proprio tutto.
Alan tirò fuori l'aquilone. Era un gioco che non si faceva più tanto spesso ma a cui noi tenevamo ancora tanto. Da bambino, zio Julian ci aveva portato varie volte a farlo volare. 
E a proposito di lui, lo cercai intorno. Dov'era finito? Zia Cecily era ancora in cima alla collina a tentare di disegnare il panorama e pensavo che lui fosse lì con lei. 
Ma neanche il tempo di formulare un'ipotesi di dove fosse che lo intercettai dietro a mio figlio. Gli fece un agguato e poi subito volare sopra le sue spalle. Carl strillò dalla sorpresa per poi ridere e aggrapparsi meglio tra le braccia dell'uomo. Zio Julian diceva che Carl somigliasse a me, ma aveva i capelli castani di Leah, e direi anche il carattere vivace.
Alan passò l'aquilone al suocero e lasciò che i bambini continuassero a divertirsi con lui, poi raggiunse la moglie e l'altro figlioletto, Sebastian. Baciò la fronte di Heather e posò lo sguardo di profondo amore sulla sua creatura.
Guardavo sempre la loro famiglia con orgoglio perché potevo dire, con assoluta certezza, che era anche grazie ai miei discorsi sull'amore se loro si erano messi insieme al liceo. Erano una coppia perfetta che ha continuato ad amarsi anche a distanza, quando Alan si era dovuto allontanare per frequentare la facoltà di legge. Ora era un bravissimo avvocato e un soddisfatto padre di famiglia. E  Heather era diventata un'insegnante come aveva desiderato, nonostante l'insicurezza iniziale. 
David, invece, stava ancora imparando per diventare un buon dottore, e spesso e volentieri chiedeva consigli anche a Leah. 
Avrei voluto immortalare questa giornata. Tutto era perfetto, la felicità ne era sovrana. 
Avrei voluto che non finisse mai ma vidi che il sole stava per andare via, il tramonto aveva portato con sé un vento più frizzantino.
-Ragazzi, credo sia ora di andarcene. Sta cominciando a fare freddo.- li chiamai. I bambini e mio zio si girarono verso di me, piuttosto contrariati.
-Ancora un po', papà. E' presto, c'è ancora il sole.- ribatté con il broncio, Carl.
Io sorrisi e sbuffai. In effetti, il sole ancora non ci aveva lasciato del tutto. Male non avrebbe fatto godere ancora un po' di questi momenti insieme. 
Leah appoggiò la testa sulla mia spalla. I nostri sguardi si incontrarono e lei mi sorrise maliziosa.
-Non preoccuparti per il freddo. Ti scalderò io.- fece l'occhiolino.
Quanto l'amavo.
-Ok, allora. Ma solo se lo farai anche per il resto della tua vita.- la provocai.
Lei scoppiò a ridere e poi mi schioccò un bacio sulla bocca. 
-Promesso. Non ti libererai mai di me, Theodore Jones.- 
E non ebbi bisogno di nient'altro. Né adesso né mai.

FINE

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Mi auguro che vi sia piaciuto. 
Con questo, credo di poter dire di aver dato la giusta conclusione a questa famiglia. Adoro i lieto fine e non potevo non darglielo a loro. 
A presto e alla prossima puntata ;)


sabato 5 dicembre 2020

Uscite natalizie della Literary Romance

 La Literary Romance si dà alla pazza gioia, pubblicando non una ma ben tre libri la prossima settimana. Ottimi per passare un natale all'insegna dell'amore, godendo anche di ambientazioni deliziose.


Data di uscita: 10/12/20
cartaceo pag. 427 € 15,90
ebook kindle € 1,99 offerta lancio
Genere: romance storico
Auto conclusivo

1876. Tra le buie e malfamate vie della periferia di Whitechapel, vive Sarah, un’orfana come ce ne sono tante a Londra. Tra furti e fughe, nascondigli e lotte per la sopravvivenza, la sua vita sta per cambiare. Nel frattempo, ad Alpatraum, in Sassonia, alla nobile famiglia Graze viene recapitata una lettera datata 1866: si tratta di una richiesta d’aiuto da parte della cugina Angelika, scappata anni prima con il suo amato. La missiva menziona una bambina da ritrovare, sperando che sia ancora viva per raccontarle la verità. Ha così inizio una turbolenta avventura che coinvolgerà nobili, camerieri, e giovani donne per niente disposte a sottostare alle regole di corte.


Data di uscita: 10/12/20
cartaceo e ebook kindle
Genere: romance storico
Auto conclusivo

Inghilterra – Cairo, 1889
Athena de Winter ha tutto ciò che una giovane donna può desiderare: è bella, ricca, aristocratica. È fidanzata con Lord Walter Clayton, affascinante e devoto, ha un affezionato e alquanto eccentrico cugino, è circondata da persone che la amano, e tuttavia non è felice.
L’arrivo di un gioiello inviatole dal padre, instancabile e avventuroso viaggiatore, segna una svolta nella quieta esistenza di Athena, trascinandola in un vortice di eventi drammatici e inquietanti che la condurranno, suo malgrado, nel misterioso mondo dell’antico Egitto, rendendola protagonista di riti cruenti, fughe e inseguimenti, avventure che aveva soltanto immaginato e dove, inaspettatamente, ritroverà l’amore che credeva perduto e che dovrà riconquistare.


Data di uscita: 15/12/20
cartaceo pag. 120 - ebook kindle € 1,99 offerta lancio
Genere: Regency
Libro-Game: scegli tu il finale.

Siamo a Highbury. Esattamente un anno dopo i fatti narrati da Jane Austen in Emma.
John e Isabella sono arrivati ad Hartfield per trascorrere il Natale come da tradizione e quest’anno Emma ha deciso di dare un ballo proprio la Vigilia di Natale.
A impegnarla subito però, e sicuramente più del dovuto, non sono tanto i preparativi per il ballo, quanto i suoi ospiti, sua sorella e suo cognato. Quest’ultimo in particolare, John Knightley, si comporta stranamente, è insolitamente attivo e socievole, diversamente dal solito.
Attenta a non disturbare troppo Mr. Woodhouse, a non irritare suo marito George, e a proteggere Isabella, Emma si ritroverà immischiata in quella che sembra a tutti gli effetti una illecita liaison di suo cognato John con Miss Prince, un’insegnante della scuola per signorine di Mrs. Goddard.
Tutto questo metterà a rischio il Natale? Emma sarà in grado di salvarlo o di rovinare tutto?
Divertitevi a scoprirlo tra le pagine del libro e se non vi piacerà il finale, nessun problema, potrete sempre tornare indietro e scegliere quello che più vi aggrada!
Buona lettura e buon divertimento!



Anteprima - Alto Profilo di Sarah Bernardinello

Prossima uscita dalla Quixote Edizioni. Un romanzo ricco di mistero e attrazione.


TITOLO: Alto Profilo
AUTRICE: Sarah Bernardinello
SERIE: Stand Alone
GENERE: Suspense
FORMATO: E-book (Mobi) e cartaceo
PAGINE: 315
PREZZO: €3,99 (e-book) – disponibile su Kindle Unlimited
DATA DI USCITA: 11 dicembre 2020
 
TRAMA:
Qualcuno si apposta nell’ombra. Qualcuno che sembra aver preso di mira le dipendenti dell’ospedale di una città ai piedi delle Dolomiti.
Finché non si verifica una nuova aggressione e viene versato del sangue…
È in questo frangente che Roberto Monestier, Ispettore Superiore della Polizia, inizia a indagare insieme alla sua squadra, e si scontra con la migliore amica di una delle vittime.
L’Ispettore si ritrova ad avere a che fare con una forte attrazione, dopo essersi chiuso in se stesso per anni, mentre cerca con tutte le sue forze di scoprire il colpevole di tre aggressioni.
Perché le donne? Perché queste tre donne in particolare? Qual è il legame che le unisce?
E come convincere la dottoressa Bianca Martini, coraggiosa e appassionata dottoressa del 118, che le apparenze, a volte, ingannano?



martedì 1 dicembre 2020

Review Party - Stavolta è per sempre di Aya Ling


Giorno! Eccoci arrivati al volume che conclude - almeno per il momento - le avventure della Cenerentola Sbagliata. Di seguito alle info, vi lascio la mia opinione ;)


Titolo: Stavolta è per sempre
Autore: Aya Ling
Serie: Le favole incompiute #3
Genere: Retelling; fantasy YA
Data di pubblicazione: 27 novembre 2020
Traduzione: Elisabetta Rindone
Cover: Franlu

TRAMA
Immaginate che per una serie di magiche circostanze Kat sia sopravvissuta.
Immaginate che torni ad Athelia come Katherine Wilson, e che Edward non veda l’ora di ricondurla a palazzo come sua legittima sposa.
Potrebbe mai essere così semplice per loro?
Gli ostacoli, questa volta, sembrano impossibili da superare. Il matrimonio fra una cittadina comune e un reale non è riconosciuto e il Principe è già legalmente sposato con la vera Katriona Bradshow che non vuole per nessun motivo rinunciare al suo titolo.
Aggiungeteci un inverno molto rigido e un malessere crescente nei confronti dell’aristocrazia a causa dei privilegi di cui gode e dei prezzi esagerati del cibo. E se a Moryn scoppiasse una rivolta?
Immaginate… Riusciranno Kat e Edward a raggiungere il loro lieto fine?
Stavolta, sarà per sempre?

Quando si arriva alla fine di una storia, purtroppo, subentra quella amara sensazione di volerne ancora. Una storia infinita che è impossibile avere e che rimarrà a libera interpretazione del lettore. Siamo abituati alle storie con un solo lieto fine ma qui Aya Ling, non solo ci gioca ma lo rende un miraggio. Kat e Edward sfiorano un felice epilogo più di una volta ma stavolta devono averlo, a qualsiasi costo.

I problemi per questa coppia sembrano non finire mai. Kat riesce a tornare ad Athelia ma ha ancora molto da affrontare per essere finalmente felice con il suo principe. Le questioni politiche si mischiano con quelle amorose e la magia dei Goblin si mette di nuovo in mezzo per l'ultima volta. È grazie a quest'ultima che Kat e Edward si incontrano, che Athelia ha a che fare con una mente innovativa come quella della ragazza, ma non è stata sufficiente per farla rimanere. In questo capitolo conclusivo, invece, sarà la volta buona, Kat potrà restare ad Athelia ma per i problemi a corte e per il suo principe dovrà usare la sua forza e intelletto. Nessuna magia potrà aiutarla.

Kat è un bruco diventata farfalla. Un frutto ancora acerbo che è poi maturato. Agli altri inizi non sapeva nemmeno parlare con un ragazzo carino senza diventare goffa mentre adesso è diventata un abitante di Athelia. Il suo mondo ormai le risulta vuoto senza il suo Edward, nonostante la vicinanza della sua famiglia, e la scelta di ritornare ad Athelia, seppur sofferta, sente che è quella giusta. Edward la sostiene volentieri nelle sue idee e cerca con tutto il suo amore di non farle mai rimpiangere la scelta. Lui è semplicemente magnifico. Ama Kat per quello che è e smuoverebbe mari e monti per poter stare insieme. 

Aya Ling ha dato uno schiaffo morale alle solite favole per creare una storia molto romantica ed emozionante. Niente principi che perdono la testa per il primo bel visino, nessun regno perfetto dove tutti sono felici. L'ambientazione, seppur fiabesca, mostra anche un lato realistico, in cui ci sono persone povere e disagiate, non solo nobili che godono del loro lusso e lo scintillio della corte reale. Due rovesci della stessa medaglia. Questo mi piace di Aya. Che ci fa sognare con la bellezza delle favole ma trattando anche temi molto attuali e reali. 
Quella di Kat ed Edward è una storia dolcissima, con la giusta dose di pepe, che ha i requisiti per conquistare lettori di tutte le età.

e poco più

Grazie mille alla Hope per la copia omaggio!