Rubrica ideata da Missie del blog The Unread Reader |
Età: 21
Razza: Daeva
Razza: Daeva
Occhi: Blu
Capelli: Castano scuro
Interesse amoroso: Nazafareen
Darius è un daeva, cioè un demone e padroneggia gli elementi. E' un giovane uomo molto devoto ed è cresciuto sopportando maltrattamenti sia fisici che mentali. Crede di non essere degno dell'amore ma Naz gli farà cambiare idea e renderà la sua vita più luminosa.
Interesse amoroso: Nazafareen
Darius è un daeva, cioè un demone e padroneggia gli elementi. E' un giovane uomo molto devoto ed è cresciuto sopportando maltrattamenti sia fisici che mentali. Crede di non essere degno dell'amore ma Naz gli farà cambiare idea e renderà la sua vita più luminosa.
Il mio respiro si interruppe mentre Darius mi accarezzava il volto con la mano destra. «Anche se fossi libero, sceglierei te», sussurrò.
Qualcosa dentro di me si allentò. Avevo paura che mi vedesse come io vedevo me stessa: mutilata, spezzata. Una creatura degna di pietà e niente di più. Ma mi desiderava ancora molto. Riuscivo a sentirlo.
Qualcosa dentro di me si allentò. Avevo paura che mi vedesse come io vedevo me stessa: mutilata, spezzata. Una creatura degna di pietà e niente di più. Ma mi desiderava ancora molto. Riuscivo a sentirlo.
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«Padre, perdonami», sussurrò. Quindi passò le dita tra i miei capelli e mi fece abbassare. Sentii il sapore salato del suo sangue, ancora caldo. Sentii il suo respiro, la sua lingua. E, mentre lo facevo, lo sentivo assaporarmi. Sentii il nostro desiderio scontrarsi.
Delicatamente mi fece distendere sulla schiena, stando attento a evitare il bracciale. Provò a riprendere il controllo. «Ora dovremmo fermarci.»
«No», dissi. «Non dovremmo.»
«Padre, perdonami», sussurrò. Quindi passò le dita tra i miei capelli e mi fece abbassare. Sentii il sapore salato del suo sangue, ancora caldo. Sentii il suo respiro, la sua lingua. E, mentre lo facevo, lo sentivo assaporarmi. Sentii il nostro desiderio scontrarsi.
Delicatamente mi fece distendere sulla schiena, stando attento a evitare il bracciale. Provò a riprendere il controllo. «Ora dovremmo fermarci.»
«No», dissi. «Non dovremmo.»
Gli presi la mano e me la portai alla guancia. Baciai il tatuaggio sul suo palmo, il triangolo sbarrato che lo marchiava come un daeva malvagio. Il suo cuore batteva forte mentre gli accarezzavo il petto, i solchi sull’addome. E quindi mi trovai con le braccia sopra la testa, mentre Darius mi sfilava la tunica.
Si piegò su di me, il suo faravahar che mi sfiorava i seni. Il calore divampò sulla mia pelle e il mio cuore prese il ritmo del suo mentre Darius ricominciava a baciarmi.
Quando toccai il suo braccio avvizzito, Darius si irrigidì. Tenni ferma la mano, ma non la spostai. «Ti fa male?» gli domandai.
«No. È insensibile. Come se non fosse neanche lì.»
«Allora dovrò toccarti in posti dove sei sensibile.»
«Nazafareen…»
Inarcai la schiena, sfiorando la sua bocca con la mia. Mi rendeva avida, disperata. Non ero mai stata con nessuno tranne lui. Non avevo mai desiderato nessuno tranne lui. Darius mi baciò a sua volta, schiacciandomi sui cuscini e sentii le sue barriere andare in frantumi. Il suo ginocchio si muoveva tra le mie gambe. Avvolsi le braccia intorno a lui, intrecciando le dita tra i suoi capelli. In un batter d’occhio ci trovammo così persi in noi stessi che se il mondo fosse andato a fuoco intorno a noi non ce ne saremmo accorti.
Si piegò su di me, il suo faravahar che mi sfiorava i seni. Il calore divampò sulla mia pelle e il mio cuore prese il ritmo del suo mentre Darius ricominciava a baciarmi.
Quando toccai il suo braccio avvizzito, Darius si irrigidì. Tenni ferma la mano, ma non la spostai. «Ti fa male?» gli domandai.
«No. È insensibile. Come se non fosse neanche lì.»
«Allora dovrò toccarti in posti dove sei sensibile.»
«Nazafareen…»
Inarcai la schiena, sfiorando la sua bocca con la mia. Mi rendeva avida, disperata. Non ero mai stata con nessuno tranne lui. Non avevo mai desiderato nessuno tranne lui. Darius mi baciò a sua volta, schiacciandomi sui cuscini e sentii le sue barriere andare in frantumi. Il suo ginocchio si muoveva tra le mie gambe. Avvolsi le braccia intorno a lui, intrecciando le dita tra i suoi capelli. In un batter d’occhio ci trovammo così persi in noi stessi che se il mondo fosse andato a fuoco intorno a noi non ce ne saremmo accorti.
molto interessante questa rubrica eheheh
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