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sabato 20 ottobre 2018

Recensione - Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett


Titolo - Il Giardino Segreto
Autore - Frances Hodgson Burnett
Editore - Feltrinelli
Uscita - 31 agosto 2017 

Al centro della storia, la vicenda di una bambina orfana, Mary, affidata a uno zio indaffarato e sempre lontano da casa. La prima reazione della bambina, appena arrivata nella villa dello zio, è di rifiuto. Non le piace niente. È scontrosa, capricciosa, scontenta. Ma a poco a poco grazie ai consigli di Martha, una giovane cameriera di origine contadina, la bambina scopre la bellezza dei luoghi intorno alla casa avvicinandosi così alla natura. Ed è sempre Martha a raccontarle una storia che colpisce la sua immaginazione. Esisteva un tempo un giardino, dove l'adorata defunta moglie dello zio amava stare e che per una tragica fatalità fu anche luogo della sua morte, per una caduta dall'altalena. Scosso dal dolore, lo zio decise di chiudere l'entrata del giardino, in modo tale che nessuno potesse più accedervi. Mary, a quel punto, si mette alla ricerca del giardino segreto. È vero, tutti i bambini hanno sempre un luogo segreto, accessibile solo a loro. E talvolta ai loro amici più intimi. Ma in questo caso no, il giardino segreto esiste davvero. È solo da trovare! In questa ricerca, che evidentemente è metafora di una ricerca interiore, la bambina troverà una serie di alleati che l'aiuteranno, tra cui un vecchio burbero giardiniere e due altri bambini: il fratellino di Martha, Dickon, e Colin, anche lui orfano di madre, figlio dello zio e quindi suo cugino...

Credo sia la prima volta che andrò a commentare su un classico. Molti pensano che sia inutile recensire classici, sopratutto di autori defunti già da tempo, facendo equivalere le opinioni personali come fonte di pubblicità sui vari store, ergo passaparola per incrementare vendite per un buon guadagno dell'autore. Ma non credo in questo. Le recensioni sono utili a prescindere se l'autore è vivo o morto, sono opinioni che servono ad aiutare altre persone a decidere e a farsi una propria opinione. Non si tratta di solo mercato e anzi, continuare a parlare di classici serve a tramandare di generazione in generazione bellezze letterarie che non tramontano mai.

La prima volta che lessi Il giardino segreto avrò avuto 11 anni e da allora diventò uno dei miei romanzi preferiti. A distanza di vari anni, rileggendolo adesso non ho potuto fare a meno di innamorarmi di nuovo. Un posto segreto, segreti di famiglia e legami di amicizia assoluta sono gli ingredienti principali usati per creare questo libro.

Mary Lennox ha perso i suoi genitori in India e l'unico parente che ha accettato di prendersene la tutela è stato uno zio quasi sempre assente dalla sua dimora e in continuo viaggio. 
La bambina è viziata, sola e parecchio capricciosa. Non desidera per niente stare nell'enorme residenza dello zio in mezzo alla brughiera. Inizia la sua nuova vita con astio ma grazie alla vivacità della cameriera Martha, ben presto scoprirà cose meravigliose, sopratutto un giardino abbandonato che era appartenuto alla defunta moglie del padrone. Incontrerà anche Dickon, il fratello minore di Martha che l'aiuterà a trovare la bellezza e la magia nella natura, e infine Colin, il cugino della bambina di cui viene tenuta nascosta l'esistenza perché malato. Più il giardino ritorna al suo antico splendore più i due cugini sembrano guarire nell'anima e nello spirito. Mary diventa più gentile e aperta mentre Colin fa prodigiosi progressi fino alla totale guarigione. 
Ma la magia del giardino non finisce qui e aiuterà una famiglia a riunirsi.

Il personaggio di Mary, lo ammetto, non era tra i più simpatici che abbia letto. Anzi, una bambina talmente irritante da farti venire la tentazione di prenderla a sberle. Poi è cambiata ed ho amato tanto il rapporto d'amicizia e intesa tra lei e i suoi nuovi amici, Dickon e Colin. Il primo è un ragazzo allegro, amante degli animali e della brughiera - che resti tra noi, lo vedevo bene insieme a Mary in futuro -, mentre il secondo è stato all'inizio detestabile come la cugina ma è comprensibile visto che, poveretto, ha vissuto sempre segregato a casa e non ha mai mosso un piede dal letto né aperto una finestra per via della sua salute cagionevole. Direi che sarei anch'io piuttosto nervosa con una simile prigionia e sopratutto se mi dicessero quasi ogni giorno che sono prossima alla morte. 

Gli argomenti trattati sono tanti. C'è la differenza di status, dolore per la perdita di una persona amata, il continuo ricordo di un amore, il ritrovamento di una famiglia, la crescita di ragazzi, l'amicizia, il potere della natura e la magia. Un classico adatto a tutte le età che aiuta a riscoprire l'importanza nel credere e nel verde che ci circonda.




venerdì 22 gennaio 2016

Le Anime Bianche di Frances Hodgson Burnett

E dopo questa, giuro che la smetto per oggi. Sapevate che uno dei primi classici che ho letto era Il Giardino Segreto di Burnett? No? Adesso lo sapete e a proposito di Burnett, grazie ad Annarita Tranfici, è arrivata per i lettori italiani l'edizione tradotta di The White People, Le anime bianche, un romanzo breve che l'autrice ha scritto in seguito al dolore che l'ha colpita a causa della morte prematura del figlio Lionel. Potete trovare tutta la storia QUI nel sito della Panesi Edizioni ed ora a noi con le info.



Titolo: "Le anime bianche" ("The White People")
Autore: Frances Hodgson Burnett
Traduttore: Annarita Tranfici
Editore: Panesi Edizioni
Genere: Classici
Collana: Eris
Numero di pagine: 79
Data di pubblicazione: 23 dicembre 2015
LINK ACQUISTO: http://www.amazon.it/anime-bianche-white-people-Eris-ebook/dp/B019PR7IZS/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1451900533&sr=8-1&keywords=le+anime+bianche
Prezzo: 1,99 €

Ysobel è una ragazzina timida e minuta che non ha mai 
conosciuto i genitori e vive, assieme ai tutori Jean Braidfute e Angus 
Macayre, in un castello dall’aspetto austero immerso nella desolata 
brughiera scozzese. Fin dall’infanzia, la bambina mostra di essere dotata 
di un particolare “dono” che la rende diversa da tutti gli altri bambini; 
ella ha il “potere di vedere oltre le cose” e di entrare in contatto con le 
anime dei defunti, ormai libere dalle sofferenze e dalle paure 
dell’esistenza. “Le anime bianche” (“The White People” nella versione 
originale) è un romanzo breve in cui la celebre autrice dei ben più 
conosciuti “Il piccolo Lord” (1886) e “Il giardino segreto” (1911) 
presenta, attraverso gli occhi della propria protagonista, le sue personali 
considerazioni circa ciò che attende l’uomo dopo la morte. Si tratta di un 
racconto carico di motivi gotici, di verità e saggezza, in cui emergono non 
soltanto il talento narrativo dell’autrice ma anche alcuni dettagli che 
rimandano al personale rapporto con il suo primogenito e con la religione.

Biografia della traduttrice (Annarita Tranfici): Napoletana di nascita, 
Londinese d’adozione, sono laureata in Lingue e letterature
moderne. Lavoro come editor e traduttrice freelance, in particolar modo di 
testi letterari. Collaboro in veste di copywriter a vari magazine online e 
nel tempo libero mi dedico ad attività di blogging e alla stesura di 
romanzi e racconti brevi.

Estratto
Sembrava così naturale che fosse lui l’uomo che aveva colto la profondità 
del dolore di una povera donna sconosciuta. Quanto avevo amato quel suo 
modo pacato di mettersi a nudo! A un tratto mi resi conto che non avrei 
dovuto avere paura di lui. Avrebbe capito che non potevo fare a meno di 
essere timida, che era solo la mia natura, e che se mi esprimevo in modo 
maldestro, le mie intenzioni erano sicuramente migliori delle mie parole. 
Forse avrei dovuto provare a dirgli quanto i suoi libri fossero stati 
importanti per me. Lanciai un’occhiata attraverso i fiori ancora una volta 
e vidi che mi stava guardando. Riuscii a malapena a crederlo per un 
secondo, ma lo stava facendo. I suoi occhi – i suoi splendidi occhi – 
incontrarono i miei. Non riesco a spiegare perché fossero tanto 
meravigliosi. Penso fosse per la loro chiarezza, e perché scorgevo in loro 
una sorta di grande interesse e comprensione. A volte le persone mi 
guardano spinte dalla curiosità, non perché siano veramente interessate.