Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara della Nicchia Letteraria |
Di nuovo per il rotto della cuffia, eccomi per l'appuntamento mensile con la rubrica di scrittura creativa che mi sta aiutando davvero tanto a migliorare. Il tema per questo periodo festoso è stato 'qualcosa di rubato', perciò penso proprio di dare omaggio a uno dei ladri che amo da sempre. Come al solito, per qualsiasi errore o opinione, non esitate a commentare.
Sotto le querce
TRAMA: Lisanna ha bisogno di rubare un diamante prezioso nella casa di uno dei nobili più ricchi di Inghilterra. E' necessario se vuole che suo padre la accetti nella sua banda. Ma quello che non aveva considerato era che la vittima del suo furto la seguisse.
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Foresta di Clayton, Inghilterra 1215
Fin da bambina, mi è stato ripetuto che dovevo essere l'erede maschio che non ha avuto. Non fraintendete, mio padre mi adorava ma aveva bisogno di un degno successore per continuare a portare avanti l'attività di famiglia. Qual era? Il furto. Mio padre, Jack, era a capo di un villaggio, Mayville, che di giorno lavorava i campi, di notte andava a rubare nelle case più facoltose. Era per salvare la povera gente, qual eravamo, dalla fame e dalla miseria. Rubare era peccato, un atto indegno agli occhi del Signore, ma non potevamo fare altrimenti. Il re concedeva i privilegi solo alle casate nobili, lasciando il resto del popolo nella disperazione. Il fine giustificava i mezzi, e ciò che rubavamo era per riempire il vuoto che lasciava il raccolto mal riuscito e i periodi di siccità.
Non ho mai indossato vestiti femminili, le mie ciocche castane venivano sempre tagliate corte fino alle spalle e non ho mai potuto abbellirmi con fiori o gioielli.
La mia nascita fu una delusione ma il mio genitore ha voluto porvi rimedio proibendomi qualsiasi cosa rappresentasse femminilità. Mia madre non ha saputo fare niente per me, rimanendo impassibile di fronte alla decisione del marito, e ho dovuto vivere così.
Ora avevo sedici anni e dovevo dimostrare di essere una meritevole ladra. Non per la mia famiglia o per quella banda di balordi, ma per me. Per far vedere quanto valevo. Per una ragazza senza sangue blu nelle vene c'erano poche scelte di vita e, tutto sommato, rubare non era così male. Sempre meglio che finire nelle mani di qualche vecchio porco e sottostare ai suoi ordini. Non poteva esserci amore nella mia vita, non credevo in esso. Avevo visto fin troppe giovane donne infelici per cercare di evitarlo come la peste.
Questa sera sarebbe stata la mia occasione. Dopo il mio successo, mio padre mi avrebbe finalmente preso sul serio. Non sarei stata solo la sua falsa erede. Una ragazza cresciuta come un maschio. Sapevo essere delicata e scaltra con le mani, avevo una buona mente, ero agile a correre e sapevo tirare con l'arco. Avevo più capacità di tutti i seguaci di mio padre messi insieme. Potevo farcela.
Avevo camminato per ore per raggiungere l'obiettivo e finalmente mi trovavo di fronte alla dimora dei Lockley, una delle famiglie più ricche di Inghilterra. Quale preda migliore per questa prima prova?
Si diceva che i Lockley possedessero un diamante in grado di cambiare colore a seconda dell'anima di chi lo indossava. Un dono dal re delle fate fatto a un antenato della famiglia, diceva la leggenda, ma, ehi, chi credeva che esistessero le fate? Scuse idiote per giustificare la particolarità di un gioiello. Presto quel diamante sarebbe stato mio, dono delle fate o no. Il valore della questa gemma avrebbe sfamato il mio villaggio per parecchio tempo e solo quello mi importava.
Il castello era enorme ed era circondato da un fossato. Di guardie ce n'erano tante ma con il buio della notte e il nascondiglio degli alberi, riuscivo a evitare i loro occhi anche dal punto più alto del castello. Sapevo nuotare e avrei potuto superare l'inconveniente del fossato in un attimo ma ero venuta a conoscenza di un passaggio più agevole. Mi addentrai vicino al lato sinistro della fortezza. C'era un minuscolo spiazzo in mezzo agli alberi e lì trovai la caverna. Chi mi aveva informato, mi disse che quel passaggio collegava la foresta all'interno del castello, o nello specifico, allo studio del padrone. Lo fece fare il nonno dell'attuale prole per fargli incontrare l'amante indisturbato. E a me capitava a fagiolo.
Il passaggio era freddo e umido, illuminato a malapena dalla luce della piccola torcia che avevo acceso poco prima di entrare. Non veniva usato molto spesso, ormai. Non mi sarei sorpresa di trovare la porta, che apriva nello studio, bloccata dalla polvere e dalle ragnatele.
Ma per fortuna, non fu così. La porta si aprì e mi trovai in un angolo appartato dello studio, il luogo dove il capo famiglia e i figli prendevano decisioni riguardo alla guerra e ai loro possedimenti. Non poteva esserci niente di più noioso, a mio parere.
Mi guardai in giro. Per esperienza e dai racconti dei seguaci di mio padre, sapevo dove i nobili nascondessero i loro tesori, di solito. Non in un semplice cassetto ma dentro un cimelio che sembrava di poco conto agli occhi degli stolti.
Girai tutti i sopramobili, ne sentii la consistenza, finché non arrivai a quello giusto: una statuetta di legno a forma di cavallo. Al suo interno, trovai quello che cercavo. Mi ero immaginata il diamante più grande di quello che fosse. Era delle dimensioni di una noce e, non appena lo presi in mano, cambiò colore da trasparente a verde. Di una sfumatura simile al colore dei miei occhi, un verde simile a quello della mia amata foresta in primavera. Chissà che voleva dire quel colore sul gioiello. Come poteva essere la mia anima?
-Chi è là?-
Sobbalzai e mi girai di scatto verso la voce che avevo udito. C'era un giovane uomo sulla soglia, i capelli castani in disordine e gli occhi azzurri ancora annebbiati dal sonno. Doveva essersi svegliato all'improvviso, maledizione! Eppure ero sicura di non aver fatto alcun rumore. Non avevo tempo per pensare. Misi il diamante in tasca e corsi nel passaggio. Ero veloce ma sentii comunque quel ragazzo intimarmi di fermarmi. Mi credeva stupida, forse? Quale ladro sano di mente poteva pensare di non scappare?
Uscii dal passaggio ma la sua voce la sentivo ancora vicino. Mi stava raggiungendo. Corsi, ancora, con tutto il fiato che avevo, ma la mia fuga si interruppe. Lui era stato più veloce di me.
-Vi ho detto di fermarvi! Siete sordo?- Il ragazzo mi afferrò il braccio e, nello scuotermi, il cappuccio scivolò giù, rivelando il mio volto. -Ma... siete una ragazza. Cosa...- mi guardò esterrefatto. Cercai di approfittare della sua confusione per sfuggire alla sua presa ma riuscii solo a fare di peggio. Mi divincolai e cercai di allontanarmi ma non ricordavo della trappola per gli orsi che c'era in quel tratto di foresta. Precipitammo entrambi nella buca che, a quanto pare, era più larga e profonda del previsto. L'impatto sul suolo mi fece boccheggiare mentre lui cadde vicino a me con un'imprecazione. Si rialzò subito e guardò sopra. Davvero un bel problema. Ora ero bloccata in una trappola con colui che avevo derubato. Non riuscivo a crederci.
Se le informazioni raccolte erano giuste, quello che avevo di fronte era il quarto figlio dei Lockley. Il capo famiglia era stato benedetto da una bella nidiata di sei e da quello che si diceva, il quarto, William, sarebbe diventato presto uno dei cavalieri più forti e valorosi del regno. Guardandolo ora, non stentavo a crederlo. Emanava un aura di potere e forza, degna di un leader nato, anche se in quel momento era sporco di terra. Era giovane, probabilmente poco più grande di me, e possedeva un fisico asciutto, abbastanza muscoloso. Non aveva armi con sé ma non c'erano dubbi che avrebbe potuto uccidermi anche con solo l'uso di una mano.
-Chi sei?- si girò verso di me. Giustamente irritato da questo avvenimento notturno.
-Nessuno.- Mi accovacciai in un angolo della buca. Ma quanto l'avevano fatta larga?
Lui inarcò un sopracciglio. -Allora, nessuno, mi dici che hai intenzione di fare?-
-Bè, adesso vorrei pensare a un modo per uscire di qui. Magari senza di te.-
-Piuttosto sfacciato da parte vostra, signorina, rivolgervi a me con il tu.-
-Oh andiamo! Abbiamo più o meno la stessa età, sei un ragazzino. Non riesco proprio a rivolgermi a te come a un adulto.-
Lui assottigliò lo sguardo, offeso, ma preferì non rispondere. La sua educazione cavalleresca doveva impedirgli di essere sgarbato con le donne, anche se di basso rango. Si buttò nell'angolo opposto al mio, incrociò le ginocchia e rimase lì, a guardarmi in cagnesco.
-Hai intenzione di fissarmi tutto il tempo?- gli chiesi, infastidita. Odiavo quando la gente mi guardava e in quel momento non ero nemmeno un bello spettacolo. Con i capelli castani e il viso sporco di terra, potevo dire di non essere il tipo di ragazza che lui frequentava di solito. Non ero brutta, avevo dei bei lineamenti per essere una del popolo, ma, come diceva spesso mia madre, la bellezza era pericolosa per una donna. Attirava sventura. Poco male, dunque, che ero cresciuta come un maschio.
-Chi sei?-
-Te l'ho già detto.-
-Ma non era una risposta.-
Rimasi in silenzio.
Lui sbuffò per poi sorridermi malignamente. Oh oh, guai in vista.
-Facciamo così. Tu mi dirai il tuo nome, il tuo vero nome, ed io ti ridarò i due coltellini che ho trovato, per puro caso, nella tua tasca sinistra.
Ma cosa... mi tastai la tasca ed ebbi la conferma che fosse vuota. Accidenti! Non sapevo se esserne più meravigliata che altro. Gemetti, sconfitta.
-Lisanna.- risposi a denti stretti.
-Lisanna di...-
-Di Clayton. Vivo in questa foresta.- Non gli avrei rivelato, manco morta, dove vivevo sul serio. Il mio villaggio doveva stare al sicuro.
Il ragazzo mi guardò per un attimo poi annuì, accettando la mia risposta. Se aveva capito la mia menzogna nell'ultima parte, non lo diede a vedere.
-Io sono...-
-William di Lockley, lo so.- lo interruppi. Cominciavo a sentirmi infastidita dalla sua presenza.
Lui sorrise, compiaciuto che sapessi chi fosse. La sua fama lo precedeva e doveva esserne davvero orgoglioso. Pur non essendo il primogenito, si stava aprendo per lui un ottimo futuro. A differenza mia che avrei vissuto sempre nell'incertezza e nel peccato.
-I miei coltellini, per piacere.- gli ricordai e, subito, me li lanciò vicino.
-Mantengo sempre le mie promesse.-
-Che nobile cuore.- lo presi in giro.
-Devo esserlo. La mia famiglia si aspetta molto da me e dai miei fratelli.-
-La tua famiglia sa che sei bravo a rubare? Dove hai imparato?-
-Quando ero bambino, sgattaiolavo via per raggiungere il villaggio vicino e lì gli altri ragazzi mi hanno insegnato come essere delicato con le mani.-
-Sei bravo. Peccato che tu sia un nobile, mi avrebbe fatto comodo un complice così capace.-
-Ti ringrazio ma la vita per me ha altri piani.-
-Già.-
Il suo sguardo arrivò alla tasca destra.
-Ma per quanto abile, devo aver sbagliato tasca, vero? E' nell'altra ciò che hai rubato alla mia famiglia.-
-Non ti sfugge niente.- lo guardai negli occhi. Lo avevo sottovalutato.
-Cosa hai preso?-
-Lo sai benissimo.-
-Sì, è vero, ma spero che anche tu non sia tanto stupida da credere nel potere di quel diamante.-
-Non è per il suo potere che lo voglio ma per il suo valore. Il suo potere magico non porta cibo in tavola.-
-Capisco.-
Lo guardai confusa. Non sembrava arrabbiato per il furto, anzi, ne era proprio indifferente.
-Sono io a non capire. Mi hai seguita allo scopo di riprenderti il gioiello e ora sembra non importartene minimamente.-
-In realtà, all'inizio avevo pensato che avessi preso un'altra cosa.-
-Quale altra cosa?-
-Documenti importanti. Non posso dirti altro.-
-Più importanti di un diamante fatato?-
-E' solo una gemma che cambia colore. Mentre quei documenti determinano la vita di molte persone.-
Chissà cosa c'era scritto in quei pezzi di carta. Ero curiosa ma lasciai comunque perdere. Il fatto che non rivolesse indietro il diamante era una buona cosa per me.
-Quindi... posso tenermi il diamante.-
-Per me non ci sono problemi. I miei genitori brontoleranno un po' ma poi se ne dimenticheranno.-
-Oh... allora grazie.-
-Figurati. Sarà più utile a te che a noi. Una volta lo presi in mano e si colorò di rosso. Mi dissero che era il colore di un'anima coraggiosa. A te che colore è uscito?-
-Verde.-
-Come i tuoi occhi.- sorrise e il tono roco che uso mi provocò degli sgraditi brividi sulla schiena.
-Che significa?-
-E' il colore della natura e della speranza. Vuol dire che sei un anima forte, in grado di fare grandi cose.-
-Sciocchezze. Cosa potrà mai fare una ladra? L'unica cosa grande che potrei fare è rubare i gioielli della Corona.- ghignai.
-Non devi sottovalutarti. Solo perché non sei nata nobile non significa che il Destino debba essere crudele con te. Puoi arrivare in alto, se solo lo volessi. Non ti conosco ma so cosa vedo nei tuoi occhi. Determinazione e coraggio.-
Le sue parole mi colpirono nel profondo. Era la prima volta che qualcuno mi parlava così. Che mi incoraggiava a essere più di quello che ero adesso. Ed era uno sconosciuto, un ragazzo che ho derubato e con cui sto passando la notte in una fossa.
-Sei... bravo con le parole, te ne do atto.-
-Dico solo quello che penso. Mio padre dice che sono troppo diretto.-
-Non è che abbia tutti i torti.-
-Senti... che ne dici se ora usi quei coltellini per arrampicarci su? Non che mi sia dispiaciuto conversare con te ma vorrei tornare a dormire nella mia stanza. Qualcuno ha osato interrompere il mio sonno in maniera brusca e ha rischiato che lo uccidessi per questo.- disse.
L'ultima frase era stata detta con tono scherzoso ma non fu quella a farmi scattare in piedi.
I coltellini? Ma certo! Perché non ci avevo pensato prima? Parlare con William mi aveva impedito di pensare al casino in cui ci trovavamo e, alla fine, la soluzione ce l'avevo davanti. Presi i coltellini e guardai il muro di terra fino a su. Doveva essere alto quanto tre uomini adulti, non troppo difficile da superare. Guardai il ragazzo.
-Salgo io per prima poi ti lancerò i coltelli così salirai anche tu.-
-Non è che una volta uscita da questa fossa, mi lascerai qui, invece?-
-No, ti prometto che ti farò uscire anche a te. E anch'io mantengo sempre le promesse. Fidati di me.-
Lui mi guardò negli occhi per istanti che mi sembrarono un eternità, poi annuì.
Infilzai il primo coltello, poi il secondo, nella terra. Furono degli ottimi rampini e dopo vari minuti, fui libera. Come giurato, lanciai i coltelli giù così che anche William si arrampicasse e, presto, mi raggiunse. Allungai la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Una volta in piedi, trovai il suo viso vicino al mio.
-Grazie.- mi sussurrò all'orecchio.
Ok, non mi piaceva questa vicinanza e le sensazioni che stavo cominciando a provare. Non portavano a niente di buono.
Lasciai la sua mano e mi allontanai.
-Bene. Direi che possiamo salutarci. E' stata una piacevole chiacchierata notturna, vi ringrazio.-
-Non c'è di che.- sorrise.
-Ok... bè, addio, William.- salutai a disagio e mi voltai per andarmene.
-Scommetto che ci rivedremo ancora.- disse a quel punto. Io mi rigirai a guardarlo, piuttosto scettica.
-Non contarci troppo.-
-E sono quasi certo che ti ruberò una cosa molto più preziosa di un diamante.-
-Tu vorresti rubare qualcosa a me, una povera ladra? E cosa sarebbe? Non possiedo niente di prezioso, figuriamoci più di un diamante.-
-Ti ruberò il cuore, mia cara. Entro la prossima estate, lo avrò e vedremo, poi, chi è il vero ladro.-
Rimasi paralizzata. Davvero sfacciato da parte sua lanciarmi una simile sfida. Non aveva fama di essere un donnaiolo, anzi, eppure sembrava saperci fare con le donne. Sorrisi con malizia. Questa era decisamente una sfida e sarebbe stato interessante vedere fin dove si sarebbe spinto. Non c'era possibilità che mi innamorassi di lui, come lui di me. Eravamo di due mondi diversi e non potevo permettermi di provare amore. Non sarebbe bastato il suo bel visino a farmi capitolare. Avevo capito il suo scopo: voleva il mio cuore per poi ridurlo in pezzi. Non lo avrei permesso.
Gli porsi la mano per stringerla in segno di accettazione.
-Ok, ci sto.-
Lui fissò per un attimo la mia mano ma, poi, la prese e, con un sorriso impertinente, la avvicinò al suo viso e la baciò.
-Che vinca il migliore, Lisanna di Clayton.-
FINE
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Come forse qualcuno avrà capito, questa è un po' una rivisitazione di Robin Hood. Per il tema ho voluto imitare almeno in minima parte uno dei ladri più famosi nella letteratura. Le sue avventure mi hanno affascinato fin da bambina e ho pensato di cogliere la palla al balzo per questa sfida di scrittura. Altra precisazione, i nomi dei luoghi sono immaginari, inventati di sana pianta ma, chissà, che non esistano davvero in Inghilterra o in qualche altra parte del mondo.
Alla prossima e buon 2021 a tutti!
Ciao Tany! Inizio col dirti che mi è piaciuta moltissimo la tua storia: il tema è più che centrato, sviluppato bene e coerente, quindi per questo ti faccio i miei complimenti! Mi sono molto piaciuti i due protagonisti; ho apprezzato molto la caratterizzazione di lei, e mi ha intrigato anche il poco che ci hai svelato di lui. Il finale, invece, mi fa ben sperare per un seguito: spero di leggerlo prestissimo! Riguardo la scrittura, devo dirti che il tutto è scorrevole e ben narrato, ma ci sono diverse sviste che a volte frenano un po' il ritmo. In particolare, ho notato qualche refuso (es. "le mie ciocche castane venivano sempre tagliati corti") e qualche errore nei verbi, in particolare nei primi paragrafi. Nel dialogo tra Lisanna e William dopo la caduta nella trappola, invece, non ho ben capito perché lei dice "-Oh andiamo! Abbiamo più o meno la stessa età, siete un ragazzino. Non riesco proprio a rivolgermi a voi come a un adulto.-", dandogli quindi del voi, quando nelle battute precedenti gli dà del tu... A parte questo, un bell'applauso, questa storia mi è molto piaciuta e sono felice tu sia riuscita a condividerla con noi! :)
RispondiEliminaCiao Steph! Ti ringrazio moltissimo per le tue parole. Sì, spero di scrivere presto il seguito ma sto aspettando l'illuminazione ahahah
EliminaPer gli errori, cercherò di correggerne il più possibile, grazie <3
Ciao! Devo dire che anche prima di arrivare in fondo la tua storia mi dava delle vibrazioni alla "Robin Hood" :-) Il fatto che questa volta la ladra gentildonna fosse una femmina, però, mi ha incuriosito parecchio! Anche il protagonista maschile ha decisamente il suo fascino... non vedo l'ora di assistere alla sua "sfida di conquista"!
RispondiEliminaPer quanto riguarda la forma, ti segnalo la frase "Mi tastai la tasca e confermai che fosse vuota": forse sarebbe stato meglio "EBBI LA CONFERMA che fosse vuota", è più corretto. E anche io come Stephi avevo notato la svista del dare del tu/ dare del voi.
A parte questo, la tua storia mi è davvero piaciuta e sono proprio curiosa di leggere una possibile continuazione! Brava ancora ed alla prossima :-)
Ciao, Silvia! Grazie mille per le segnalazioni, correggo subito! E sono contenta ti sia piaciuta la storia, spero di scrivere presto il seguito ;) Grazie ancora!
EliminaCiao. Hai usato il tema in modo molto carino, è venuto fuori un bel racconto e mi è piaciuto davvero leggerlo. Ho riso un po' ad immaginare la ladra bloccata con la sua vittima, sono rimasta incuriosita dalla pietra e dai vari colori e dal loro significato, così come dalla sfida finale. Mi è piaciuto molto e sarei contenta di leggere altro in futuro.
RispondiEliminaA presto :)
Ma che bellezza Tania! Mi è piaciuta un sacco questa storia e sono curiosissima curiosa curiosa di sapere cosa succederà adesso. Sai che ti dico? Questa storia potrebbe tranquillamente diventare un libro perché la trama anche se ispirata a una più famosa è carinissima e la adoro. Bravissima! Secondo stai migliorando anche nella forma, ho notato che rispetto ai primi racconti adesso la forma è più scorrevole e questo vuol dire che la pratica aiuta. Brava!
RispondiEliminaHI! A ME HA RICORDATO UN PO' "LA BELLA E LA BESTIA" E LADY OSCAR" L'INIZIO. DIREI CHE HAI SAPUTO SVILUPPARE MOLTO BENE LA STORIA, COSA CHE NON POSSO DIRE DI ME.
RispondiEliminaA LIVELLO CREATIVO HAI FATTO UN'OTTIMO LAVORO, è DAVVERO MOLTO ORIGINALE, CHE TU ABIA PRESO O MENO SPUTNO DA QUALCOSA DI GIà ESISTENTE, TI SEI ADOPERATA BENE PER TRASFORMARLO IN NOVITà, SUSCITANDO DAVVERO MOLTO INTERESSE NEL LETTORE E MI SEMBRA DI NON ESSERE L'UNICA A PENSARLO CAPA!
Un'ambientazione e delle vibrazioni che mi ricordano il ladro più famoso di sempre e che devo dire mi ha fatto molto piacere ritrovare. Così poco c'è d'ispirato a lui che non ho potuto fare a meno di perdere nei tuoi personaggi e nel loro modo frizzante di essere! Bellissimo!
RispondiEliminaDavvero una storia molto bella, scritta bene, mi hai piacevolmente colpita e ti assicuro che non è facile sorprendermi, ho apprezzato molto la scrittura e l'ambientazione, un'atmosfera magica che racchiude numerose emozioni, mi piace anche il tono di leggerezza che ho potuto riscontrare in alcuni punti, molto bene.
RispondiEliminaCiao Tany! molto bello il tuo racconto. Sinceramente non lo vedo così simile alla storia di Robin Hood, a parte le ambientazioni, ma per me è un pregio. Mi è piaciuta molto l'idea che la protagonista parli in prima persona, non so mi sa di una cosa nuova per questo tipo di storie. è anche molto azzeccato lo sviluppo della trama: mi piace molto che all'inizio ci si aspetta tutt'altro, mentre poi si capisce che il racconto è incentrato sulla storia d'amore tra i due protagonisti. Brava mi hai regalato una piacevole lettura :-)
RispondiEliminaCiao Tany! Che bello tornare a leggerti, ho apprezzato tantissimo come hai deciso di affrontare il tema del mese: la figura del mitico Robin Hood? Rivederlo in versione femminile e Young adult è stato molto simpatico. Ovvio che il finale aperto presuppone altre puntate di questa storia in cui la coppia mi ha sinceramente colpita. Grazie ai dialoghi ironici e caratteri "forti" dei due si prevedono moltissime scintille. Mi incuriosisce molto la storia della gemma fatata (sono certa che avrà un significato ben più profondo) e la sfida finale. Anche io, come Susy, ho notato un certo miglioramento nella forma dai primissimi racconti a questo. Bisogna solo che stai un poco più attenta nella rilettura ai refusi e ai tempi verbali. Allora alla prossima puntata! E ancora bravissima!
RispondiEliminaLisanna: ti do un consiglio, come tutte le vecchie ne sono prodiga, ancor più quando non vengono richiesti. Il giovanotto mi piace e tu di più. L'amore non è la fine, bensì l'inizio del viaggio! Goditelo! Bellissimo, io sono pronta per leggere il prossimo capitolo, actually...
RispondiEliminaMi piace un sacco come scrivi!Spero che hai cantiere un bel romanzo e io lo leggerò!
RispondiEliminaMi piace molto come scrivi, questo mini racconto e’ davvero bello e poi io adoro Robin Hood e la tua versione è molto carina. Stati attenta ai refusi per il resto aspetto di leggere il finale.
RispondiEliminaSei davvero brava Ho letto tutto il racconto con piacere E devo ammettere che ti invidio hai davvero un'ottima scrittura mi piacerebbe poter scrivere in questo modo
RispondiEliminaAvvincente, ironico, romantico e moderno. C'è il sequel giusto? Siii, dai, ovvio!
RispondiEliminaUna piacevolissima lettura, scorre via veloce e ti porta lontano lontano, ma... finisce qui? No, vero? Vogliamo il sequel!
RispondiEliminaBello! Voglio sapere come prosegue! Mi hai lasciato in uno stato di estrema curiosità.
RispondiEliminaLa storia ha tutti gli elementi vincenti: sai dosare benissimo aspettativa e rivelazione. Costruisci le trame davvero benissimo!
Ma che meraviglia il loro incontro, Tania... Adoro questa storia. Complimenti.
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