sabato 4 gennaio 2025

Recensione - Suzume vol. 1

 

Titolo: Suzume 1
Autore: Makoto Shinkai
Illustrato da: Denki Amashima
Editore: Kodansha Comics
Uscita: 24 Settembre 2024
Pagine: 196
Lingua: Inglese

The journey begins with this all-new adaptation of the Golden Globes-nominated worldwide hit directed by Makoto Shinkai, creator of Your Name and Weathering With You!

High school junior Suzume has no idea why the beautiful stranger she meets is looking for ruins, for a certain door. Soon after pointing the stranger, Souta, in the direction of an abandoned resort, she thinks better of it and goes to try and stop him. But before she can find Souta, Suzume unknowingly opens a decrepit door to a world beyond time and place—and stumbles into an adventure of seismic proportions.


Reputo Makoto Shinkai un genio di tutto rispetto, terzo posto nella mia classifica dopo Miyazaki e Hosoda. Crea storie particolari che possono confondere il pubblico ma che nascondono significati importanti. La fantasia non gli manca e dopo il suo esordio con Your Name e il sottovalutato Weathering with you, è il turno di Suzume di incantare le persone di tutto il mondo. 
Suzume è una ragazza del liceo che ha perso sua madre quando era molto piccola, a causa di un terremoto. Questo fatto rimarrà un trauma profondo per lei facendo capire anche a noi che seguiamo le sue vicende di quanto è breve e fragile e della difficoltà ad elaborare un lutto. Il suo incontro con Sota la porterà a scoprire l'esistenza di un mondo parallelo e delle porte che conducono al suo interno. Ovviamente è proibito varcarle a qualsiasi essere vivente e il compito di Sota è sigillarle per non farne uscire un mostro che possa causare terremoti e distruggere la terra. Ma la missione non sarà così semplice.
La storia mi è piaciuta e già la conosceva per via del film ma è stato interessante vederne la trasposizione manga. I disegni non sono male e seguono per bene la trama originale. 
Questa storia parla della ribellione della terra nei confronti dell'uomo, di quanto siamo niente di fronte alla potenza della Natura. Un riscatto, una rinascita per vedere un futuro più luminoso e pieno di speranza.

p.s. Ho letto questo volume prima che uscisse in italiano ma adesso si può trovare facilmente su Amazon, pubblicato dalla Star Comics. 

Grazie mille a Netgalley e alla casa editrice per la copia omaggio in cambio di un'onesta opinione

My review in english HERE



Storytelling Chronicles #18

Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara della Nicchia Letteraria
Buongiorno e buon anno a tutti, carissimi! Per quest'anno ho dei buoni propositi per questa rubrica (speriamo bene!) tanto da accettare la famosa pillola rossa. Avete presente Matrix? Ora vi spiego come sono andate le cose.
È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant'è profonda la tana del Bianconiglio.
La nostra pazza capa Lara ci ha messo di fronte a una scelta che avrebbe determinato il nostro intero 2025. Pillola azzurra: continuare a scrivere one shot, partecipando alle tematiche che più ci ispirano. Pillola rossa: scrivere una long con capitoli mese per mese con diverse tematiche a cui è concesso solo avere quattro mesi di pausa nell'arco dell'anno. E ovviamente io non potevo che omaggiare quel capolavoro di film scegliendo di andare nella tana del Bianconiglio. Metteteci anche che sono parecchio masochista a volte e il gioco è fatto.
Non si torna indietro, per quest'anno cercherò di deliziarvi con una storia a capitoli che si creerà man mano con elementi specifici. Per Gennaio abbiamo da seguire queste linee, citando la nostra boss.
1. Nel vostro scritto dovrà essere presente "un nuovo inizio", inteso come il principio di un'avventura, la partenza per un viaggio, il primo tassello della consapevolezza di sé o qualsiasi altra situazione che può rispondere alla richiesta 
2. Qualcuno deve lanciare qualcosa (esempi pratici: una palla, un improperio, ecc.) 
3. Qualcuno deve mangiare qualcosa (esempi pratici: un panino, la polvere, ecc.) 
4. Sulla scena è presente una sedia: usatela senza remore 
Per le mie coraggiose sorelle di sventura, oltre alla suddetta lista, dovete aggiungere anche i seguenti due dettagli:
A. Presentate una delle principali caratteristiche del vostro main character attraverso un'azione (esempio pratico: è gentile? Che compia quindi un atto di gentilezza ) 
B. Il capitolo deve essere ambientato spazialmente in una sola location (esempi pratici: l'ufficio postale, la camera da letto, il bagno, un bar, una biblioteca, ecc.)  
Non so se definirla genio o sadica la nostra Lara ma l'apprezzo comunque e le sono grata per aver riavviato questa rubrica. Devo convincermi a rimettermi in moto e imparare un'arte che amo ormai da tempo. Vediamo se la mia storia vi piacerà, a voi la sentenza.

La figlia ribelle del pirata


TRAMA: Aria Drake è la figlia minore del Sea Dog, Alfred Drake, e il suo sogno è vedere il mondo al di là del mare. Un giorno, andando contro il volere del padre, va nell'ala est della casa e trova un'ostaggio che ha all'incirca la sua età. Da quel momento ha inizio un'amicizia che durerà per sempre. O forse no?
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Inghilterra, 1593
Quello che Aria Drake non era riuscita ancora a capire in sedici anni della sua vita era il motivo per cui non era nata maschio. Certo, i suoi genitori erano già stati fortunati ad averne già due di eredi del casato, i suoi amati fratelli Alan e Adrian, ma sentiva che lei poteva essere migliore di loro se solo ne avesse avuto occasione di dimostrarlo. Era la più intelligente, innanzitutto. Mentre i suoi fratelli maggiori avevano fatto impazzire gli insegnanti fin dalla più tenera età, lei eccelleva in tutte le materie. Sapeva far di conto, conosceva la politica e la storia. Sua madre era stata contraria a ciò quando avrebbe preferito che la sua unica figlia fosse più preparata nelle attività femminili come il ricamo, il ballo o su come badare a una casa in futuro. Ad Aria non interessava tutto ciò. Aveva imparato almeno l'arte del ballo per far piacere alla sua genitrice, ma quello che lei amava era il mare e sognava di varcarlo alla scoperta di mondi nuovi. Dopotutto era figlia di un Sea Dog, uno dei pirati di fiducia di sua maestà, la regina Elisabetta I, ed era normale per lei avere l'oceano nel sangue. 
La personalità l'aveva indubbiamente ereditata da suo padre, il capitano Alfred Drake, come i capelli neri come la pece, mentre i lineamenti graziosi del viso, il nasino leggermente all'insù e i luminosi occhi azzurri da sua madre, Lady Emily. Quest'ultima veniva da una famiglia nobile molto vicina a sua maestà e fu proprio in un ricevimento in suo onore che la giovane Emily conobbe il suo futuro marito. Ai loro figli avevano sempre raccontato che era stato amore a prima vista, ottenendo in risposta sempre occhiate scettiche e disgustate. Aria credeva nelle storie d'amore ma non nell'affetto immediato. Credeva che l'amore nasceva con il tempo e che non bastasse uno sguardo per sentirsi colpiti dalla freccia di Cupido. 
Lei, personalmente, non aveva avuto modo di incontrare tante persone, visto che la sua famiglia viveva lontano dalla mondanità di Londra. I Drake possedeva territori vasti a nord est della capitale e hanno preferito crescere i figli più tra la natura che tra i salottini piena di gente piena di sé. La loro dimora principale giaceva a picco sul mare, una fortezza in cui potevi vedere l'orizzonte azzurro per tutto il giorno. Il passatempo preferito di Aria era proprio leggere a ridosso della finestra così da godere sia del bel panorama che dell'aria salmastra. 
Da lì poteva anche vedere quando tornava il suo caro padre da uno dei suoi viaggi. Era orgogliosa di lui ma non poteva fare a meno di notare sempre l'ansia e la preoccupazione negli occhi di sua madre ogni volta che rimaneva senza il consorte. Nel vedere ciò, Aria era certa di una cosa. Mai avrebbe sposato un uomo di mare, non avrebbe mai rischiato di innamorarsi di un uomo che era spesso assente e che si trovava in situazioni pericolose. Anzi, decise già dalla tenera età di otto anni che non si sarebbe mai innamorata. Voleva essere lei quella che viaggiava e che si perdeva tra la brezza del mare, lontano da tutti. 
Ora che i suoi fratelli erano entrambi adulti, con invidia, li vedeva solcare gli oceani con il genitore, lasciando lei e la madre a gestire la dimora. Aria era stufa della limitazione che le imponeva il suo sesso. Era ingiusto.
Toccò il suo ciondolo. Glielo aveva portato suo padre da un viaggio nelle Antille. Doveva averlo preso dal bottino di una nave spagnola. Ricordò il giorno che glielo donò.

Lei stava in biblioteca a guardare una mappa del mondo quando si presentò suo padre sull'uscio. Non ebbe il tempo di pensare al motivo per cui era lì che le lanciò una collana d'oro. Aria lo afferrò prontamente e ne ammirò la forma. Il ciondolo era a forma di stella e al centro era incastonato un rubino. Lei adorava le gemme e tutta la sua famiglia sapeva che la sua preferita era proprio quella scarlatta.
«Padre... cosa...?»
«Un piccolo dono per la mia principessa. So che anche tu sei triste quando parto ma spero che quando guarderai questa collana mi sentirai vicino a te. Quella è la nostra stella che mi porterà a casa, sempre.»
Ogni notte, da che ho memoria, lui mi ha indicato una stella. La più luminosa di tutte. Con quella, non si perdeva mai e avrebbe continuato a tornare sano e salvo dai suoi cari.
Lei lo abbracciò stretto. 
«Lo hai promesso.»
«Sì e sai che mantengo sempre la parola data.» ricambiò l'abbraccio, infondendole tutto l'amore che provava per lei.

Scosse la testa. Era troppo arrabbiata con lui in quel momento. 
Purtroppo da quando era entrata nel periodo dell'adolescenza, si trovava spesso in conflitto con i genitori. Stavolta la pietra dello scandalo era l'essersi allenata con il maestro d'armi a loro insaputa per mesi. Alan e Adrian erano a Londra per degli affari di famiglia mentre i suoi erano andati a una festa del vicino. Lei, fingendosi malata, era riuscita a evitare la tortura di parteciparne, ma tornando prima, hanno scoperto la sua attività non più segreta.
Ora stava per fare un'altra cosa che li avrebbe fatti infuriare ancora di più ma non le importava. Aveva sedici anni e si poteva cominciare a definire un'adulta. 
Suo padre la settimana prima le aveva proibito di andare nell'ala sud del loro castello. Avvertimento che trovò strano ma aveva obbedito senza problemi. Almeno fino a quel giorno in cui capitò, tramite un passaggio segreto, in una stanza in particolare.
«Chi diavolo sei tu?»
Un ragazzo che doveva avere all'incirca la mia età o poco più si trovava a pochi passi da me. Stava mangiando la sua cena a base di carne quando doveva averlo interrotto lei con la sua improvvisa apparizione. 
Lei si risvegliò presto dalla sorpresa sentendo il suo tono brusco.
«Ma chi sei tu? Questa, per tua informazione, è casa mia.» dissi a bassa voce per non far entrare le guardie che stavano alla porta.
Lui la fissò come a studiarla. Anche lei ricambiò l'esame e doveva ammettere che il loro “ospite” non era affatto male di aspetto. Aveva dei mossi capelli castani e dei bellissimi occhi verde acqua. I suoi lineamenti erano leggermente spigolosi ma attraenti e Aria non stentava a credere che era piuttosto popolare tra le giovani donne. Chissà cosa ci faceva questo ragazzo in un'ala deserta di casa. L'ala sud veniva usata raramente, solo per qualche ospite di riguardo, ma mai c'erano state guardie in prossimità delle porte. 
«Sono il figlio del governatore dell'isola di Barbados, James Harrison. Tu, invece, devi essere Aria. Ho incontrato i tuoi fratelli in diversi occasioni e mi hanno parlato spesso di te.»
«Davvero? Immagino quanto ti hanno riempito le orecchie di sciocchezze, facendomi sembrare un angelo sceso in terra.» replicò lei.
«In effetti, non hai tutti i torti. Ma su una cosa gli do ragione.» 
«Su cosa?»
«Che sei molto bella.» disse facendo poi mostra di un sorriso malizioso.
Lei arrossì, in imbarazzo, maledicendo i suoi fratelli e la loro chiacchiera.
«Bè... grazie.»
«Non c'è di che.» e poi le indicò la sedia che si trovava dall'altra parte del tavolo, di fronte a lui.
«A questo punto, vuoi farmi compagnia? Non so se hai già cenato o...»
«Tranquillo, sono a posto.» e andò ad accomodarsi sulla sedia offerta.
«Bene. Dunque... Aria, cosa ti porta qui? Immagino che tuo padre ti abbia proibito di venir a trovare l'ostaggio.»
Ostaggio? Che significava?
Lui la guardò confuso. A quanto pare lei non sapeva niente della situazione.
«Quindi sei venuta qui per puro atto di ribellione? Davvero non sai niente?» continuò lui.
Lei si guardò intorno. La stanza era pulita e molto grande, con un letto a baldacchino, uno spazioso armadio, il necessario per lavarsi e un tavolo per i pasti. Ma guardando meglio, poteva dire che si trattava di una gabbia dorata.
«No, mi ha solo detto di non venire qui ma non sapevo che ci fosse qualcuno.»
«Capisco.»
«Cosa hai fatto per essere rinchiuso qui? Non sei nella prigione sotterranea ed è già tanto ma non capisco perché sei sorvegliato. Non mi sembri un fuorilegge o qualcuno di pericolo.»
«Chi ti dice che non lo sono, invece?» facendosi serio e cercando di mostrarle un'espressione minacciosa. 
«Scherzi? Se eri pericoloso mi avresti attaccato o magari cercato di uccidermi non appena avessi messo piede qui. Oppure mi avresti usato tu come ostaggio per scappare.»
«L'ultima opzione potrei metterla in atto anche adesso.»
«Ma non lo farai, e lo sai perché? Sei un gentiluomo e si vede lontano un miglio. Nonostante le tue maniere pecchino un pochino, mi hai comunque invitato alla tua tavola senza ombra di minaccia.»
«Bè, riguardo alle maniere, posso giustificarmi nel dire che mi hai colto di sorpresa e le ho dimenticate in un primo momento. Comunque, adesso sei in debito con me.»
«E perché mai?» disse lei strabuzzando gli occhi.
«Non penso che tuo padre si arrabbierà con me se dovesse scoprire che sei in mia compagnia. Io non farò rumore per allarmare le guardie ma tu, in cambio, devi farmi una promessa.»
Non aveva torto. Lei non doveva trovarsi lì ma in punizione in camera sua, dopo la bravata di questi mesi. Se suo padre l'avesse scoperta a chiacchierare con questa persona, per giunta nell'ala che le aveva proibito, sarebbero stati guai grossi. Certo i suoi genitori non si sarebbero limitati a rinchiuderla nella stanza stavolta. Per fortuna si era ormai imparata ad aprire qualsiasi lucchetto con un piccolo trucchetto ma non ci teneva ad affrontare punizioni più severe.
«D'accordo. Dimmi pure.»
«Voglio che tu mi prometta che verrai a trovarmi almeno due volte a settimana. La solitudine è abbastanza deprimente e se avessi almeno te con cui chiacchierare sopporterei meglio la mia permanenza qui.» disse. 
Era sincero, Aria lo vedeva bene nei suoi occhi e la rattristava sapere che un essere umano era tenuto in casa loro solo e isolato da tutti. Qualsiasi cosa avesse fatto questo ragazzo non pensava che si meritasse una simile pena. Aveva più o meno la sua età, che crimine poteva aver commesso?
«Hai la mia parola. Ma non hai risposto alla mia domanda. Cosa hai fatto per trovarti qui?»
Lui rimase per un po' in silenzio, poi guardò fuori dalla finestra. Erano molto in alto per poter pensare di scappare da lì, era un prigioniero in tutto e per tutto.
«Sono tenuto in ostaggio qui finché mio padre non giurerà fedeltà alla Corona. Lui non ama tanto il fatto che ci sia una donna sul trono. Siamo riusciti a vivere tranquilli sulla nostra isola delle Antille per vari anni ma stavolta la Regina vuole prendere posizione sul serio.»
«Perché non ha semplicemente tolto la carica a tuo padre? Perché usare te?»
«Perché la nostra gente ci è fedele e basterebbe un ordine di mio padre per dar vita a una ribellione. Cosa che vuole evitare sia la Regina che lui. Tuo padre, da bravo suddito, si è preso l'onere di tenere l'erede fino alla resa del mio. Nessuno vuole inutili spargimenti di sangue e sanno che a breve mio padre cederà.»
«Ora capisco. Sei comunque un nobile, ecco perché non sei tenuto incatenato alle segrete.»
«Già. Non posso dire che vengo trattato male ma sono comunque un prigioniero. Desidero riavere presto la mia libertà ma in attesa di ciò, possiamo diventare amici io e te. Non ho nulla contro te o la tua famiglia. E neanche contro sua maestà, il testardo tradizionalista è solo mio padre.»
«Ok, James. Sai che ti dico? La prossima volta porterò con me anche dei libri così non ti annoierai quando non sarò con te.»
«Mi faresti un grande favore. Ti ringrazio, Aria» disse e il suo sorriso fu il più bello che la ragazza avesse mai visto. 
«Bene! Ora raccontami un po' di Barbados. Quanto vorrei vedere il mondo fuori dall'Inghilterra.»
«Magari un giorno potrai esaudire il tuo desiderio. Chissà cosa ci riserva il futuro.» fece spallucce lui.
Lei sorrise grata delle sue parole per poi rimanere in attesa del suo racconto.
James rise della sua curiosità e cominciò a parlare della sua terra.
Quel giorno fu l'inizio di un'amicizia che poteva sbocciare in qualcosa di più forte e potente.
Due ragazzi, una ribelle e un prigioniero, uniti dai sogni e dalla speranza.

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Ovviamente, questo è solo l'inizio. Sto creando questa storia ispirandomi un pochino al pirata Drake che era veramente un fidato suddito della regina Elisabetta. E se sbaglio qualcosina riguardo al periodo storico, non me ne vogliate e concedetemi licenze poetiche a non finire. Mi sono informata riguardo all'epoca ma potrei sbagliare e metterò sicuro cose che reputo più interessanti a livello di trama. Detto ciò, ci vediamo alla prossima puntata.