martedì 10 settembre 2019

Recensione: La corte di rose e spine di Sarah J. Maas

La corte di rose e spine (La serie della corte di rose e spine Vol. 1) di [Maas, Sarah J.]

Autrice: Sarah J. Maas
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 408
Prezzo: 8,99 ebook - 16,90 cartaceo

Trama: «Un paio di occhi dorati brillavano nella boscaglia accanto a me. La foresta era silenziosa. Il vento non soffiava più. Persino la neve aveva smesso di scendere. Quel lupo era enorme. Il petto mi si strinse fino a farmi male. E in quell'istante mi resi conto che la mia vita dipendeva da una sola domanda: era solo? Afferrai l'arco e tirai indietro la corda. Non potevo permettermi di mancarlo. Non quando avevo una sola freccia con me.»
Una volta tornata al suo villaggio dopo aver ucciso quel lupo spaventoso, però, la diciannovenne Feyre riceve la visita di una creatura bestiale che irrompe a casa sua per chiederle conto di ciò che ha appena fatto. L'animale che ha ucciso, infatti, non era un lupo comune ma un Fae e secondo la legge «ogni attacco ingiustificato da parte di un umano a un essere fatato può essere ripagato solo con una vita umana in cambio. Una vita per una vita». 
Ma non è la morte il destino di Feyre, bensì l'allontanamento dalla sua famiglia, dal suo villaggio, dal mondo degli umani, per finire nel Regno di Prythian, una terra magica e ingannevole di cui fino a quel momento aveva solamente sentito raccontare nelle leggende. Qui Feyre sarà libera di muoversi ma non di tornare a casa, e vivrà nel castello del suo rapitore, Tamlin, che, come ben presto scoprirà la ragazza, non è un animale mostruoso ma un essere immortale, costretto a nascondere il proprio volto dietro a una maschera. Una creatura nei confronti della quale, dopo la fredda ostilità iniziale, e nonostante i rischi che questo comporta, Feyre inizierà a provare un interesse via via più forte che si trasformerà ben presto in una passione dirompente.

Quando poi un'ombra antica si allungherà minacciosa sul regno fatato, la ragazza si troverà di fronte a un bivio drammatico. Se non dovesse trovare il modo di fermarla, sancirà la condanna di Tamlin e del suo mondo...

Alle prime ero rapita dallo stile dell’autrice, affascinata, incuriosita, ma non ero ancora entrata in sintonia con il personaggio di Feyre, non riuscivo ad inquadrarla fino in fondo. Ho storto il naso un po’ di volte prima di averne una visione più ampia. È riuscita poi a convincermi, seppur non sia abituata a protagoniste tanto elaborate. Ciò che ci viene inizialmente mostrato è una ragazza, affilata come una lama, quasi priva di sentimento, vincolata da una promessa fatta alla madre in punto di morte, una promessa che le pesa: dover badare alla sua famiglia, tenerla in vita. Il rapporto con i suoi consanguinei, infatti, non è idilliaco, sembra essere molto dura eppure pagina dopo pagina, dopo aver intrapreso questa forzata convivenza con Tamlin, come ripercussione per le sue azioni, viene fuori parte del suo lato fragile, come la paura di morire da sola. Secondo la stessa Feyre, nessuno merita di morire nella completa desolazione ed ecco che scopriamo una protagonista più umana. Dimostrerà ampiamente di esserlo. 
Tamlin d’altro canto è ancora più difficile da inquadrare. L’autrice non si è risparmiata. Partendo dal presupposto che quando ha iniziato questa serie pensava a un retelling di “La Bella e la Bestia”, abbiamo davanti un personaggio che della Bestia a parte l’aspetto non ha tantissimo. A livello di trama ricorda la favola in vari punti ma un bel giorno smette di essere un retelling. La prospettiva da cui guardare cambia. 
Penso a questa serie come a un opuscolo dove ci viene mostrato cosa succede se le cose non vanno come ci si aspetta, se qualcosa nella storia non rispetta i canoni classici, se i protagonisti della favola fossero stati più maturi, più consapevoli delle brutture del mondo. A libro ultimato mi sono detta che la storia avrebbe potuto fermarsi lì, ma poi ho deciso di guardare al secondo come a un altro opuscolo di cui per ora non vi svelo l’obbiettivo, per non rischiare di spoilerarvi troppo.
Tornando invece a Tamlin, l’ho trovato ligio al dovere che la sua posizione e le sue doti gli impongono, e sfacciato come un bad boy, per alcuni aspetti. Ammetto di esserne rimasta colpita positivamente, molto, ma verso la fine del libro qualcosa in lui inizia a mutare, scopriremo di più leggendo il seguito, no? Non è l’unico a subire un cambiamento dopotutto.


2 commenti:

  1. Io ho visto Acotar come un libro introduttivo. La vera storia comincia con il secondo volume, che mi è piaciuto un sacco e mi sono ricreduta su molti personaggi.

    RispondiElimina
  2. Sento parlare tantissimo di questa serie e l'ho in wishlist da un po'! Prima o poi la recupererò! :)

    RispondiElimina

A chiunque voglia darmi la sua opinione, un enorme grazie!
Info sulla Privacy