TITOLO: Wolfheart. La ragazza lupo
AUTORE: Alessia Coppola
EDITORE: La Corte Editore
GENERE: Urban Fantasy
PREZZO: cart. 16,90 €
PAGINE: 320
TRAMA
Aylena non è una ragazza come le altre. È stata maledetta ed è costretta a convivere con due nature: quella di demone e quella di lupo. Per liberarsi dal maleficio e ritrovare la sua umanità, dovrà così affrontare un viaggio irto di pericoli, attraverso il tempo e le distanze, che la faranno diventare una spietata cacciatrice. Ma tutto cambierà, quando arriva Adrien, un soldato a servizio di un ordine di cacciatori di creature soprannaturali. Sarà lui la chiave che le permetterà di essere finalmente libera, ma sarà anche colui che imbriglierà il suo cuore. Tra battaglie, incantesimi, segreti e cospirazioni Aylena compierà il suo destino, scoprendo però che il prezzo da pagare sarà più alto di quanto avesse mai temuto.
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Alessia Coppola è una scrittrice, blogger e illustratrice pugliese.
Dopo aver frequentato il liceo artistico, ha proseguito gli studi presso la Facoltà di Beni Culturali.
È anche una pittrice, con all'attivo numerose esposizioni. Da qui all'illustrazione (in particolare per l’infanzia) il passo è stato breve. È una freelance con all’attivo numerose collaborazioni. Ha inoltre ampliato gli orizzonti affermandosi anche come grafica.
Altra grande passione è il canto: ha inciso il suo primo singolo Sognatori nel 2012, arrangiato da Marco Schnabl, fonico dei Duran Duran.
Nel 2014 ha aperto il blog letterario Anima d'Inchiostro e nel 2016 l’omonimo canale Youtube.
Ha iniziato a pubblicare nel 2005 spaziando dalla poesia, alle fiabe, dalla narrativa fantastica a quella contemporanea. Nel 2016 infatti pubblica il primo contemporaneo al femminile Il Filo Rosso per HarperCollins Italia. Nel 2018 Newton Compton Editori pubblicherà un nuovo romanzo.
Estratti
Rapida, inesorabile, scoccò la prima freccia che fischiò nell’aria come una frusta e lo colpì. Il dardo gli perforò il cuore, da cui fuoriuscì un fiotto denso e scuro, che evaporò a contatto con il suolo. La figura si afflosciò come un sacco vuoto, prima di smaterializzarsi in polvere nera.
Gli altri due sembravano smarriti, scoccarono uno sguardo ad Aylena e la attaccarono.
Lei caricò un’altra saetta che fece breccia nella cassa toracica del secondo, le cui ossa crepitarono come fossero di carta.
Aylena era una cacciatrice, la Cacciatrice Nera, come era solita essere definita da quegli esseri. Tuttavia non cacciava per sopravvivenza ma per vendetta. Questa era la sottile differenza che la distingueva dai predatori che uccideva, il fine era diverso, ma il mezzo rimaneva sempre il medesimo: la morte.
Un sibilo strozzato si levò nell’aria. Uno dei tre annaspava con la faccia premuta contro l’asfalto bagnato, il respiro corto e gli occhi sbarrati. Agonizzava, contorcendosi come un insetto pungolato da uno stecco.
Aylena si avvicinò, lo sollevò per la mascella e con entrambe le mani tirò uno strattone secco. Il suono delle ossa rotte la fece rabbrividire. Forse non ci avrebbe mai fatto l’abitudine. La morte è morte, anche per chi la merita, anche per chi è già morto.
***
«Immagino ti abbia insegnato la tua gente.»
«Sì, l’essere connessi al totem espande il nostro spirito, la nostra coscienza, ma è terribile…»
«Cosa?»
«Essere l’ultima della mia casa magica a parlarne. Ero l’erede di una potente dinastia di totemki, ma ora non c’è più alcun clan da proteggere.»
Adrien abbassò il capo e annuì. «Mi dispiace.»
Lei fece spallucce. «Se sei immortale, aspettati anche gli altri si estinguano. Le città si sgretolano come montagne erose dal vento, i mari si ritirano e creano nuove isole, le dinastie cadono come tessere di un domino. E tu assisti a tutto questo come un’ombra dietro il sipario. Una maschera muta, senza copione, senza un ruolo. Perché sei un fantasma, non esisti e non puoi esistere, nonostante vorresti urlare chi sei. Il progresso avanza nel tentativo di produrre protesi in grado di sostituire organi vitali o di trovare metodi per irretire la morte. L’immortalità è il desiderio più profondo dell’uomo. Eppure tutti ignorano quanto essa sia pregna di noia e di un vuoto che si propaga nel tempo come un’onda ciclica senza mai fine.»
Ci fu un lungo silenzio, lui non sapeva come replicare a quelle parole così pregne di malinconia e dolore.
«Sono stanca, Adrien. Devo spezzare la mia maledizione.»
«Ho giurato che ti aiuterò.»
«So che lo farai, ma non vorrei metterti in pericolo. Non ne vale la pena per una come me. Al momento sono una mezzosangue, ricordi?»
«Proprio per una come te varrebbe la pena combattere.»
Ebbe l’impulso di sfiorarle il dorso della mano e stringerla tra le sue, ma si trattenne.
Le stelle divennero opache e l’alba iniziò a mostrarsi. «Va’, sto per mutare» mormorò lei.
«Voglio restare» insisté.
«Perché mai?»
«Per non lasciarti sola a questa nuova alba.»
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