sabato 2 giugno 2018

Recensione: Dreamwalker. La ragazza che camminava nei sogni di Mariachiara Cabrini


Autore: Mariachiara Cabrini
Pagine: 305 pagine
Editore: PubMe
Prezzo: 2,99 ebook - 14,00 cartaceo
Pubblicazione: 27 aprile 2017

Sinossi: Diana ha perso cinque anni della sua vita. Vorrebbe che non fosse accaduto, ma non può cambiare il passato, né cancellare le cicatrici che le ha lasciato. Può solo ricominciare da capo. Costruirsi una nuova identità, trovare nuovi amici, un nuovo scopo, e nascondere a tutti il suo segreto. Nessuno potrebbe mai immaginare che dietro i suoi abiti sempre coordinati, la sua quieta determinazione nello studio e l'abilità di creare dolci squisiti, si celi una paura che stenta a tenere a bada. Nemmeno Sebastiano, l'assistente del corso di giapponese che Diana ha iniziato da poco a seguire. Quando la guarda, lui vede solo una ragazza attraente, con gli occhi grigi più belli che abbia mai visto, ma quando lei lo guarda vede ciò che sta cercando disperatamente di lasciarsi alle spalle. Vede un incubo che le impedisce di dormire, un dolore che l'ha cambiata per sempre e che non vuole mai più provare. Amare è un rischio che non vuole correre di nuovo, ma la scelta non è unicamente nelle sue mani, e osare potrebbe permetterle di raggiungere un traguardo che non aveva mai neppure osato sognare.

* Allerta spoiler (Data la tematica del libro sono costretta, per farvi capire la mia opinione, ad anticiparvi alcune cose, entrando nel dettaglio di alcuni punti, che possono essere più o meno importanti.) *

Il libro parte con un prologo abbastanza comune, lineare e scorrevole, ma dal primo capitolo in poi si viene catapultati in un mondo difficile. L'autrice scuote interiormente la morale del lettore, portandolo a credere in un mondo fittizio in cui la stessa protagonista coesiste attraverso il suo stato... Questa realtà che appare fin troppo reale, a cui crediamo senza ombra di dubbio, poiché nulla ci induce a non farlo, è molto ma molto dura e cruda. Mi ha proprio per questo, nonostante ami i drammi, quasi persuasa a pentirmi di aver intrapreso la lettura stessa; per cui vi avviso, se volete leggere questo libro preparatevi alla botta di sdegno ed iniziale incomprensione.

Fortunatamente, seppur in maniera lenta, la storia riprende il suo corso fino ad arrivare al lato  romance, molto più soft. Per così dire.
Diana soffre di schizofrenia. Ecco il perché vive una vita differente nello stato catatonico nel quale persiste per un abbondante quantità di tempo, dove crea personaggi in grado di renderla felice, finché quello stesso mondo crolla diventando il suo incubo peggiore. L'argomento della schizofrenia viene descritto in maniera dettagliata, così come tutti gli argomenti di ricerca contenuti nel testo. Il mio elogio alla scrittrice, per la premura nel ricercare i dettagli. Cosa meno curata è la logica. Ci sono determinati punti dove risiedono, come dicevo, imprecisioni logiche. In più l'autrice non è riuscita a distaccarsi, per certi versi, dal  suo ruolo di narratore "onnisciente", immedesimandosi nel lettore ed in come avrebbe recepito  determinate informazioni.

Punto a favore è l'originalità, questo va detto, non ho mai letto nulla di altrettanto forte e sconvolgente che però restasse sobrio, senza troppi fronzoli. Lo stesso stile adottato è molto promettente. La storia con Sebastiano è interessante a modo suo, né troppo tipica né troppo innovativa, diciamo equilibrata. Una risoluzione basata sulla malattia che risolve il groviglio di sdegno, come l'ho precedentemente definito, era impossibile da immaginare, il coma sarebbe stato più ovvio, insieme al banale incubo, quando si realizza che, appunto, quanto letto non era la verità.

In breve: partiamo con la sofferenza ed il senso di colpa che spingono, seppur solo nella sua testa, Diana a punirsi per la morte di Stefano -ragazzo immaginario e suo primo amore- fino ad arrivare ad un finale di consapevolezze. Diana accetta il rischio. Dopo essersi risvegliata dal suo stato catatonico infatti, fugge i ricordi legati all'esistenza mai vissuta fisicamente finché a piccoli passi si rende conto che la vicinanza di Sebastiano, per quanto "sconvolgente", possa non essere un male. Accetta che qualunque sia la realtà nella quale vive, fantastica o meno, non le importa perché ora è felice. Questo dovremmo ricordarlo un po' tutti a volte, questo libro ci permette di soffrire con la protagonista e comprendere le persone che purtroppo sono costrette a convivere, per motivi genetici o meno, con malattie simili... In più ricorda che l'amore non guarda in faccia a nulla, non si cancella, non svanisce e va vissuto finché possibile, nel bene e nel male.



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