mercoledì 20 maggio 2020

Storytelling Chronicles #4

Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara della Nicchia Letteraria
Salve, cari lettori! Come va? Eccomi di ritorno con un altro racconto. Mi è risultato più difficile scegliere di cosa parlare, visto che per questo mese avevamo carta bianca sul tema, ma alla fine ho optato per una storia che parla di amore e apparenze. Forse qualcuno l'avrà notato, ma amo dare attenzione a protagoniste imperfette e normali, perché, come lettrice, detesto quando una donna è troppo perfetta da sembrare surreale. Cerchiamo la perfezione almeno nei romanzi? Sì, questo non possiamo negarlo, ma, ogni tanto, è bello vedere come un amore nasca anche senza considerare l'aspetto fisico. Che altro dire? Spero di non annoiarvi troppo.

My Beautiful Teacher


Trama: Julian è un avvocato molto impegnato, troppo per badare al figlio di sua sorella e al suo cane. La ferita al cuore per la perdita dei cari è ancora fresca, e gli risulta difficile diventare un genitore tutto d'un tratto. Ma la prosperosa insegnante di suo nipote, per cui comincia a provare una grande attrazione, potrà essergli di grande aiuto.

******

Era stato definito in molti modi nei suoi trentadue anni di vita. Cyborg senza cuore, Re dei ghiacci, impassibile farabutto... ma in quei giorni non si sentiva tale. Proprio per niente.
Ancora rimbombavano nelle sue orecchie le parole del medico.
Abbiamo fatto tutto il possibile ma purtroppo non c'è stato niente da fare.
Un mese era passato e ancora ci ripensava non appena aveva un attimo di respiro. La sua amatissima sorella era morta e, con lei, anche suo marito. Il Destino era stato ingiusto con loro, stroncandogli la vita con un banale incidente stradale.
Da quel momento, sentì come una voragine nel petto. Solo tenersi impegnato con il lavoro gli creava come una specie di rifugio dal dolore. Peccato che non poteva lasciarsi andare così. Con la loro morte, i coniugi avevano lasciato dietro il loro tesoro più prezioso. Theo non aveva più nessun parente in vita, ad eccezione di lui, il caro vecchio zio Julian, che non vedeva da quando era un poppante. Quindi, potete immaginare la sorpresa dell'uomo nel ritrovarsi a casa un bambino di ormai sette anni. Con tanto di cinque chili di Border Collie che non esitavano a imbrattare le pareti di pipì. Fantastico davvero.
Julian amava la sua libertà, la sua esistenza da scapolo, senza alcun legame permanente. Non aveva mai desiderato una moglie e dei figli. Il disastroso matrimonio dei suoi genitori lo aveva traumatizzato, a tal punto, da fargli evitare come la peste le donne in cerca di relazioni stabili. Era sposato con il suo lavoro di avvocato e gli andava benissimo così. Tuttavia, l'arrivo di suo nipote e del cane aveva dato un cambiamento netto al suo modo di vivere. Niente più straordinari, niente più scopate di una notte a casa sua, niente più weekend con gli amici fino a tardi. La perdita dei loro cari aveva segnato entrambi ma il bambino aveva più bisogno di qualcuno accanto. Julian non si illudeva di poter sostituire la figura genitoriale di cui necessitava, ma sperava almeno di affrontare il lutto insieme e trarre conforto dalla vicinanza reciproca. Theo somigliava moltissimo alla madre, aveva gli stessi occhioni castani e la stessa fossetta sul mento. Era impossibile non provare affetto per quell'esserino. Ma sei anni senza mai vederlo avevano creato un muro tra zio e nipote. Il lavoro aveva tenuto Julian lontano dagli affetti famigliari, ed ora, che aveva perso la maggior parte di quegli affetti, si pentiva del suo distacco, del tempo perso. Theo lo vedeva come un estraneo e, di conseguenza, gli riservava solo occhiate diffidenti. Nessun sorriso, nessun accenno di affetto.
L'uomo aveva provato a coinvolgerlo in vari modi: con i film, i videogiochi, ma niente sembrava smuoverlo. Il nipote continuava a preferire la vicinanza del suo cagnolino alla sua, e questo lo deprimeva. Guardava la foto della sorella quasi ogni giorno, come a trarre la forza di continuare a insistere. Ce la doveva fare, lo doveva a lei e a suo marito. Alla sua famiglia non del tutto perduta.

Sembrava che anche quella giornata stesse finendo come le altre quarantasei precedenti, almeno finché Julian non vide l'espressione stranamente contenta del suo nipotino. Era andato a prenderlo a scuola, come di consueto ormai, e non si aspettava di certo di vedere così all'improvviso quel miglioramento. L'uomo si stropicciò gli occhi e guardò meglio verso di lui, all'uscita della scuola. Forse la stanchezza, dovuta al lavoro e alle nottate in bianco per vegliare su Theo e i suoi incubi, faceva brutti scherzi. Ma quello era davvero un sorriso, e rivolto a una donna, per giunta. Non l'aveva mai vista prima. Non doveva avere più di trent'anni, portava i capelli neri raccolti su, a malapena da una matita, e i suoi occhi grigi trasmettevano dolcezza e bontà. Tutto sommato, era abbastanza graziosa anche se più in carne rispetto alle donne che frequentava di solito. Aveva una corporatura robusta, quindi, era abbastanza sicuro che non fosse tipo da venire al ristorante per ordinare solo un'insalata.
Suonò il clacson per attirare la loro attenzione e subito si girarono nella sua direzione. A quel punto, il bambino salutò la donna ed entrò in macchina.
Per tutto il tragitto verso casa, Theo non fece che parlare della sua nuova insegnante di matematica, la signorina Cecily Price. L'uomo lo guardò sbalordito e pensò che quella era la prima volta che suo nipote gli rivolgeva più di qualche frase forzata. Parlava della sua insegnante come fosse una dea, una persona meravigliosa. A vederla da lontano, non gli era sembrata niente di speciale, almeno nell'aspetto, ma i bambini avevano altri punti di vista. Non stentava però a credergli quando affermava che fosse una persona buona e gentile. Quegli occhi. Quei bellissimi occhi non potevano appartenere a una donna cattiva.
Entrarono in casa e subito, Julian si sdraiò, esausto, sul divano. Tra poco sarebbe andato a farsi una bella doccia rilassante.
-Zio.-
L'uomo guardò il nipote, cercando di sorridere in maniera rassicurante. Lo psicologo aveva tanto insistito che doveva portare pazienza con il bambino ed essere accondiscendente. Prima di aiutarlo a superare il lutto, doveva prima costruire un rapporto di fiducia.
-Sì, Theo?-
-Possiamo invitare la signorina Cecily a cena, domani sera? Ti prego! Voglio farle conoscere Hugo.-
Questa insegnante lo aveva aiutato a far parlare di più Theo quindi perché non accettare? L'avrebbe ringraziata, per questo progresso, con una bella cena, poi, se voleva anche conoscere quel cane, buon per lei. Fin da piccolo, Julian non era mai stato tanto amante dei cani, e non capiva come certe persone li amassero. Sporcavano dappertutto, sbavavano e rosicchiavano ogni cosa. Non portavano a niente di buono.
-D'accordo. Invitala pure.-
Theo sorrise e andò ad abbracciare di slancio lo zio. Un gesto che lasciò, quest'ultimo, di stucco.
-Grazie, grazie, grazie!-
Lo lasciò e corse su per la sua stanza. Julian rimase impietrito a guardare dove era sparito il bambino. A quanto pareva, a questa signorina Price doveva più di una cena.

********

Ok, sembro abbastanza carina così.
Si guardò di nuovo allo specchio e cercò di sistemarsi meglio che poteva. Ma a chi voleva prendere in giro? Il suo vestito nero non avrebbe nascosto i suoi settantanove chili, come se niente fosse. Non era assolutamente vero che quel colore sfinava, solo una diceria a cui abboccavano le povere allocche come lei. Aveva provato a perdere peso per far contenti i suoi ex, ma, poi, aveva capito che non facevano per lei gli uomini superficiali, troppo attaccati all'aspetto fisico. Desiderava essere accettata per quello che era ma, purtroppo, sapeva come andava il mondo e la sfiducia l'aveva colpita, senza via di scampo. Ed ecco il risultato: l'eterna indecisione su cosa indossare per non sembrare una bomba alla crema. E a proposito, ne doveva avere ancora una in frigo.
Sbuffò e si tolse quel vestito per poi sceglierne un altro, a taglio stile impero, con motivi floreali. Doveva piacere ai bambini e loro erano decisamente meno esigenti rispetto a qualche possibile spasimante. Almeno, quelli che aveva avuto la fortuna di avere come allievi. Altre colleghe, invece, si lamentavano che le loro classi le giudicavano peggio di un modista acclamato. La sua non le era sembrata così ma, forse, era il fatto che fosse solo il suo secondo giorno di scuola. Aveva fatto solo supplenze prima di questo incarico e non aveva mai avuto problemi con i bambini. Lei adorava loro e loro adoravano lei. Cecily era dell'idea che, se dimostravi un sentimento all'altro, poi venivi ricompensata con lo stesso. Almeno così le aveva insegnato suo padre, quando ancora era in vita.
Ieri, in special modo, era riuscita a legare molto con un bambino, quello che era stato il più taciturno durante la lezione. Non sapeva il perché, ma quando aveva incrociato i suoi occhi, sentì come se avesse bisogno di lei, più degli altri. Era brava a leggere gli occhi dei bambini e, di consuetudine, ci vedeva spensieratezza e tanta gioia. Ma non in quel bambino dai capelli corvini. In lui, aveva visto solo tanta solitudine e tristezza. Solo dopo la fine del primo giorno di scuola, seppe la storia di Theodore Jones e, allora, capì perché sentisse tanto attaccamento verso di lui. Provavano lo stesso dolore ed avevano il cuore spezzato dalla crudeltà del Destino. Cecily aveva perduto la madre quando era molto piccola, a causa del cancro, ed era stata cresciuta da suo padre fino all'età di venticinque anni. Erano ormai passati due anni da quando era rimasta orfana di entrambi i genitori, e in Theo rivedeva se stessa. Quindi, a ricreazione, si decise ad avvicinarlo. All'inizio fu scostante, rispondeva a monosillabi, ma più parlarono, più la diffidenza volò via, lasciando il posto alla speranza. Le raccontò di avere uno zio, che si occupava di lui e del suo cagnolino, Hugo. Almeno aveva qualcuno di famiglia al suo fianco, pensò la donna. Tuttavia, il bambino non sembrava esserne particolarmente attaccato. Pensava di essere solo un peso per quel parente del tutto estraneo ma lei cercò di rassicurarlo.
-Sono sicura che ti sbagli. Non conosco tuo zio ma posso assicurarti che nessuno potrebbe definirti un peso. Sei un bravo bambino, Theo. Nonostante il dolore che stai provando, hai pensato di essere un disturbo per lui, ma non lo sei. Anche tuo zio sta provando quello che provi tu, e sta cercando di starti vicino e rimediare alla sua assenza in passato.-
-Tu dici? Non è che odi zio Julian, ma lo vedo sempre impegnato e si sforza di sorridermi anche quando non vuole.- confessò il bambino.
La donna lo guardò sbalordita. Sapeva che i bambini erano molto svegli ma non credeva che Theo facesse già pensieri così profondi. La morte dei genitori deve averlo spinto a crescere troppo in fretta. Però Cecily non voleva questo. Desiderava che quel bambino si godesse l'infanzia e andasse avanti, come aveva fatto lei.
-Devi capirlo, non è abituato ad avere un bambino e un cane in casa. Ha sempre vissuto da solo, da quello che mi hai detto. Ha solo bisogno di tempo, anche lui. Ti vuole bene, Theo, solo, dagli occasione di dimostrartelo, ok?- disse lei, toccandogli le spalla con una mano, come a dargli ulteriore sostegno.
Il bambino ci pensò su, poi annuì. Provare non gli costava nulla e, poi, sentiva di potersi fidare del giudizio della sua nuova insegnante. L'aveva appena conosciuta, eppure Theo sentiva che quella donna riusciva a capirlo, più di chiunque altro.

Arrivò puntuale per il suo secondo giorno di lavoro, impaziente di rivedere i suoi nuovi protetti. Cecily notò, con piacere, che il suo prediletto era di buon umore oggi. Non più cupo e taciturno come ieri. Alzava la mano per rispondere alle domande, chiedeva dove non capiva, insomma, era più partecipe, e questo rendeva l'insegnante davvero felice. Voleva dire che cominciava a dare speranze alla vita e a suo zio.
Con sua enorme sorpresa, però, Theo la raggiunse a ricreazione e le chiese se era disponibile quella sera. Cecily non sapeva che dire. Non usciva da tanto e, l'ultima volta che l'aveva fatto, era finita con lei a leccarsi le ferite nell'orgoglio. Un uomo che aveva tentato di frequentare se n'era uscito con commenti poco eleganti per via della sua taglia XL e, da allora, non voleva rischiare più con gli uomini. Ma questa volta era diverso. Era stata invitata da un bambino, e quella cena sarebbe stata come una semplice riunione genitore-insegnante. Bastava pensarla così per rassicurarla e spingerla ad accettare. Aveva intravisto lo zio di Theo, era bello e aveva l'aria di essere una persona molto riservata e snob. Il classico tipo da cui si teneva alla larga, ma, per lei, sarebbe stato solo un tutore che aveva a cuore il benessere del suo pupillo. Niente di più.

********

Mancava poco ormai. Se quello che Theo gli aveva detto era giusto, la sua insegnante sarebbe arrivata puntuale come un orologio svizzero.
Julian non aveva mai visto suo nipote così euforico e sorrise per quel miracolo. Mentre il bambino controllava che la casa fosse in ordine e il suo cane pulito, l'uomo controllò che fosse tutto pronto in cucina. Il lato positivo della sua vita da scapolo era che aveva imparato a cucinare abbastanza egregiamente. La cucina era un hobby per lui e non ci rinunciava mai, nemmeno quando era stanco morto per il lavoro.
Sentì il campanello e, in automatico, guardò l'ora. Le venti spaccate. Già gli piaceva quella donna.
Andò verso la porta ad aprire ma, prima, si diede una veloce sistemata davanti allo specchio. Mise indietro i mossi e corti capelli neri, e controllò che non si vedessero troppo le occhiaie sotto gli occhi verdi. Ma un attimo dopo, si diede dello stupido. Che gli importava del suo aspetto? Non doveva mica provarci con l'insegnante di suo nipote.
Fece per aprire la porta ma Theo e Hugo lo precedettero. In un istante, si trovò davanti la signorina Price.
Era uscito con donne decisamente diverse da lei. Non era un playboy ma non disdegnava la compagnia femminile. Solo che lei non era il tipo a cui era abituato. Non era raffinata, frivola e, di sicuro, non era attaccata alla linea. Si poteva benissimo notare dal suo semplice abito grigio perla che le arrivava fino al ginocchio e dall'assenza di gioielli. Sembrava una persona semplice che amava i bambini e la buona cucina. Gli occhi, quelli che reputava davvero belli, erano impreziositi dalla leggera presenza di eyeliner e mascara con un velo di ombretto color argento. Mentre la bocca, perfettamente carnosa, era dipinta di un rosa tenue e perlato. Rimase qualche secondo di troppo a osservargliela, chiedendosi come sarebbe stata baciarla. Ma poi, incredulo, distolse lo sguardo. Cosa diavolo mi stava prendendo?
-Salve, benvenuta. Sono Julian Johnson, lo zio materno di Theodore.- si presentò, porgendole la mano che lei, subito, accettò con un sorriso.
-Piacere di conoscerla. Sono Cecily Price, l'orgogliosa insegnante di matematica di suo nipote.-
-Ciao, signorina Cecily! Questo è Hugo, il mio migliore amico!- si fece avanti il bambino con in braccio il suo dolce cagnolino.
La donna non poté che intenerirsi nel vedere quel duo. Dal suo sguardo pieno di ammirazione, Julian capì che doveva amare i cani quanto i bambini. Una donna davvero materna, non c'era che dire. Forse se avesse avuto una madre come la signorina Price, lui e sua sorella Joanna sarebbero cresciuti meno soli e tristi.

La cena fu un successone. La loro ospite gradì tutto ciò che aveva cucinato e fece i complimenti sia a lui che al nipote per la bellezza della casa. Parlarono del più e del meno, dando modo a zio e nipote di dialogare più del solito, e aprire un varco tra le mura che c'erano tra loro.
Poi fu il momento di mandare Theo a letto, visto che il giorno dopo c'era scuola. Il bambino, riluttante, obbedì, ma non senza prima ricevere un bacio della buonanotte dalla sua dolce insegnante.
Rimasti soli, Julian si schiarì la voce e si fece avanti.
-La ringrazio davvero tanto, signorina Price. Ha dato vita a un miracolo, che nessuno era riuscito a fare prima di lei.-
Lei la guardò confusa per poi sorridere.
-Prego, chiamatemi pure Cecily. Detesto le formalità. E comunque, non esageri. Theo aveva solo bisogno di una spinta e di qualcuno che lo capisse.- mise le mani avanti, lei.
-Niente formalità, allora. Devo dedurre che anche tu hai perso qualcuno di caro.-
-Sì, sono orfana anch'io e mi mancano terribilmente i miei genitori. Comprendo lo smarrimento e la sofferenza che vi ha colpito entrambi. Ma proprio in questi casi, è importante avere un parente vicino. So che sei stato assente nella sua vita per vari anni ma sei ancora in tempo a rimediare. Sono sicura che riuscirete a raggiungere il giusto equilibrio e a trarre conforto dal vostro affetto reciproco.-
-Mi spiace molto. Sì, purtroppo, la morte di mia sorella e di mio cognato è stato un duro colpo per noi, ma la vita va avanti e non possiamo lasciarci consumare dal lutto.-
-Esattamente. Abbi solo tanta pazienza e vedrai che la tua nuova famiglia ti darà tanta felicità.-
-Lo spero davvero tanto.- sospirò.
Continuarono a parlare ancora per una buona mezz'ora, finché non si era fatto tardi. Anche la donna aveva scuola l'indomani, dopotutto. A Julian era piaciuto moltissimo parlare con lei. Era la prima volta che riusciva ad avere una conversazione soddisfacente e piacevole con una donna e gli era sembrato di aver assaporato una ventata di aria fresca in un deserto. Con le altre, era più questione di sesso. Brevi attimi di piacere per soddisfare un bisogno fisico, niente di più. Ma Cecily non era quello, assolutamente. Non era solo un gran bel pezzo di carne, era dotata di un gran cervello e tanta dolcezza. Fu per questo motivo che, quando dovette salutarla, sentì un leggero rammarico. Tuttavia, si ripromise di trovare altre occasioni per parlare con lei, e, magari sviluppare una buona amicizia.

L'amicizia andò a farsi friggere nell'istante in cui Julian conobbe, ancora di più, il carattere meraviglioso di Cecily. All'inizio, il suo lato più superficiale aveva avuto delle ritrosie nei suoi confronti. Se ne vergognò più tardi, e cominciò a provare un'inaspettata attrazione nei confronti della sua semplicità. Era riuscito a vedere oltre l'aspetto fisico e aveva trovato una persona di inestimabile valore. Una donna bella sia fuori che dentro che aveva sofferto, ma che dimostrava comunque amore e gentilezza al mondo. Con lei, stava diventando un uomo migliore che ancora sapeva donare affetto e che guardava oltre le apparenze.

Sapeva l'esatto istante in cui aveva capito di essersi innamorato.
Era un pomeriggio primaverile, dalla finestrella della cucina si poteva sentire una profumata brezza. Avevano invitato Cecily da loro e, in nemmeno un ora, avevano formato un simpatico trio di chef. Theo aveva tanto insistito e, alla fine, si metterono di impegno per creare dei simpatici biscotti a forma di cane. Ovviamente. L'avvocato alzò gli occhi al cielo.
-Guarda! C'è anche Hugo tra gli stampini!- esclamò il bambino, mettendo sotto il naso della maestra l'oggetto. Lei alzò lo sguardo dal piano di legno dove stava preparando l'impasto.
-E' bellissimo, Theo. Gli somiglia davvero tanto.- gli sorrise.
-Sai, Cecily, i tuoi occhi sono di un colore strano ma sono davvero belli. Non sono né azzurri né neri. Sembrano del colore delle nuvole quando piove.- espresse Theo guardandola curioso.
Già, aveva ragione. Julian era perfettamente d'accordo con lui.
La donna arrossì per poi ringraziarlo per il complimento. L'avvocato dedusse, con stupore, che quella era la prima volta che le facevano una simile osservazione. Scommetteva – poiché era successo anche a lui - che la gente tendeva più a criticarla per il suo girovita, senza mai guardarla nell'insieme. Era brutto ammetterlo ma la società di adesso era più impegnata a farsi ammaliare dall'aspetto esteriore che a comprendere la bellezza dei cuori. Julian aveva sbagliato, era stato cieco, ma era ancora in tempo per rimediare.
-Hai un fidanzato, maestra?-
Quella domanda ebbe l'impatto di un fulmine a ciel sereno. L'uomo drizzò le orecchie, curioso di sentire la risposta.
-Bè... no, tesoro.- rispose lei dopo un attimo di smarrimento. Non se l'aspettava proprio una domanda così diretta.
-Perché no? Sei così carina. Sono sicuro che qualsiasi uomo sarebbe felice di stare con te.-
Eh la bocca dei bambini è quella della verità, si dice. Gli adulti dovrebbero imparare molto da loro.
-Ti ringrazio di cuore, Theo. Sei un bambino meraviglioso. Ma purtroppo non tutti la pensano come te.-
Il bambino la guardò stranito. La sua espressione la fece ridere e non poté trattenersi dal dargli un bacio sulla fronte.
-Un giorno capirai.-
Theo sbuffò, infastidito da quella frase. Anche i suoi genitori gliela avevano ripetuta tante volte, finendo discorsi a cui lui era davvero interessato. C'erano occasioni in cui gli adulti sapevano essere davvero irritanti.
Con un sorriso malandrino, prese una manciata di farina e gliela lanciò in faccia. Lei starnutì poi lo guardò con rimprovero.
L'uomo stava per intimargli di chiedere scusa quando, con sua sorpresa, Cecily scoppiò a ridere di gusto, accompagnata dalle risa del bambino.
Ora, Julian ci vedeva chiaro. Quella risata gli sembrò il suono migliore del mondo e seppe, con certezza, che il suo cuore, ormai, le apparteneva.

Julian aveva continuato a vederla con ogni scusa possibile. Le aveva dato appuntamento per il cinema, per serate al ristorante o addirittura per chiederle aiuto nello scegliere delle piante o dei giocattoli per Theo e Hugo. Fu difficile convincerla all'inizio, per via della sua sfiducia nel genere maschile, ma l'avvocato seppe essere paziente fino ad arrivare a una piccola resa. Le avrebbe dimostrato che non era come i suoi sciocchi ex. E che lei meritava il meglio della vita. Da quando l'aveva incontrata, riusciva ad aprirsi di più con suo nipote e lui faceva altrettanto. Stavano ricominciando a vivere sul serio e tutto grazie al sostegno di quell'angelo chiamato Cecily Price.
I mesi passarono, e Julian e Theo erano finalmente sereni. Certo, la ferita al cuore non sarebbe mai svanita, il dolore sarebbe sempre stato dietro l'angolo, tuttavia, erano stati capaci di riprendere in mano le loro vite. L'uomo aveva avuto successo anche nell'addestrare Hugo, per non fargli più casini in casa, arrivando perfino ad affezionarsi a lui. Tutto sommato, Julian non poteva negare che il Border Collie fosse un cucciolotto piuttosto carino.
Era quasi tutto perfetto, mancava, però, ancora un elemento indispensabile nel suo quadro.
Avrebbe rimediato presto ad aggiungerlo.

********

Cecily guardò, con ansia, l'orologio attaccato alla parete.
Erano ormai sei mesi che usciva e passava il tempo con Theo e suo zio e, alla fine, si era decisa a invitarli, per pranzo, nel suo appartamento. Non aveva preparato niente di elaborato, solo un primo di pasta e un secondo di carne con insalata, ma quello a cui puntava di più era il dolce. Preparare i dessert era, da sempre, il suo forte e sperava di stuzzicargli le papille gustative più con la sua crostata di amarene.
Approfittò, di quei minuti di attesa, per riflettere. Com'era cambiata la sua vita da quando era arrivata nella nuova scuola. Com'era bello sentire ancora il calore di una famiglia. Theo, Julian e Hugo erano meravigliosi, ed era stato un piacere vedere come il loro rapporto migliorasse ogni giorno. L'uomo non perdeva occasione di ringraziarla per averli aiutati in questo, eppure lei non se ne prendeva alcun merito.
Che sciocca. Aveva giurato a se stessa che avrebbe chiuso con gli uomini belli e impossibili. E Julian lo era, decisamente. Troppo per una come lei.
In quei mesi aveva imparato a conoscerlo, a vederne i lati sia buoni che cattivi, e, senza volere, aveva cominciato a piacerle. Ok, no, si trattava più del semplice piacere.
Grosso errore. Urlava la sua mente. Eppure le esperienze passate dovevano averle insegnato qualcosa.
La prima impressione che aveva avuto di lui era quella di una persona fredda, che non riusciva ad esternare i suoi sentimenti. Poi, col tempo, aveva visto dentro il suo cuore, trovandolo bellissimo. A quel punto, le fu chiaro che fosse spacciata. Non voleva cascarci di nuovo ma, come si dice, al cuore non si comanda.
Sospirò, rassegnata, poi un secondo dopo, il campanello la riscosse dai suoi pensieri.
Si concesse una controllatina veloce e, con un bel sorriso stampato sul volto, aprì la porta, trovandosi davanti il suo trio preferito.
-Ciao, Cecily! Hugo ti ha portato un regalo!- disse il bambino, e il cane, subito, si avvicinò a lei. Si aggrappò alla sua gonna e alzò il muso, per farle vedere un pacchetto attaccato al suo collare.
-Oh Cielo!- si portò le mani alla bocca, commossa.
-Su, aprilo. Ci abbiamo messo ore a sceglierlo e speriamo che ti piaccia.- disse Julian, dando una pacca affettuosa al nipote.
Senza altri indugi, l'insegnante aprì il pacchetto e, non appena vide il contenuto, sorrise piena di contentezza. Si erano ricordati di quando gli aveva detto di amare i cupcakes.
Tirò fuori il portachiavi dall'involucro e lo ammirò con più luce. Aveva intenzione di comprarsene uno nuovo, ma loro l'avevano preceduta. Il ciondolo del portachiavi era fatto di argento e aveva la forma di un cupcakes ricoperto di glassa rosa con sopra una ciliegina. Era adorabile.
-Vi ringrazio... è davvero stupendo!- esclamò e andò subito ad abbracciare stretta sia il bambino che il cucciolo.
-Vedi, zio? Le piace!- esclamò contendo il bambino, facendogli l'occhiolino.
-Già, Theo. Avevi ragione.-
Cecily pose fine all'abbraccio e il suo sorriso si allargò di più.
-Forza, entrate, prima che si freddi tutto.-
-Andiamo!-
E in un attimo, si accomodarono per il pranzo.

I complimenti furono tanti e deliziarono la padrona di casa. Era soddisfatta del risultato e li guardava con immenso amore. Era passato davvero tanto tempo da quando qualcuno gradiva la sua cucina. Da quando suo padre era morto. Averli in casa, le aveva messo addosso una grande nostalgia.
Alla fine del pasto, Theo e Hugo andarono a giocare in un'altra stanza, e lasciarono soli i due adulti a prendersi un caffè.
L'insegnante sorseggiò la sua bevanda, non sapendo che dire. C'era una strana tensione tra loro e non si spiegava il perché. Poi, l'uomo si decide a fare la prima mossa.
Lui si schiarì la gola e strinse le mani davanti a sé, sul tavolo.
-Cecily, so che ci conosciamo da poco, ma in questi mesi ho imparato molto su di te e sulla mia famiglia. Anzi, il fatto che sia poi riuscito ad avvicinarmi a Theo è merito tuo. Sarò ripetitivo ma è così.-
-Mi dai meriti che non mi appartengono. Voi due vi siete trovati solo grazie al vostro affetto reciproco e alla voglia di andare avanti. Avevate solo bisogno di tempo. Costruire un'amicizia dopo sei anni di assenza non era facile.-
-Già. Quando mia sorella è morta, mi sono sentito a pezzi. Lei era così buona e trovo, ancora, ingiusto che se ne sia andata. Ma nonostante ciò, ho cercato di sollevare il morale a Theo. Lui ha perso una mamma e un papà che lo amavano moltissimo. So di non poterli sostituire, sarebbe da pazzi, anche solo pensarlo. Tuttavia, siamo rimasti solo noi due, e sono sicuro che loro avrebbero voluto vederci felici.-
-Hai ragione. Anche mio padre sarebbe stato triste se mi fossi lasciata andare. Voleva che trovassi la mia strada e che sorridessi anche senza di lui. Ma non è facile all'inizio.-
-Devi averlo amato molto. Io non so che vuol dire avere genitori amorevoli. I miei non erano decisamente una coppia affiatata. Passavano più tempo con i loro hobby e amici, senza mai prendersi cura dei figli.-
-Mi dispiace...-
-Non preoccuparti. Ormai è passato.-
Cecily gli andò a stringere, con timidezza, la mano. Voleva che la sentisse vicina. Non era compassione la sua, però, non poteva fare a meno di dispiacersi della sua infanzia.
Julian alzò lo sguardo e la fissò negli occhi. Subito, sentì le guance scaldarsi.
-Temevo di essere incapace di provare sentimenti. Credevo di star bene con la mia vita solitaria. Ma... non era così. Ho sempre sbagliato tutto nelle mie scelte. Ma questa volta è diverso. Nella mia vita sei entrata tu ed è accaduto l'impensabile.-
Il suo cuore perse un battito. -...Cosa?-
-Mi sono innamorato di te, Cecily.- disse tutto d'un fiato.
La donna si bloccò. Solo in quel momento capì l'espressione “rimanerci di sale”. Non poteva essere vero.
No, non riusciva a credere alle sue parole e la sua insicurezza la portò ad attaccarlo.
-Non so se l'hai notato ma sono nettamente più grossa delle tue solite bamboline.-
Julian la guardò contrariato. Di certo non si aspettava una simile reazione. Non era abituato ad essere respinto.
-Che diavolo c'entra la tua forma fisica col fatto che ti amo?-
-Oh andiamo, Julian! Non sono, di certo, il tuo tipo.-
-Che ne sai del mio tipo? E ha importanza? Dio, Cecily! Che accidenti ti hanno fatto quei pezzenti dei tuoi ex? Io non sono loro.- disse con tono sempre più irritato.
La sua indignazione la colpì. Non sapeva come comportarsi.
-Non è questo...-
-Sì, invece. E' proprio questo. Ti hanno talmente criticata superficialmente da renderti insicura e farti sentire inferiore a tutte. Ma non lo sei, dannazione! Tu possiedi una bellezza che le altre non hanno. Sei intelligente, dolce, una gemma rara. Ti amo per quello che sei, e so che anche tu provi lo stesso. Lo vedo nei tuoi occhi, i tuoi magnifici occhi.-
-Basta, ti supplico! Non prendermi in giro.- chiuse forte gli occhi e tenne la testa china. Forse, non appena li avesse riaperti, avrebbe scoperto che era stato tutto un sogno.
-Cecily! Cecily... guardami.-
Prese delicatamente il suo viso tra le mani e rimase a fissarla, in attesa.
-No!-
-Ti prego.-
No, no, no!
-Guardami.-
Tenne ostinatamente gli occhi chiusi ma, pian piano, cedette, sotto l'insistente sguardo dell'uomo. E fu allora che vide la sincerità. Non riusciva a crederci ma lui davvero l'amava per quello che era, e questo le provocò lacrime di gioia. Si diede un pizzicotto sul fianco, per avere ulteriore conferma della realtà. Ahi.
-Non piangere, ti prego. D'ora in poi, voglio renderti felice. Voglio che diventiamo una famiglia noi quattro insieme. Sii mia.-
-Sai che non potrai più tornare indietro dopo aver preso questa decisione, vero? Ti vado davvero bene? Tu sei brillante, bello...-
-Tu lo sei molto di più. Non sminuirti così. Sono io, piuttosto, che temo di non meritarti.-
-Perfetto, entrambi pensiamo di non meritarci a vicenda.- ridacchiò, con le lacrime che sembravano non voler finire. -Sai, tutto sommato, direi che siamo una bella coppia.- tirò su col naso.
-Sì, direi proprio di sì.- sorrise, come mai aveva fatto finora. Un sorriso luminoso che esprimeva tutta la sua felicità.
-Ti prego, non spezzarmi il cuore.-
-Te lo prometto.-
Lui si sporse con il viso e aspettò che anche lei gli venisse incontro. Cecily chiuse gli occhi e si lasciò andare. Seppe che quel momento era giusto, che era quello che aveva tanto atteso. Il lieto fine che sognava fin da bambina.
Le labbra si toccarono, da principio timide poi con più decisione, trasformando il bacio in un'esplosione di amore e passione.
-Ehy! Ci siamo anche noi!- irruppe la voce di Theo insieme all'abbaiare di Hugo. Erano fermi sulla porta e li guardavano con gioiosa soddisfazione.
La coppia di innamorati si staccò per poi sorridersi a vicenda.
-Certo che ci siete anche voi. Venite qui, pesti.- gli fece cenno lo zio. Theo e il suo cane non se lo fecero ripetere due volte, e corsero verso di loro, abbracciandoli con slancio.

E fu in quell'istante, tra risate e lacrime, che Julian si sentì, finalmente, completo.

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Mi auguro di non essere andata tanto male. Anche se rileggo mille volte, non mi sembra mai abbastanza per scovare gli errori. Fatemi sapere che ne pensate. Forse continuerò le loro avventure nel prossimo appuntamento della rubrica. Chi lo sa?
Alla prossima e bacioni dalla vostra Tany!


11 commenti:

  1. E' la seconda volta questo mese che mi tentate con bambini e animali, poi è ovvio che la storia per me acquista punti *_*
    Adoro Theo ma questo era scontato, mi è piaciuto tantissimo il rapporto che si è istaurato con la sua maestra un personaggio atipico ma davvero bello. Mi piace che l'hai descritta diversa dalle solite protagonista belle e intoccabili e bellissimo il modo in cui lentamente lo zio si accorge di lei andando oltre l'aspetto fisico. Questo piccolo racconto mostra tante cose insieme e porta anche alla riflessione cosa che adoro quando leggo qualsiasi storia.
    Sarei felice di leggere ancora di loro, sono tanto teneri e questa famiglia allargata è già bellissima.
    A parte qualche ripetizione con i verbi non ho notato particolari errori forse perché la storia mi è piaciuta tanto tanto e a mio parere personale devo dire che per ora questa è la mia preferita tra tutte quelle che hai scritto per questa rubrica quindi bravissima

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    1. Sappiamo i tuoi punti deboli e non abbiamo paura ad usarli contro di te ahahah Grazie mille, Susy! Spero che ti piacerà anche il prossimo racconto con loro.

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  2. Ciao Tania!
    Inizio col dirti che ho trovato la tua storia piacevole da leggere, ben scritta ed anche romantica. Sei riuscita a descrivere bene le tappe di un amore che nasce a poco a poco e di una famiglia di persone che si "scelgono" e riescono ad andare avanti insieme. L'unico errore di forma che ho trovato è stato, alla fine, "la coppia di amanti si STACCARONO" invece di "si staccò", per il resto non ne ho individuati.

    Ho solo un'osservazione da fare: secondo me la storia sarebbe stata ancora un po' più riuscita se tu non avessi inserito i due elementi della "lei un po' cicciottella" e del "lui che si dedica ad avventure sessuali", che purtroppo non ho potuto fare a meno di trovare un po' cliché. Secondo me il contrasto tra i due, ed i motivi per cui si innamorano e si completano, sono già stati ben descritti da te: lui è razionale ed un po' freddo, ma anche riservato, maturo e sicuro di sé; lei è materna, gioiosa, più estroversa, amante di una vita più semplice. Secondo me non ci sarebbe stato bisogno di inserire anche il contrasto lui playboy/lei seria ed insicura… più che altro perché rischiano di rimanere più impressi questi elementi, che un lettore medio di romance ha già visto e rivisto, invece di tutti i bellissimi dettagli originali (i primi passi nell'insegnamento di una ragazza che ama i bambini, l'elaborazione del lutto da parte di tre persone del tutto diverse, i quadretti familiari davvero simpatici, l'elemento "canino" che fa sempre piacere) di cui effettivamente è costituito il cuore della tua storia.

    Detto questo, ti confermo che il mio parere sulla storia è comunque del tutto positivo, ti faccio i miei complimenti e spero che Julian e Cecily torneranno con un racconto ancora migliore!

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    1. In effetti, avrei potuto risparmiarmi la caratteristica libertina di lui 🤔 hai ragione. Ti ringrazio per la tua opinione, Silvia! E sì, ho deciso che rivedrai questa famiglia anche nel prossimo racconto.

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  3. Ciao Tania. Di questa storia ho apprezzato il gioco degli opposti, specialmente quello che emerge tra le righe grazie a Theo. Ho percepito la grande differenza che doveva esserci tra Julian e la sorella, differenza che viene fuori dall’atteggiamento di un bambino estremamente diverso dai suoi coetanei, che di solito, nella realtà, ci mettono un attimo a prendere in giro bimbi e adulti in base al loro aspetto fisico.
    Altra dinamica interessante è quella che sconvolge il naturale ordine delle cose: un bambino, che per natura dovrebbe essere meno avvezzo a trattare le questioni degli adulti, in realtà dimostra di essere più audace dello zio, il quale sembra addirittura nascondersi dietro di lui, fino a sfruttare le capacità attrattive dei piccoli per condurre a sé una donna.
    Seguendo questo ragionamento, e tenendo conto di certi particolari, devo dire che Julian mi è parso un personaggio di scarso spessore. Dalla sua bocca esce una frase a mio avviso pessima, poiché veicola un cliché poco piacevole. A un certo punto, dopo che diverse volte nel racconto si fa esplicito riferimento all’aspetto fisico, dice:
    “Tu possiedi una bellezza che le altre non hanno. Sei intelligente, dolce, una gemma rara”.
    Penso di non poter essere smentita, se dico che una donna bruttina, secondo i comuni canoni estetici, può essere una testa di cavolo leggendaria, così come una donna considerata bellissima può anche essere gentile, dolce, premurosa.
    A tratti, mi è addirittura parso che quest’uomo concedesse una sorta di grazia, di condono a una donna cicciottella, solo perché quest’ultima può fargli comodo per crescere il nipote. Insomma, mi pare che tutto questo parlare di fisicità non aggiunga valore alla storia. Anzi. In sostanza, non sono riuscita a vedere in Julian un romantico andare oltre l’apparenza, bensì un cinico sfruttare l’occasione.
    Cecily è senz’altro una donna semplice con uno spiccato senso materno. L’ho apprezzata, anche se in un’occasione la sua ingenuità mi è parsa eccessiva, irreale: come fa a dire che Julian non potrà più tornare indietro, una volta fatta quella scelta? Lui è un avvocato, quindi se volesse, potrebbe tornare indietro e come. Chiunque può farlo come e quando vuole.
    A parte considerazioni e gusti personali, il racconto mi è piaciuto e scorre bene, anche se lungo. Si presenta un po’ come un muro di testo, in certi punti, ma tutto sommato si legge con facilità e piacere.
    Per quanto riguarda la scrittura, è perlopiù corretta. Ti segnalo quello che ho trovato e aggiungo qualche esempio.
    Qua e là, alcune virgole delle quali si potrebbe fare a meno:
    - “Lei era così buona e trovo, ancora, ingiusto che se ne sia andata.”
    - “So di non poterli sostituire, sarebbe da pazzi, anche solo pensarlo.
    Ho trovato qualche verbo i cui tempi non quadrano col contesto al passato:
    - “Poi, l'uomo si decide a fare la prima mossa.”

    Si metterono  misero
    L'uomo aveva avuto successo anche nell'addestrare Hugo, per non fargli più casini in casa  per non fargli fare.
    Ho notato anche qualche ripetizione.
    Alla prossima.

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    1. Ti aspettavo al varco ahahah che tu ci creda o no, la tua opinione è tra quelle che attendo di più e che apprezzo. A parte l'averti dato il messaggio sbagliato riguardo alla coppia (ti chiedo scusa per questo), sarò strana ma ho gongolato quando ho letto che 'è perlopiù corretta' 😂 Il fatto che hai trovato meno errori del solito mi rende felice. Sono un anima semplice, in fondo.

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  4. Ciao Tany! Mi è piaciuta molto questa storia che ci hai raccontato :) Il tuo scritto è senza dubbio scorrevole e ben realizzato, e anche se lungo sei riuscita a dare alle varie parti una suddivisione che alleggerisce la lettura! Ho apprezzato il tema del rapporto con l'aspetto fisico di Cecily che hai voluto descrivere, è importante che se ne parli e penso che il modo in cui l'hai fatto dimostri la tua attenzione a riguardo, da lodare. Non ho notato però lo stesso mood nei confronti dell'essere un donnaiolo del protagonista maschile, una caratteristica che forse avrei omesso perché qui (mi pare di capire - poi dimmi tu se è giusto o meno) il focus principale è sull'aspetto di lei più che sul carattere di lui. Ciò mi ha fatto, di conseguenza, apprezzare molto di più Cecily di Julian. Sono curiosa però di vedere come poi continuerà questa relazione tra i due: le premesse iniziali erano pessime, poi man mano ci hai svelato un lato diverso di lui che ha riconquistato qualche punto... chissà se riusciranno a cancellare davvero i pregiudizi iniziali e vivere serenamente insieme, anche per il bene di Theo, o meno. Ci rileggiamo alla prossima :) Stephi

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  5. Ciao Tany! Inizio con una premessa che sembrerà un paradosso ma non posso esimermi da farla xD Ebbene, per quanto nella mia testa girino e rigirino storie romance, nella realtà dei fatti non sono una lettrice romance! I miei generi preferiti di lettura sono totalmente diversi (opposti proprio, parlo di spionaggio, thriller, poliziesco e military action!). Ecco, dopo aver rivelato il mio sporco segreto (o.o), posso dire di non essere molto ferrata nei cliché che si possono ritrovare nelle classiche storie d'amore, di certo l'aspetto fisico della protagonista potrebbe essere uno di quelli. Tuttavia, mi è piaciuto come hai saputo presentare questo personaggio "fuori dalla norma" puntando molto sul suo carattere solare, sensibile e non poteva che essere un asso con i bambini. Di certo, ho apprezzato il rapporto che ha creato con il piccolo Theo che - insieme a Hugo - sono i veri protagonisti della storia. Hai caratterizzato benissimo la psicologia di un bimbo molto maturo per la sua età, come spesso sottolinei, lui è un po' la voce della verità sia perché parla spesso senza filtri (ovvio è un bambino!), ma soprattutto per lo spessore dei suoi ragionamenti. Non è affatto inverosimile tutto ciò, perché poni l'attenzione sul fatto che un trauma molto forte (com'è quello di perdere i propri genitori) può portare a crescere molto in fretta. A mio parere, sei riuscita a creare molta empatia col piccolo (e di conseguenza con il second lead canino xD).
    Invece, il personaggio con cui non sono riuscita ad entrare in sintonia è proprio Julian. La sua evoluzione mi sembra sia basata su basi poco solide, i suoi pensieri sono a tratti superficiali tanto quanto le sue parole. Spero tanto di ricredermi su di lui nella prossima storia, perché le premesse per una bella e profonda storia d'amore ci sono tutte.
    Per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato scorrevole e piacevole, non ci sono particolari artefici letterari e ciò non fa pesare la relativa lunghezza del racconto. Ho apprezzato anche il doppio POV, di certo mi ha aiutata a entrare con più facilità nella storia.
    E nulla, non vedo l'ora di leggere il prosieguo e scoprire come si evolverà questa neonata storia d'amore! Alla prossima!

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  6. Per fortuna che "forse" racconterai ancora di loro :P Sappi che ti minaccerò in separata sede per avere altre storie al riguardo, ma questo è tutto un altro discorso ;)

    Devo dire che ho lasciato sfuggire qualche lacrima dai miei occhietti mezzi ciechi, tristezza per il background di questi personaggi -sei stata cattivissima, inutile negarlo, ma ho apprezzato questa versione di quotidianità molto reale: ok le favole, ma a volte bisogna rimanere con i piedi ben saldi per terra ;)-, felicità per il loro presente e conseguente futuro -mi ha stregato il modo in cui hai inserito il bambino e il cane come mezzi attraverso cui Julian e Cecily si sono incontrati: questo Destino è stato finalmente benevolo con tutti quanti loro, o sbaglio? :3- <3

    Come già ti hanno avvisata le altre, ovviamente ho notato i cliché classici di un romance che si rispetti, ma sai una cosa? Ho amato il modo in cui li hai sdoganati, introducendo una protagonista leggermente sovrappeso che mal si sposa con l'ideale di personaggio principale femminile con perfezione a seguito, nonostante si presenti al netto contrario -a una certa, dà sui nervi ahahah- XD La differenza si nota davvero, insomma, e mi piace pensare che tu, in qualche modo, lo abbia fatto "apposta" :)

    Visto che mi sono ripromessa di non lasciare pappardelle chilometriche sotto i vostri scritti che farebbero scappare chiunque -perfino la sottoscritta ahah-, ti dico solo un'altra cosa: guai a te se non ritrovo questi characters in alcune delle prossime puntate della rubrica :P Non costringere il poliziotto cattivo a uscire per la ronda anche di giorno, eh U_U Ahahahah <3 :*

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  7. . Ciao. Ho iniziato la storia senza sbilanciarmi su come sarebbe stato il finale. Ho letto ogni dettaglio cercando di creare in quadro generale.
    Theo è un bambino molto carino e in qualche modo lega Julian a sua sorella e a quella che sarebbe stata la famiglia se fossero rimasti uniti. È un bambino che soffre, molto intelligente e sicuramente molto sensibile.
    Julian non saprei cosa dire, in qualche modo è rimasto quasi sul bordo del quadro, parla di come è la sua vita, di come sia cambiata, del desiderio di vedere il suo nipote felice eppure non riesco a vederlo come romantico.
    Il racconto è corto e questo ovviamente non permette di scrivere troppi dettagli, ma credo che potresti scrivere una storia più lunga, a capitoli, in modo da raccontare ogni evento che porta i due a quel finale.
    Lei è una maestra perfetta: gentile, intelligente, molto sensibile e molto attenta nei confronti dei suoi studenti. È fragile allo stesso tempo, anche se non si lascia vincere.
    Credo sia un po’ affrettato vederli innamorati con una dichiarazione d’amore dopo qualche mese in cui erano amici. Per un po’ ho persino pensato che Julian avesse cambiato idea sul fisico perché lei lo aiutava con il nipote, laddove nessuno era riuscito.
    Per la scrittura ti direi solo di fare attenzione alle virgole, ogni tanto sono troppe secondo me. Ho lo stesso problema e so quanto sia difficile mettere la giusta quantità 😊
    A presto.

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  8. Tania, sono Silvia di Silvia tra le righe. Questo racconto è meraviglioso. Mi ricorda i romanzi di Sparks. Ho apprezzato molto la scelta di una protagonista curvy e normale. La storia di questi personaggi è dolcissima. Spero che scriverai ancora di loro.

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A chiunque voglia darmi la sua opinione, un enorme grazie!
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