Rubrica a cadenza mensile ideata da Lara della Nicchia Letteraria |
Salve a tutti! Eccomi, di nuovo in ritardo e mi scuso per questo, con il racconto del mese di Novembre. Stavolta il tema era basato sulla poesia. Dovevamo scegliere tra alcuni versi e trarne qualcosa. Io ho scelto questo e, inoltre, ho deciso di continuare con la famiglia Johnson, conosciuta già in precedenti racconti. A gran voce mi hanno chiesto di dare spazio anche a Theo, il bambino in My Beautiful Teacher e poi uomo in Reality of Love, quindi perché non accontentare il gentile pubblico? ;) Spero mi perdonerete per gli errori ma ho avuto praticamente tempo zero per rileggere. Fatemeli presente, senza problemi nei commenti che provvederò a correggere.
Poesia da cui è tratto il racconto:
Quando si sente ridere sulla collina (William Blake)
Quando si sentono sul prato le voci dei bambini
e si sente ridere sulla collina
il mio cuore, qui dentro, è in pace
e tutto intorno è tranquillo.
“Bambini venite a casa, il sole è andato giù
e sale la rugiada della notte.
Venite, smettete di giocare e andiamo via
finché nel cielo non tornerà il mattino”.
“No no, lasciaci giocare, è ancora giorno
e non possiamo andare a dormire;
poi in cielo volano gli uccellini
e le colline son tutte piene di pecore!”.
Vedi le foto: Giochi all’aria aperta
“Va bene, continuate a giocare finché c’è luce
e poi venite a letto”.
I bambini saltavano e gridavano e ridevano
e tutte le colline risuonavano.
Family is everything
TRAMA: La famiglia Johnson ha organizzato un picnic e Theo ne approfitta per riflettere sulla sua vita.
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Le risate dei bambini. Era musica per le mie orecchie. Poi il sorriso di chi mi è caro. Era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento e che mi era mancato tanto.
A causa del lavoro e di vari impegni, io e i miei famigliari non riuscivamo più tanto spesso a vederci quindi occasioni come queste erano oro.
I miei zii, Julian e Cecily, avevano avuto la splendida idea di organizzare un picnic al parco. Il giorno giusto era arrivato e il tempo era splendido. Era primavera e, insieme al calore del sole, ci avvolgeva una fresca brezza. Rimasi seduto, con la schiena schiacciata sulla corteccia di un albero.
Guardai di fianco a me mia moglie, la mia Leah. Il vento, birichino, le scompigliava di continuo la sua bellissima chioma castana, facendomi sorridere ancora di più. Gli occhi luccicanti di amore mentre osservava il figlio che mi ha donato. Carl aveva solo sei anni ma era un vero e proprio uragano. Portava il suo cuginetto di due anni sulle spalle, per dimostrargli quanto era forte.
Molte cose sono cambiate in questi anni e non pensavo di poter essere più felice. Quando pensavo di poter vivere solo per la mia famiglia, ecco che sulla mia strada si presenta una donna tutto pepe. Una donna che, non appena ha posato i suoi occhi azzurri su di me, mi ha avuto in pugno.
Leah era la figlia di uno dei fotografi che più ammiravo. Ci siamo incontrati per puro caso a un meeting e capii subito che era quella giusta. La sua risata era spontanea, la sua bellezza radiosa. La osservai per tutto il tempo. A un certo punto, si sentì fuori un rumore di gomme. Una macchina aveva urtato qualcosa. Ci avvicinammo tutti alla finestra e vedemmo che un cane era stato investito. Lei lo raggiunse, ignorando le misere proteste del guidatore e le occhiate della gente. Uscii anch'io. Controllò la povera bestiola con una professionalità notevole, che mi lasciò di stucco.
E' una veterinaria, dunque.
Il suo sguardo si illuminò. Voleva dire che c'era speranza di sopravvivenza per lui. Non esitai oltre e la aiutai a sollevare l'animale. Non era tanto pesante, era un meticcio dal pelo bianco e marrone. Non vedevo sangue ma forse la botta, oltre a farlo svenire, poteva avergli causato danni interni. La donna sgranò gli occhi e mi guardò interrogativamente.
-La mia macchina è quella lì. Possiamo usarla per portarlo dal veterinario.- dissi.
-Io sono una veterinaria.- Ebbi la mia conferma.
-Allora fatemi strada, signorina...-
-Dumphrey. Leah Dumphrey.-
Sdraiammo il cane sui sedili posteriori, lei si mise accanto a lui mentre io andai alla guida. In pochi minuti raggiungemmo il suo studio e da lì lasciai fare tutto alla professionista. Avevo provato un dolore al cuore nel vedere quell'animale. Mi ricordò di Hugo, il mio amico più caro. Quante ne avevamo combinate. Ero sicuro che adesso fosse in un posto migliore.
La visita durò più di mezz'ora e, nel frattempo, io rimasi nella sala d'attesa. Non credevo nei colpi di fulmine, credevo negli amori veri e perenni, ma quando vidi quella donna per la prima volta, provai emozioni mai provate prima. Avevo avuto qualche storia in precedenza ma nessuna era paragonabile a ciò.
Lei uscì e, subito, cercò un contatto coi miei occhi. Mi sorrise e capii che era andato tutto bene.
Chi l'avrebbe mai detto che poi, però, quel cane sarebbe diventato nostro, il nostro piccolo Jolly. Non risultava fosse di nessuno e quindi decisi di prenderlo con me. Fu come se Hugo mi avesse mandato un successore degno di stare al mio fianco. E allo stesso tempo, presi anche la decisione di corteggiare Leah Dumphrey.
Usai tutto il mio fascino per conquistarla, ci frequentammo regolarmente per vari mesi, quando alla fine ottenni le parole che tanto avevo desiderato.
Ti amo.
E mi sentii completo.
Me ne erano successe tante nella vita. Avevo perso i miei genitori da bambino, avevo sofferto, pianto, ma da quel dolore sono riuscito a rialzarmi ed essere felice. Ho visto la mia famiglia crescere sempre più ed ora, che sentivo le risate dei bambini riecheggiare tra le colline del parco, mi sentii grato al Destino.
Inspirai il profumo dell'aria aperta e sorrisi a mia cugina che si mise seduta di fronte a me, sulla tovaglia da picnic.
Heather e Alan avevano avuto un figlio, Oliver, seguito due anni dopo da un secondo che ora stava dormendo beato tra le braccia della madre. Il primo era la copia della madre quanto il secondo quella del padre.
Oliver seguiva il padre e il cugino Carl come un'ombra. Erano i suoi idoli e cercava di fare tutto quello che facevano loro. Ed era proprio questo il problema, non sempre quei due erano buoni esempi e questo faceva impazzire la povera Heather che cercava di far capire al figlio che non poteva fare proprio tutto.
Alan tirò fuori l'aquilone. Era un gioco che non si faceva più tanto spesso ma a cui noi tenevamo ancora tanto. Da bambino, zio Julian ci aveva portato varie volte a farlo volare.
E a proposito di lui, lo cercai intorno. Dov'era finito? Zia Cecily era ancora in cima alla collina a tentare di disegnare il panorama e pensavo che lui fosse lì con lei.
Ma neanche il tempo di formulare un'ipotesi di dove fosse che lo intercettai dietro a mio figlio. Gli fece un agguato e poi subito volare sopra le sue spalle. Carl strillò dalla sorpresa per poi ridere e aggrapparsi meglio tra le braccia dell'uomo. Zio Julian diceva che Carl somigliasse a me, ma aveva i capelli castani di Leah, e direi anche il carattere vivace.
Alan passò l'aquilone al suocero e lasciò che i bambini continuassero a divertirsi con lui, poi raggiunse la moglie e l'altro figlioletto, Sebastian. Baciò la fronte di Heather e posò lo sguardo di profondo amore sulla sua creatura.
Guardavo sempre la loro famiglia con orgoglio perché potevo dire, con assoluta certezza, che era anche grazie ai miei discorsi sull'amore se loro si erano messi insieme al liceo. Erano una coppia perfetta che ha continuato ad amarsi anche a distanza, quando Alan si era dovuto allontanare per frequentare la facoltà di legge. Ora era un bravissimo avvocato e un soddisfatto padre di famiglia. E Heather era diventata un'insegnante come aveva desiderato, nonostante l'insicurezza iniziale.
David, invece, stava ancora imparando per diventare un buon dottore, e spesso e volentieri chiedeva consigli anche a Leah.
Avrei voluto immortalare questa giornata. Tutto era perfetto, la felicità ne era sovrana.
Avrei voluto che non finisse mai ma vidi che il sole stava per andare via, il tramonto aveva portato con sé un vento più frizzantino.
-Ragazzi, credo sia ora di andarcene. Sta cominciando a fare freddo.- li chiamai. I bambini e mio zio si girarono verso di me, piuttosto contrariati.
-Ancora un po', papà. E' presto, c'è ancora il sole.- ribatté con il broncio, Carl.
Io sorrisi e sbuffai. In effetti, il sole ancora non ci aveva lasciato del tutto. Male non avrebbe fatto godere ancora un po' di questi momenti insieme.
Leah appoggiò la testa sulla mia spalla. I nostri sguardi si incontrarono e lei mi sorrise maliziosa.
-Non preoccuparti per il freddo. Ti scalderò io.- fece l'occhiolino.
Quanto l'amavo.
-Ok, allora. Ma solo se lo farai anche per il resto della tua vita.- la provocai.
Lei scoppiò a ridere e poi mi schioccò un bacio sulla bocca.
-Promesso. Non ti libererai mai di me, Theodore Jones.-
E non ebbi bisogno di nient'altro. Né adesso né mai.
FINE
Ciao Tania! Innanzitutto grazie mille per aver accettato la mia "sfida poetica": so di non aver proposto un tema semplice e sono grata a tutte voi che avete provato a cimentarvi (con ottimi risultati, davvero!). Sono felice che tu abbia scelto questa poesia di Blake, sulla quale ancora nessuno aveva scritto nulla. L'hai illustrata alla perfezione, dipingendo personaggi ed immagini come in un quadro. Inoltre sono felice che tu abbia dato un "happy ending" alla famiglia di Julian e Cecily, che abbiamo imparato a conoscere e ad amare: un capitolo dedicato a Theo adulto conclude il cerchio che era iniziato con la storia di come i suoi zii si sono conosciuti e innamorati :-)
RispondiEliminaTi segnalo soltanto "fatemi strana" (refuso per "strada", e non sarebbe meglio se i due si dessero del lei? Oppure in alcune parti d'Italia si dà del voi?) e "acquilone" con il cq. Per il resto, complimenti anche per la forma e per il modo in cui hai deciso di raccontare anche questo capitolo di questa lunga storia familiare! Alla prossima, e brava! :-)
Ciao.
RispondiEliminaInizio dicendo che ci sono un paio di refusi e sviste, con una lettura sicuramente li trovi e sistemi. Purtroppo a volte rallentano la lettura ed è un peccato.
Sono contenta di aver visto il piccolo Theo diventare grande, gli hai dato un finale felice, non solo a lui ma anche agli altri. Tuttavia sono sincera, così tanti nomi e riferimenti che ho dovuto leggere due volte alcuni pezzi per collegare il tutto. Potresti magari scrivere diversi capitoli su questa famiglia e dare una visione più ampia della storia.
hai usato bene la poesia, l'hai rappresentata in maniera molto precisa dentro il tuo racconto, quindi complimenti per questo.
A presto.
Ciao Tania! Refusi a parte (tipo, "Ha causa" in terza riga...), il tuo racconto è molto piacevole e ben realizza il tema proposto da Silvia: sembra davvero, come diceva Federica, che la poesia prenda vita nel tuo scritto, e di questo sono felice. Mi ha fatto molto piacere ritrovare i personaggi cresciuti: è stato bello poterli vedere con qualche anno in più ma con la stessa tenerezza di sempre! :) Nel complesso, credo tu abbia scritto un bel racconto; mi spiace soltanto per le sviste e gli errori che a volte distraggono dalla storia stessa, ed è un peccato. Sono sicura al prossimo giro riuscirai a rileggere prima di pubblicare, e ci donerai una storia ancora più bella! Quindi... Al prossimo racconto, Stephi :)
RispondiEliminaCiao Tania! Per quanto sia un tipa da finali alternativi, devo ammettere che questo hippy ending generale mi ha molto emozionata! Non ricordavo i nomi di tutti i personaggi, ma leggendo una seconda volta, sono riuscita a collegare tutto e yeah! Hai adattato la poesia di Blake con maestria, donandole nuova vita, davvero brava.
RispondiEliminaAl di là di qualche refuso, ho notato qualche problema anche con qualche tempo verbale... come dicevano anche le altre, rileggendolo tutto sarà sistemato senza problemi. La sostanza è però che hai scritto un bel racconto, complimenti!!!
Bell’affresco famigliare. Si percepisce l’intensità dei sentimenti che legano i personaggi. Si avverte la serenità raggiunta a fatica, in un contesto di incertezza e dolori iniziali.
RispondiEliminaTutto molto ben bilanciato e descritto con tocchi vividi.
Oh, un altro seguito che aspettavo da tanto, tanto, tanto tempo *-* Grazie mille per questo bellissimo regalo :3 Non me l'aspettavo, quindi la sorpresa è stata ancora più grande :D
RispondiEliminaComunque, non ho davvero tanto da dire... Sei stata esaustiva in ogni dettaglio - persino la location da te scelta che, dopotutto, calza a pennello con la poesia di Blake ^_^- e, nonostante sembri una sorta di epilogo per le peripezie di questi tuoi personaggi, sarei pronta a tutto quello che vorrai aggiungere alle loro esistenze, se ne avrai voglia <3
Tania, grazie davvero per aver deciso di far tornare Theo con la sua meravigliosa famiglia. La loro storia mi emoziona sempre. Sei davvero brava. Complimenti. Hai fatto tornare i personaggi, rispettando la poesia scelta. Complimenti e ti prego, torna a parlarci di loro. Silvia di Silvia tra le righe.
RispondiEliminaGrazie a tutte per i vostri commenti! Cercherò di migliorare e, anche se penso di concludere così le "avventure" di questa famiglia, forse c'è speranza per qualche altro extra in futuro. Chissà. Ancora grazie mille a tutte!
RispondiEliminaEccomi qui finalmente a commentarti.
RispondiEliminaHai dato vita a una storia dolcissima che andrebbe messa in un libro dei racconti familiari. Dolcissima, delicata e taaaanto bella.
E' stato bellissimo vedere Theo grande, è cresciuto con una famiglia che lo ama ed è diventata una persona bellissima grazie all'affetto che lo circonda e mi piace tanto come hai concluso il tutto. Bello, bello, bello. Come sai adoro questi racconti iniziati con lui piccolo e sono contenta che gli hai dato una fine degna di nota anzi era proprio quello che meritavano tutti