sabato 11 maggio 2019

Recensione - Romanov di Nadine Brandes


Titolo: Romanov
Autore: Nadine Brandes
Editore: Thomas Nelson Fiction
Uscita: 7 Maggio 2019
Genere: Historical Fantasy, Retelling


The history books say I died.

They don’t know the half of it.

Anastasia “Nastya” Romanov was given a single mission: to smuggle an ancient spell into her suitcase on her way to exile in Siberia. It might be her family’s only salvation. But the leader of the Bolshevik army is after them . . . and he’s hunted Romanov before.

Nastya’s only chances of survival are to either release the spell, and deal with the consequences, or enlist help from Zash, the handsome soldier who doesn’t act like the average Bolshevik. Nastya’s never dabbled in magic before, but it doesn’t frighten her as much as her growing attraction for Zash. She likes him. She thinks he might even like her . . .


That is, until she’s on one side of a firing squad . . . and he’s on the other.



Siamo agli inizi del 900, ormai i Romanov non hanno più potere e la Russia è nel pieno di una rivoluzione. Pensate che sono andata a ripassare la storia russa per poter dare un giudizio corretto a questo romanzo e devo dire che, salvo qualche incongruenza giustificabile per via del fattore fantasy, la storia si svolge come descritta nei libri scolastici. Noi lettori entriamo nella mente di Anastasia, detta Nastya, quartogenita dell'ex zar Nicola II e della ex zarina Alessandra, che molti di noi, compresa me, conoscono per via del film d'animazione della Fox. Per questo romanzo dimenticatevi quella versione romanzata. La Brandes ha cercato, con risultati abbastanza soddisfacenti, di ricreare il personaggio di Nastya come descritta nella storia vera. Era la figlia più ribelle e vivace dello zar e proprio per questo suo caratterino veniva soprannominata shvibzik (monella/attaccabrighe in russo). Attraverso i suoi occhi vediamo una famiglia unita contro le avversità e la paura, la cattiveria e la diffidenza dei bolscevichi, il dolore e la speranza per il popolo russo.

Per più della metà del romanzo ho provato solo noia e per procedere con la lettura mi sono quasi fatta violenza psicologica. Solo spostamenti, vita da prigionieri, niente di particolarmente emozionante che riusciva a tenermi incollata alle pagine. I Romanov sono in esilio, circondati e sorvegliati costantemente dai bolscevichi che li vedono come il male assoluto. In realtà sono una famiglia che ha sempre voluto vivere nella semplicità e ha cercato di dare una mano alle persone bisognose. Ma tutto ciò equivale a una colpa per la Russia perché il loro desiderio di essere persone comuni e l'aver evitato la vita mondana li ha allontanati dal loro dovere di regnanti trascurando il popolo e lasciando nascere incomprensioni e aspre ribellioni. Nastya ama la sua famiglia e stima molto il padre prendendolo come esempio di bontà e giustizia. A questo riguardo, credo che l'autrice abbia troppo idealizzato lo zar Nicola, anche se poi ho pensato che ciò fosse naturale visto che vediamo la storia tramite gli occhi di una figlia che ama profondamente suo padre. Lui le ricorda di essere buona e di perdonare i loro carcerieri che stanno solo seguendo degli ordini ma più si andrà avanti con la storia e più questi buoni propositi sembrano difficili da seguire. Non posso certo biasimarla visto che il nemico li tratta con disprezzo, gli lascia giusto qualche piccolissimo lusso di uscire per pochi minuti all'aria aperta per poi giustiziarli. Ma durante la prigionia c'è una piccola speranza ed ha la forma di una matrioska che potrebbe contenere un incantesimo in grado di salvare la famiglia. La missione di Nastya è questa: nasconderla dai nemici finché non sarebbe arrivato il momento di usarla. Ma il tempo stringe e la fine sembra vicina.

Voglio mettere in chiaro che questo non è romance, ci sono scene inevitabili e colme di dolore come l'ingiustificata esecuzione dei Romanov. Ingiustificata perché non era necessario arrivare ad uccidere cinque giovani innocenti e i due genitori senza, per altro, un regolare processo. Questa parte di storia mi ha sconvolto davvero. Considerate che prima ero troppo legata alla versione fiabesca della Fox quindi potete immaginare che trauma nello scoprire la verità.
La parte romance è ridotta davvero al minimo lasciando spazio alla storia e agli elementi fantasy. E se proprio vogliamo dirla tutta, questa particella di love story è stata anche snervante e deludente. Ebbene, signore e signori, abbiamo a che fare con la sindrome di Stoccolma. Nastya si "interessa" a Zash quasi dal primo sguardo e nonostante lui la tratti con freddezza, lei non demorde e riesce ad avvicinarsi a lui pian piano. Mostrando gentilezza pensava di potersi permettere di avere almeno un amico in quella prigionia ma proprio quando pensava di averlo trovato arriva il tradimento difficile da perdonare. Ma nonostante li bocci come coppia, devo dire che non mi sono dispiaciuti i personaggi di Nastya e Zash. E vi dirò, penso che sarebbe stato più interessante sentire la storia di quest'ultimo piuttosto che quella di Nastya. Lei è una granduchessa ribelle, una nobile che non desiderava il lusso ma solo stare con la sua famiglia mentre Zash è parte del popolo, un uomo che si spinge troppo oltre per proteggere chi ama. Il superare questo immaginario confine gli costerà il cuore e l'anima ma il tempo guarisce ogni ferita, si dice, e i due giovani dovranno far spazio al perdono e all'amore per poter andare avanti. Carino anche il personaggio di Aleksej, unico figlio maschio dello zar e il "piccolino di casa". Cagionevole di salute e tanto amato dai genitori e sorelle, ha un carattere giocoso e all'occorrenza serio. Sarebbe potuto diventare un bravo sovrano ma il destino ha voluto diversamente. Mi ha suscitato tanta tenerezza.

Poi abbiamo la parte fantasy. Non ci sono così tanti elementi ma quei pochi che troviamo nel worldbuilding li ho trovati piacevoli ed interessanti. Il sogno di Nastya è diventare una maga. Usare liberamente gli incantesimi e pozioni come le aveva un pò insegnato Rasputin. Tramite un inchiostro magico è riuscita a far sparire spesso il dolore al fratellino e con la matrioska in suo possesso non vede l'ora di utilizzare la magia che contiene. Ovviamente la magia è proibita se non si ha il consenso dei bolscevichi ma questo non la fermerà dal praticarla.

Tirando le somme posso dire che ho trovato più difetti che pregi in questa lettura. Tuttavia non me la sento di bocciare del tutto il romanzo. Ho provato noia e rabbia ma anche piacere e dolcezza nel leggere le avversità di questa sventurata famiglia. Nonostante tutto mi sono sentita vicina a loro e ho subito le ingiustizie a testa alta, sentendo anche speranza per un futuro più libero. Un libro per cui avevo aspettative forse troppo alte. Ero troppo felice di aver trovato finalmente un retelling su uno dei miei personaggi preferiti, capitemi visto che se ne trovano davvero pochissimi. E' un peccato perché poteva essere qualcosa di veramente meraviglioso.


Grazie mille alla Thomas Nelson per la copia omaggio in cambio di un'onesta opinione

My review in english HERE


I received a complimentary copy of this book. Opinions expressed in this review are completely my own.


2 commenti:

  1. Ma nooooo! Mi aspettavo una recensione da cinque stelle perchè Anastasia è Anastasia. Adoro questo personaggio, adoro il cartone, adoro la sua storia e quindi avevo alte aspettative su questo libro, che peccato davvero mi aspettavo una recensione molto più entusiasta e adesso ho davvero poca voglia di leggerlo :-(

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    1. Speravo anch'io in qualcosa di meglio. Io ero andata sicura con aspettative alte ma poi sono crollate in un attimo :(

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