Capitolo 12
-Dannazione! Ma devi sempre rovinare tutto, donna?- chiedeva infuriato il capitano.
-Non è successo niente, idiota! Ho solo versato per sbaglio la vernice in quel barile. Non è morto nessuno! E poi smettila di chiamarmi donna!- controbatteva Fine.
Era iniziata di nuovo un'altra lite. La ciurma ormai ci era abituata. Fine, con il suo caratterino, era l’unica che teneva testa al capitano. E poi i pirati della nave si divertivano sempre un mondo a guardare. Sembravano una coppia di sposi. E tutti pensavano che erano fatti l’una per l’altra.
-Hai ragione! Perché sei tutto tranne che una donna!-
-CHE COSA? Brutto stupido maschilista! Faccio bene a non obbedire ai tuoi ordini visto che sei un capitano da quattro soldi!-
-COME OSI, RAGAZZINA? Lo sai che potrei benissimo buttarti in mare adesso?-
-Ma dai! Tipico da pirata! Per te è più importante un tesoro che un essere vivente!-
-Giustamente! Sono un pirata dopotutto e guarda lì- disse lui indicandogli una statua d’oro di una sirena davanti alla nave.
-Che dovrei vedere? Una statua?-
-Non è una semplice statua. È un pezzo del mio tesoro. Il più prezioso per la precisione e non lo darei per niente al mondo. A differenza di una vita umana che quella darei volentieri via-
-La cosa non mi sorprende. TU NON HAI UN CUORE E NON LO AVRAI MAI!- disse lei delusa per poi correre dentro. Eclipse, vedendola così, pensava di aver davvero esagerato stavolta. Non avrebbe dovuto dirgli quelle cose ma ormai la frittata era fatta.
-Stavolta ha proprio esagerato, capitano. Povera Francis- disse un pirata.
-Stai zitto se non vuoi morire prematuramente- disse lui freddo e dispiaciuto andando nel suo ufficio.
Nell’ultimo periodo, Fine soffriva di insonnia e perciò non riusciva a dormire la notte. Così andò dal dottore per avere rimedio.
-Prendi questo. È un infuso che ti farà sicuramente dormire come un bambino- disse lui porgendogli una fiala.
-Grazie, dottore. Finalmente potrò dormire tranquillamente- disse sorridendogli felice.
-Mi raccomando. Devi prenderne tre gocce insieme ad un bicchiere d’acqua prima di andare a letto-
-D’accordo. Ora vado- disse facendo per uscire dalla cabina.
-Sei ancora intenzionata a far vedere agli altri di che pasta sei fatta, eh Fine?- gli chiese prima che lei esce.
-Certamente. Dovranno ammetterlo con le loro parole. Tra poco scenderemo sul porto di Santo Domingo ma io intendo andarci per prima. Prenderò una scialuppa e andrò a cercare un lavoro. Non voglio più restare qui con quello stupido- disse lei arrabbiata pensando alla lite di prima.
-Fine, lui non pensava quelle cose. Le ha dette mentre era posseduto dalla rabbia. Sono sicuro che adesso ne è pentito-
-Non mi interessa se si è pentito o no! Me ne vado. Grazie di tutto, dottore. E’ stato davvero gentile. Addio- disse baciandogli la guancia e poi uscire senza dargli il tempo di farsi salutare.
-Non addio. Ma arrivederci- disse lui sorridendo da solo.
Continua…
Capitolo 13
La ragazza, come aveva detto, prese una scialuppa di nascosto e sbarcò al porto.
La nave si era accorta dopo un po’ della sua scomparsa mettendo in agitazione tutta la ciurma.
-CAPITANO! Manca una scialuppa e poi Francis non è più con noi- disse con i lacrimoni. Si era davvero affezionata a quella ragazza e gli dispiaceva il fatto che se n’era andata.
Questa notizia fece infuriare e preoccupare ulteriormente Eclipse. Si sentiva ancora più in colpa per la fuga della donna che amava. Se gli fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.
-Preparatevi a sbarcare a Santo Domingo. E tu, Wolf, preparami l’abito da generale. Scenderemo solo io e te poiché quel porto è pieno di soldati della marina. Dobbiamo travestirci come si deve-
-Ricevuto, capitano- disse Wolf cominciando ad ubbidire.
Nel frattempo, Fine aveva trovato subito un lavoro come cameriera di una locanda. La proprietaria si era affezionata subito a lei. Chissà perché, quella ragazza dai capelli rossi sapeva conquistare tutti con un solo sguardo.
-Tre boccali di birra al tavolo laggiù-
-Subito- rispose Fine con il suo completo da cameriera. Era molto scollato mostrando molto il suo prosperoso seno e portava un corsetto rosso scarlatto che gli risaltava la vita sottile e per finire una lunga gonna rossa. E i capelli li aveva legati in una coda alta. Non gli piaceva molto il vestito perché attirava anche troppi sguardi lascivi per i suoi gusti ma non poteva opporsi.
-Ecco a voi- disse servendo al tavolo.
-Grazie, bellezza. Non ti andrebbe di farci compagnia?- chiese un uomo ubriaco.
-No. Mi dispiace ma non posso- disse facendo per andarsene ma una mano la fermò e poi finì velocemente tra le braccia di quell’uomo.
-Come ti chiami, piccola? E quanti anni hai?-
-Non sono affari che vi riguardano- disse dimenandosi lei.
-Che bel caratterino. Mi piaci. Dai! Vieni a divertirti con me di sopra- disse sporgendo le labbra per baciarla.
-NO. Lasciatemi andare!- disse lei cercando di staccarsi.
-Ehy amico! È meglio se la lasci in pace- disse una voce alle spalle.
-Chi sei per dirmi questo?- si lamentava l’ubriaco ma il suo sguardo sicuro cambiò quando vide uno sguardo minaccioso davanti a lui.
-Non farmelo ripetere- disse freddo.
-Ok ok. Ho capito. È la tua sgualdrinella e vuoi tenertela tutta per te. Sei furbo, amico- disse lasciando la ragazza.
Appena la lascia andare, il salvatore tirò fuori un pugnale e lo mise di fronte alla gola dell’uomo ubriaco.
-Lei non è la mia sgualdrina. Se ti azzardi a dirlo un'altra volta, ti ammazzo-
-D’accordo- disse lui indietreggiando e tornarsene dai suoi amici.
-Grazie per avermi salvata- disse Fine ancora un po’ scossa.
-Non c’è di che- disse l’uomo mostrando il suo volto.
-Eclipse? Che ci fai qui?- disse arrabbiata.
-Shhhh… Non ti agitare. Vieni con me- disse prendendogli la mano.
-Che vuoi fare?-
-Prendo la ragazza con me, signora- disse lui rivolto alla vecchia proprietaria della locanda.
-Sì ma siate gentile con lei, per favore- si raccomandò la donna. Lui annuì e portò Fine in una stanza e chiuse a chiave.
-Ora mi spieghi che cavolo ci fai qui?- disse lui furioso.
-Questa domanda te l’ho già fatta io-
-Ma a me non va di rispondere-
-E nemmeno a me, ok?-
-Fuggire dai pirati non serve, mia cara. Una volta legata a loro, non ci si può più allontanare-
-Questo lo dici tu e poi non avevo niente contro di loro. Io ce l’ho solo con te-
-Mi sono pentito di quelle parole, ti chiedo perdono. Ho esagerato. Ma anche tu non scherzi con gli insulti-
-Io mi difendo soltanto dalle offese di voi pirati. Sono venuta qui per andarmene via da te e per dimostrare a tutti che le donne possono essere migliori degli uomini. Quindi non me ne andrò via da questa locanda finché non mi sentirò soddisfatta- disse incrociando le braccia.
-Correndo ogni volta il rischio di essere violentata da un uomo sconosciuto? Poco fa se non ero venuto io poteva capitarti il peggio!- disse irritato.
-Questo è vero ma non succederà più-
-Ah sì? Vediamo allora- disse prendendola di scatto e stendendola sul letto.
-Non è divertente, Eclipse-
-Guarda che non sto scherzando. Ho voglia di fare l’amore con te adesso. Ed è per te proprio il momento giusto per dimostrarmi se ti sai difendere da un uomo volenteroso- disse cominciando a baciarla sul collo.
-Smettila- sussurrò lei. Dannazione! Perché non riusciva a staccarsi da lui.
-Questo vestito è molto provocante, sai? Capisco perché gli uomini non riescono a non metterti le mani addosso- notò guardando il suo seno quasi tutto scoperto.
-Finiscila se no… se no userò questo- disse lei mostrando il sonnifero che gli aveva dato il dottore.
-Che cos’è? Guarda che con il suicidio o l’avvelenamento dell’aggressore non cambia niente-
-Scemo! Non è veleno ma semplice sonnifero. Se lo bevo, mi addormenterò all’istante come un bambino così che non succeda niente. Il maniaco passerà la voglia vedendomi addormentata-
-Stai scherzando? Ah ah… Sei una stupida se speri che questo trucchetto funzioni- disse prendendo con la bocca la fiala e poi rompendola sul pavimento.
-AH! Ma che hai fatto?-
-Bhè! Adesso come la mettiamo?-
-P-poteva funzionare sotto sotto- disse poco convinta.
-Non ne sei tanto convinta. Ma andiamo! Ti credevo più intelligente, mia cara. Per frenare i bollenti spiriti di un uomo ci vuole ben altro- disse avvicinando le sue labbra a quelle di lei.
-NO! SMETTIAMOLA CON QUESTO GIOCO!- lo fermò staccandolo bruscamente da lei. Rimasero in silenzio per un bel po’. Fine non si capacitava ancora di quello che aveva fatto e Eclipse la guardava con un ghigno.
-Come immaginavo. Sei troppo debole e insicura. Vuoi solo sembrare forte ma in realtà sei più fragile di un cristallo-
-STAI ZITTO! T-tu non sai niente di me! Solo perché mi hai conosciuta da bambina non significa che sai tutto. Il tempo cambia le persone, Shade-
-Vedi che anche tu sei crudele con le parole. Tuttavia sappi che tu non sei cambiata. Io di sicuro ma tu no. Sei ancora la dolce e intrepida Fine di un tempo. La mia principessa cantante- disse andando a sdraiarsi tranquillamente sul letto.
-Sei in parte cambiato. La tua gentilezza è rimasta. Io invece non mi riconosco più- disse più a se stessa che a lui arrossendo.
-Ti riferisci al carattere oppure anche ai cambiamenti del tuo corpo? Ho visto come ti rimiravi allo specchio-
-C-che… SEI UN PERVERTITO! Questo non ti deve interessare! Vado a lavorare. Mi hai rubato anche troppo tempo. Non venirmi più a cercare-
-Vai pure, Fine, ma tanto non ti servirà niente scappare. Non sei più una bambina. Ormai sei una donna e ti ci dovrai abituare molto presto. Non sei più dentro il tuo giardino in miniatura dell’infanzia. La vita vera e propria è molto diversa-
Lei non rispose e senza voltarsi a guardarlo se ne scese di sotto. Non voleva ammettere che aveva ragione.
Continua…
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