Titolo - Figli di Sangue e Ossa
Titolo originale - Children of Blood and Bone
Autore - Tomi Adeyemi
Editore - Rizzoli
Uscita - 2 Ottobre 2018
Prezzo - 18,00 € cartaceo
Hanno ucciso mia madre.
Hanno preso la nostra magia.
Hanno cercato di farci affondare.
Ora sorgiamo.
Zélie Adebola ricorda quando il territorio di Orïsha canticchiava con la magia.
I Bruciatori accendevano le fiamme, le Correnti seguivano le onde e la Mietitrice, la madre di Zélie, convoncava le anime.
Ma tutto è cambiato la notte in cui la magia è sparita. Per ordine di un re spietato i maji sono stati uccisi, lasciando Zélie senza una madre e la sua gente senza speranza.
Ora Zélie ha una sola possibilità di riportare la magia e colpire la monarchia.
Con l'aiuto di una principessa ribelle, Zélie deve raggirare il principe sovrano e poi riuscire a fuggire, il quale è ben determinato ad eliminare la magia per sempre.
Il pericolo è in agguato ad Orïsha, dove spiriti vendicativi attendono nelle acque.
Eppure il più grande pericolo potrebbe essere la stessa Zélie mentre lotta per controllare i suoi poteri e i suoi sentimenti sempre più crescenti per un nemico.
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a cui faccio i complimenti per la bravura.
Cosa c'è di meglio che del buon folklore africano per uscire un po' dai soliti standard letterari. Fantasy a gogo, protagonisti valorosi ne abbiamo e non manca di certo una battaglia colossale contro il tiranno. Questo libro è stato una piacevole sorpresa, un inno contro il razzismo e i soprusi, una luce di speranza in un mondo pieno di pregiudizi e discriminazioni per le ragioni più disparate.
La protagonista indiscussa della storia è proprio una maji senza poteri, un indovina che ha imparato di nascosto a combattere. Zélie vuole la libertà, vuole vendetta. Ormai abbastanza adulta, intraprenderà, insieme a suo fratello Tzain, un viaggio per far tornare la magia e liberare la loro terra dalla tirannia di Re Saran. Sul loro cammino incontreranno Amari, figlia di Saran ma con ideali diversi dal padre che vuole aiutare i due fratelli nella missione. All'inizio, ovviamente, lo scetticismo è tanto e anche la sfiducia ma presto tra i ragazzi si instaurerà una grande amicizia unita al bisogno di cambiare le cose e fare quello che è giusto per Orïsha.
Io ammiro tantissimo le protagoniste battagliere ma a volte l'irruenza di Zélie mi ha un pò infastidito trovandola esagerata. La protagonista ha forza e determinazione, è una ribelle che desidera con tutta se stessa essere libera e riavere ciò che le spetta di diritto. Suo fratello Tzain invece è stato trattato più come una figura marginale, quasi mai sotto i riflettori, a malapena considerato. A parte il rapporto con sua sorella, di solito conflittuale, e il suo interesse in Amari non cattura l'attenzione più di tanto. Quest'ultima è stata, secondo me, il personaggio più riuscito. L'ho preferita addirittura alla protagonista per il suo carattere in apparenza mansueto che nasconde una natura più valorosa. Non sopporta la crudeltà del padre verso il loro popolo e per questo motivo aiuterà i ragazzi a far cadere la sua podestà e riavere la magia. E' una ragazza che porta grosse cicatrici non solo fisiche ma nell'anima. Una principessa pronta a sfoderare gli artigli a ogni necessità.
Poi abbiamo Inan, il fratello di Amari, che a differenza di sua sorella, continua ad avere dubbi e incertezze su quali ideali inseguire, da quale parte stare. Se da una parte Tzain mi è sembrato quasi un ombra in questo palcoscenico, Inan è stata l'incoerenza fatta a persona. Ho goduto nel leggere il suo conflitto interiore tra la lealtà verso la famiglia o verso il popolo ma trovo assurdo che voglia a tutti i costi l'approvazione di un padre che non ha mai fatto niente per lui. Ok, un padre rimane pur sempre l'uomo che ha contribuito a metterti al mondo ma sinceramente non seguirei mai un tiranno e non ne diventerei il fantoccio al solo scopo di compiacerlo. Inoltre non può pensare una cosa e poche pagine dopo pensarne un'altra. Sopratutto riguardo ai suoi sentimenti per Zélie. E' stato una specie di insta-love sofferto che mi ha fatto un po' storcere il naso.
Non ho gradito molto alcune scelte dell'autrice ma tutto sommato l'ho trovata una storia molto ben congegnata con tutti gli elementi giusti per un fantasy indimenticabile. Il messaggio dell'autrice è arrivato forte e chiaro, traspare da ogni singola pagina, fino all'ultima goccia di inchiostro. Orïsha appare come un mondo diverso ma allo stesso tempo simile al nostro. Negli anni e ancora adesso ci sono casi di razzismo e di qualsiasi altra ingiustizia ma a volte il Destino sa essere generoso portando un eroe o un eroina pronto/a a combattere per far valere i propri diritti. Non sempre c'è ma quando arriva porta speranza per l'umanità. Zélie e il suo gruppo sono questo: un barlume di speranza che fa comprendere quanto bisogna combattere per ciò che è importante.
Un romanzo dal significato profondo, un insegnamento che ci delizia con una storia ricca di emozioni. Il finale seppur aperto a varie prospettive e abbandonandoci con diverse domande può definirsi soddisfacente. Cala il sipario lasciando un retrogusto amaro ma posso dire di essere fiduciosa per il seguito. Non posso che consigliarlo a tutti coloro che amano le storie con personaggi combattivi, armati solo di volontà e giustizia, e con ambientazioni affascinanti e magiche.
Grazie mille alla Rizzoli per la copia omaggio!