Titolo: Julia Somerford
Titolo originale: Gambled on Love
Autrice: Karen Aminadra
Traduttore: Daniela Mastropasqua
Illustratore: Chiara Noemi Monaco
Editore: Vintage Editore
Anno edizione: 2020
ISBN-13: 9788894521238
PREZZO: € 15,00
Bath, 1840. Una tazza di cioccolata calda: è questa ormai l’unica cosa che può riuscire a sollevare l’animo di Julia Somerford. Ma non una tazza di cioccolata qualsiasi, solo quella preparata alla Casa del Cioccolato gestita dai coniugi Foster. È in questo delizioso locale, tra l’aroma pungente delle spezie e del cacao, che Julia trascorre il suo tempo, seduta vicino alla vetrina per poter guardare la gente che passa e sognare altre vite e altre possibilità. È in questa graziosa cioccolateria, infatti, che la fanciulla viene lasciata dal padre mentre lui si allontana per badare ai propri affari. Ma non si tratta di lavoro, Julia l’ha capito: il padre va a giocare d’azzardo e, poco alla volta, sta perdendo tutti i loro beni.
E proprio dopo l’ennesima perdita, Julia è costretta ad accettare di sposare un perfetto sconosciuto che subito le sembra un essere spregevole. Il suo destino, insomma, appare segnato e il futuro una vita senza amore.
Julia Somerford è il primo libro della saga sulla famiglia Somerford. Una storia emozionante, con una protagonista che non potrà non entrare nel cuore dei lettori. Karen Aminadra torna ad affascinare i lettori italiani con la Vintage Editore.
Gentili lettori, siamo di fronte a una delle letture brevissime che più ho apprezzato quest'anno. Julia Somerford è stata una piacevole scoperta, una favola avvolta dall'inebriante profumo di cioccolata calda. Una storia d'amore iniziata nel peggiore dei modi, tra le carte da poker, che insegna a guardare oltre le apparenze.
Julia Somerford è figlia di un baronetto che sta cadendo in disgrazia. Il vizio del gioco del genitore continua, giorno per giorno, a spogliarli di ogni cosa ma, almeno, c'è di bello che le ha fatto scoprire un posto magico, la Casa del Cioccolato. E' quello il luogo in cui passa ore a rilassarsi con ottime tazze di cioccolata calda ma è anche dove il padre va a giocare d'azzardo e finisce per darla in sposa a un perfetto sconosciuto. Che razza di uomo vince una moglie giocando a poker? Stephen Lockley sembrerebbe un uomo immorale, un vero mostro, ma in realtà nasconde un animo gentile che pian piano farà breccia nel cuore della nostra sfortunata Julia.
Julia è una fanciulla molto devota alla famiglia. Vuole molto bene a suo padre, l'unico genitore rimastole, ed è disposta a perdonarlo troppo facilmente. Se mio padre mi avesse scommessa a una partita a carte non credo che gli avrei rivolto la parola tanto presto. Invece Julia è tanto buona quanto ingenua. Vede il suo novello sposo come una minaccia e non riesce a guardare oltre l'insicurezza di lui che scambia volentieri per freddezza. È comprensibile, visto l'inizio orribile, avere dei dubbi e paure riguardo a un marito sconosciuto, ma la ragazza è stata, alla fine, fortunata a conquistare l'attenzione di Stephen. Lui prende subito a cuore la sua situazione di nobile in decadenza e, come un cavaliere dall'armatura lucente, viene in suo soccorso e cerca di renderla felice in ogni modo possibile. È un uomo buono travestito da bestia insensibile. Ha sbagliato approccio iniziale ma poi ha saputo riscattarsi. Cominciano a comunicare, a vedere l'un l'altro i pregi e i difetti, e a superare le incomprensioni, raggiungendo la giusta felicità matrimoniale.
Dunque, ho detto che mi è piaciuta ma questa storia ha un difetto che ha reso la lettura meno soddisfacente di quello che poteva essere: la sua brevità. L'autrice avrebbe potuto scrivere ancora molto di loro ma invece ci lascia con una storia, seppur deliziosa, incompleta, a mio avviso. Sento che Julia e Stephen avrebbero avuto ancora voce da tirar fuori e questo è un vero peccato. Julia Somerford è un racconto dolce in cui il gioco d'azzardo porta a un matrimonio, dove non bisogna lasciarsi andare ai pregiudizi e scoprire l'uomo dietro la bestia.
Davvero, davvero un gran peccato per la brevità di questa storia. Mi sarebbe piaciuta più lunga, ma dolcissima
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