Autore - Leonardo Gori
Editore - Tea
Uscita - 14 Maggio 2015
Pagine - 364
Prezzo - 14,00 €
Dopo
l'apparizione del colonnello Arcieri
nei
Fantasmi
del passato di Marco Vichi,
questo
romanzo segna il ritorno di uno dei personaggi
più
singolari e più amati della narrativa gialla italiana.
Parigi, maggio 1968. Tra i passanti che
osservano dal marciapiede gli studenti in rivolta invadere i boulevard c'è
anche Bruno Arcieri. A Parigi Arcieri si sta nascondendo: da chi ha cercato di
ucciderlo, dai ricordi, dai rimorsi, dai fantasmi del passato. Si fa chiamare
Marcel, aiuta nella cucina di un bistrot e si è fatto pure crescere la barba.
Ha trovato anche uno sguardo amico, quello di Marie, ma è inquieto, si sente
braccato, ed è stufo di scappare. Così, quando gli «amici» gli consigliano di
lasciare la città e cercarsi un altro rifugio, magari in Spagna, Arcieri non ci
sta. Sì, lascerà Parigi, ma per tornare a Firenze, per saldare i conti sospesi,
fare chiarezza, forse giustizia, e combattere un'altra battaglia, anche se
dovesse essere l'ultima. Alla fine di un viaggio avventuroso, l'uomo che il 15
maggio 1968 scende dal treno alla stazione di Santa Maria Novella non è più
Marcel, è il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri. È tornato, e non per
stare a guardare.
Leonardo Gori torna con questo romanzo di
grande intensità al suo personaggio più complesso e amato, un servitore dello
Stato critico, forte e profondamente leale; che dello Stato ha condiviso
ambiguità, disastri e grandezze, finendo col portarne le stesse cicatrici.
L’autore
Leonardo Gori vive a Firenze. È autore del ciclo dei romanzi di Bruno
Arcieri: prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi
ufficiale dei Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del
Novecento. Il primo romanzo della serie è Nero
di maggio, ambientato a Firenze nel 1938, cui sono seguiti Il passaggio, La finale, L’angelo del fango
(Premio Scerbanenco 2005), Musica nera,
Lo specchio nero e Il fiore d’oro, gli ultimi due scritti
con Franco Cardini. La serie di romanzi è in corso di riedizione in TEA. È
anche autore di fortunati thriller storici e co-autore di importanti saggi sul
fumetto e forme espressive correlate (illustrazione,
cinema, disegno animato).
leonardogori.com
Il
personaggio
Bruno Arcieri è nato nel 1902. Dopo aver
trascorso la giovinezza a Milano, dove muove i primi passi all’interno
dell’Arma, viene promosso capitano e assegnato a Firenze. Anche se non tollera
le approssimazioni, le falsità, le ipocrisie, le corruzioni che caratterizzano
la società del suo tempo, Arcieri continua a compiere il proprio dovere negli
anni in cui il fascismo sconvolge la società italiana. Dopo aver partecipato
alla Resistenza, la fine della guerra lo trova a Milano. E nel 1966, dopo una
tormentata vicenda che coinvolge il Presidente della Repubblica Saragat, si
ritira dal servizio attivo. Ma le sue avventure sono tutt’altro che terminate.
Grazie a un
personaggio memorabile e a una riconosciuta abilità narrativa, Leonardo Gori è
un autore stimato da molti dei migliori giallisti italiani.
«Leonardo Gori è un vero scrittore: ha
grandi doti narrative, i suoi romanzi suscitano emozioni e creano immagini,
riuscendo a far viaggiare il lettore nella recente storia del nostro Paese.
Il suo personaggio, Bruno Arcieri, è un
integerrimo colonnello dei carabinieri che ci racconta con grande realismo gli
aspetti più negativi dell’Italia.
Una figura di grande umanità, che resta
nella nostra memoria come un persona realmente conosciuta.»
Marco
Vichi
«Bruno Arcieri attraversa i decenni più
intricati del Novecento italiano e di quest’epoca ci restituisce, inchiesta
dopo inchiesta, un ritratto vivido, lucido e indignato. Una serie intensa e
coinvolgente per ripercorrere in giallo le pagine più nere del nostro recente
passato.»
Ben
Pastor
«Potremmo definirlo un eroe del nostro
tempo.»
Valerio
Varesi
«Bruno Arcieri è ormai divenuto un punto
fermo del nostro immaginario: un vecchio amico che ogni volta ci sorprende con
le sue imprese. Dove al rigore della ricostruzione storica, e all’intrigo e
alla tensione delle vicende evocate, si accompagna però sempre una vena di sano
e gioioso divertimento del narrare.»
Giulio
Leoni
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