venerdì 24 aprile 2015

Recensione - Incantesimo di Rachel Hawkins


Autore - Rachel Hawkins
Serie - Hex Hall #1
Editore - Newton Compton
Uscita - 2 Aprile 2015   
Pagine - 253 

Sophie Mercer è una ragazza di sedici anni molto particolare. Tre anni fa, infatti, ha scoperto di essere una strega: un potere che ha ereditato dal padre e dalla nonna, ma che non sa ancora gestire. Dopo che il suo primo incantesimo, durante il ballo scolastico, ha causato dei danni e portato grande scompiglio, il padre ha deciso di spedirla in una scuola per ragazzi “speciali”, il Prodigium. I suoi compagni sono streghe, fate, licantropi e vampiri. Eppure Sophie non riesce ad ambientarsi: le altre streghe come lei sono solo superficiali e viziate, ha una cotta non corrisposta per un giovane mago, un fantasma la perseguita e la sua nuova compagna di stanza è la ragazza più odiata, nonché l’unico vampiro, di tutta la scuola. E, come se non bastasse, una misteriosa creatura sta attaccando gli studenti, lasciando due piccoli fori sul collo delle sue vittime, e la prima a essere sospettata è ovviamente la sua amica Jenna. Ma per Sophie le minacce non sono finite: scoprirà ben presto che una setta segreta vuole uccidere tutti gli allievi del Prodigium. E lei è la prima della lista.


GIUDIZIO PERSONALE:

Ho provato molti sentimenti contrastanti tra loro per questo romanzo. Se da una parte mi ha divertito leggere di una protagonista così sarcastica, dall'altra mi ha un pò irritata la situazione d'amore e antipatia tra Sophie e Archer, lo stregone di cui è innamorata e fidanzato con un'altra. In alcuni momenti sembrano vicini e un attimo dopo si allontanano e bisticciano. Davvero, alcune volte mi sono trattenuta dal cacciare un urlo di frustrazione.

Sapete, non mi dispiacerebbe finire in una scuola come il Prodigium senza però minacce e pericoli di morte da parte di sette, cacciatori e altri cattivoni. Stare a contatto con essere sovrannaturali come vampiri, fate, licantropi, mutaforme e streghe dev'essere emozionante e sicuramente ci sarebbero materie molto più interessanti che di quelle a cui siamo abituati noi umani.

«Comunque è una buona scuola», disse la mamma mentre ci avvicinavamo all’edificio.
  Però non sembrava una scuola. Era una specie di incrocio tra il set di un vecchio film horror e la casa stregata di Disneyworld. Tanto per cominciare, quel posto aveva quasi duecento anni. L’edificio aveva tre piani, l’ultimo era appoggiato sui primi due come lo strato finale di una torta. Una volta i muri dovevano essere stati bianchi, ma adesso erano di un grigio sbiadito, più o meno lo stesso colore del vialetto di conchiglie e ghiaia, cosa che faceva assomigliare tutto il complesso non tanto a una casa, quanto a una specie di formazione rocciosa naturale dell’isola.

Sophie è una strega che ha bisogno di pratica per controllare i suoi poteri ed essendo la "nuova arrivata", oltre che figlia di un uomo antipatico a tanti,  è subito preda delle malelingue e degli insegnanti. La sua vita al Prodigium non sarà affatto facile e come se non bastasse, sembra esserci in giro un assassino che ha preso di mira gli studenti della sua scuola, compresa lei.

Lei, con le sue battute sarcastiche, è un personaggio che non posso fare a meno di stimare e prendere in simpatia. Poi c'è Jenna, l'amica vampiro di Sophie e sua compagna di stanza. L'ho subito adorata, nonostante la sua fissazione per il rosa - se fossi finita io in stanza con lei non avrei sopportato la vista di tutto quel rosa - e leggere della loro crescente amicizia mi ha fatto scappare più di una volta un sorriso.

Non saprei dire come mi aspettavo che fosse la stanza di un vampiro. Probabilmente molto scura, con una pila di libri di Camus… Oh, e con un intenso ritratto dell’unico umano che avesse mai amato e che era sicuramente morto in qualche maniera bellissima e tragica, condannando il vampiro a un’eternità di depressione e di romantici sospiri.
  Che posso dire? Leggo un sacco di libri.
  Quella stanza invece sembrava arredata dalla figlia segreta di Barbie e Fragolina Dolcecuore. Era più grande di quanto mi aspettassi, ma comunque abbastanza angusta. C’era spazio sufficiente per due letti gemelli, due scrivanie, due armadi e un malconcio futon. Le tende erano di tela beige, ma Jenna aveva appeso al bastone uno scialle rosa acceso. Tra le due scrivanie c’era uno di quei paraventi cinesi, ma anche qui Jenna aveva lasciato il suo marchio dipingendo il legno, pensate un po’, di rosa. La parte superiore del paravento era decorata con lucine di Natale rosa. Il letto di Jenna era rivestito da un affare rosa scuro che assomigliava alla pelliccia di uno dei Muppet
.
 Passando alla parte romantica del romanzo, mi ha fatto piacere che non sia stato un amore a prima vista con tanto di attrazione e smancerie. L'incontro tra Sophie e Archer non si può di certo definire romantico, anzi, è stato piuttosto burrascoso. Poi tra loro pian piano le cose cambiano. Passano i mesi, tra loro c'è complicità e diventano degli strani amici che prima parlano tranquillamente delle loro vite e subito dopo litigano come cane e gatto. Hanno una relazione piuttosto complessa che giungerà a un punto di stallo. Archer è il classico studente strafigo con un alone di mistero e dal carattere arrogante, e nonostante si comporti per la maggior parte delle volte come un vero str****, è stato in grado di catturare il mio cuore.

Provai a voltarmi di scatto, ma è un’operazione abbastanza difficile quando sei schiacciata in mezzo a un sacco di persone che indossano vestiti ingombranti. Per sbaglio diedi una gomitata a Jenna, che si lasciò sfuggire un piccolo strillo, poi riuscii finalmente a girarmi e vidi Archer.
  Spalancammo entrambi gli occhi mentre esclamavamo all’unisono: «Wow!».
  Io arrossii immediatamente. Mio Dio, avevo appena detto «Wow!» in faccia ad Archer?
  Però… un momento. Archer mi aveva guardata e aveva detto «Wow!»?
  Restammo lì a fissarci. Archer si meritava davvero il suo «Wow!». Stava già benissimo con l’uniforme della scuola, fargli indossare un abito elegante avrebbe dovuto essere illegale. Aveva mentito riguardo al cravattino rosa. Non ce l’aveva nemmeno il cravattino, solo una cravatta normale, nera come tutto il resto.
  Ma la cosa più bella non era il suo aspetto. Era il modo in cui mi guardava.
  «Il tuo vestito», disse alla fine, con gli occhi che indugiavano ancora su di me. «È… è bellissimo».
  Repressi l’istinto di mettere in evidenza la scollatura profonda e sorrisi. «Grazie. Be’, è uscito fuori così».
  Lui annuì, ma aveva ancora l’aria un po’ scioccata, mentre io tentavo disperatamente di non farmi comparire in faccia un sorriso idiota.

 E' una lettura che consiglio sopratutto a chi ama le storie di streghe e piene di umorismo. Vi lascerete trasportare dallo stile semplice e piacevole della Hawkins che vi porterà nel mondo dei Prodigium dove proverete emozioni a non finire.

e mezzo


4 commenti:

  1. Risposte
    1. La tua lo è di più ^_^ Spero che la Newton ci dia presto tutti i volumi.

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  2. Bella recensione!Io ho letto l'intera trilogia un po' di tempo fa e l'ho adorata, lo stile della Hawkins è fantastico *__*

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    1. Anch'io ho finito da poco la trilogia e l'ho amata! <3 Non ce l'ho fatta proprio ad aspettare la Newton e perciò ho letto gli altri in lingua :) Grazie Juliette! <3 Sono andata a vedere adesso nel tuo blog che avevi organizzato un read along di Hex Hall :( Peccato non aver scoperto prima la serie.

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